Questo pezzo, scritto quasi di getto, è di un grido di speranza, un inno alla vita e alla voglia di non arrendersi mai, restando sempre se stessi. E' introdotto da un testo originale dell'artista
L' idea di riadattare questo brano in Lingua italiana dei segni è nata dall'esigenza di voler utilizzare il mio ruolo artistico per sensibilizzare il pubblico anche nei confronti del pubblico non udente. Le parole del brano sono quelle che probabilmente tutti i figli vorrebbero sentirsi dire dai propri genitori. Per "Nessun motivo al mondo" infatti è un brano “per un figlio” così lo definirei, una canzone per ogni figlio al mondo quindi una canzone per ognuno di noi. Questo pezzo, scritto quasi di getto, parla di un grido di speranza, un inno alla vita e alla voglia di non arrendersi mai, restando sempre se stessi. Le note, la melodia e il ritmo per certi versi malinconico, danno al tempo stesso un messaggio di vitalità e speranza. E’ un'esortazione a volare in un mondo in cui nessuno vorrebbe che tu volassi.
Coniugare il linguaggio verbale a quello dei segni ha contribuito a dargli maggiore forza, facendo emergere anche il cosiddetto “non detto”. Le parole hanno un peso importante tanto quanto il silenzio o quello che spesso rimane nella nostra anima. Così ho contattato Mauro Iandolo, che avevo già avuto modo di apprezzare come performer quest'anno a Sanremo sul palco con Le Vibrazioni. Con Mauro è nata da subito una forte empatia e abbiamo iniziato a lavorare sulla sceneggiatura. Figlio di genitori non udenti, Mauro ha imparato presto la Lingua dei Segni, e ne ha fatto un mestiere specializzandosi in questo tipo di interpretazione nella danza e nella musica. E’ stato uno dei primi interpreti ad aver realizzato video professionali di musica visiva e oggi in questo settore è uno dei performer più apprezzati in Italia. La sua bravura completa l’intensità espressiva del video. La sua interpretazione è stata davvero emozionante, anche perché di fronte alle diversità si avverte, a volte, un senso di disagio, di inappropriatezza, frutto di una società che come canto nel brano "ti vuole bello, sorridente, ricco e biondo".
Mi auguro che questo videoclip sia un invito ad accettare noi stessi e gli altri così come sono. Le canzoni italiane raccontano una parte della nostra cultura: tradurle in Lis può abbattere le barriere tra il “mondo sordo” e quello udente”. La regia del video è affidata al filmmaker Simone Di Tella, con il quale è nata subito una forte sinergia, professionale e umana. E' stato bello girare il videoclip tra Anzio e Nettuno, ed aver avuto il supporto della Crazy school che ha messo a disposizione il Teatro Uniko. È sempre un arricchimento miscelare diverse forme artistiche in un unico progetto. Il videoclip vede, tra l’altro, la partecipazione del piccolo Cristiano Di Tella. Nelle mie canzoni è un pò come se mettessi a nudo una parte dei miei pensieri. Mi piace pensare che a seconda dello stato d’animo che ho posso scrivere usando una penna o scrivere usando una chitarra o un pianoforte. La musica ha l’immenso potere di arrivare a tutti e mi auguro che questo brano in particolare arrivi a tutti.