Burning Babylon, il fiammeggiante diorama sonoro di Lele Sacchi

Musica

Fabrizio Basso

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Una avvolgente traccia house che unisce il vocale dal tocco dub reggae alle influenze del morbido ma allo stesso tempo carico sound dalle influenze french touch anni ’90. L'INTERVISTA

E' tra i più influenti dj della scena italiana, fa vibrare i club in giro per il mondo partendo dalla sua Milano. Il nuovo singolo di Lele Sacchi è Burning Babylon e prima di uscire per la label americana dei Soul Clap, duo di dj americani fra i più stimati nella scena house internazionale, il brano è stata anticipato, porima del lockdown, nei vari dj set live con grandissimi feedback e in particolare è stata la traccia più ricercata del set che ha visto Lele Sacchi protagonista di Boiler Room, proprio a Milano.

Come nasce Burning Babylon?
L’idea, come spesso accade per la mia musica, parte da un loop disco funk che traina tutto il brano. A questo, alla ritmica in costruzione ho aggiunto una forma di voce e poi ho trovato questa intervista a rasta giamaicani fatte forse negli anni Sessanta o Settanta e mi è parso carino inserire questo campione vocale.
Cosa si intende per French Touch anni Novanta?
Quasi tutti quelli che hanno suonato in quel periodo ricorrevano a queste sonorità che hanno come elementi di riferimento Daft Punk.
Soul Claps Records: in Italia ci sono realtà simili?
E' una etichetta tipica dell’ambiente indipendente e undeground dei deejay originaria di Boston. La prima volta a Milano nel 2010 ebbe un grande successo nella parte più house. In Italia ha ottimo seguito. Oltre fare dischi per altri hanno fatto una propria etichetta. Avevo già fatto per loro un paio di remix e per l'Italo-Funk compilation li ho aiutati. Ora uscirà il secondo volume. Una raccolta di nuovi brani inediti con questo nome significa tutto e niente, c'è il funk come attitudine ma non alla James Brown. In Italia ci sono etichette indipendenti e ognuna ci mette il proprio sapore alla Do It Yourself per un ambiente un po’ più indie. Alcune producono una dance più sul commerciale per la dance radiofonica. E’ una scena che si è globalizzata. Il mio precedente singolo New soul sensation è uscito per la Snatch! del dj Riva Starr
che è napoletano ma vive a Londra da 15 anni. Poi c'è Rebirth una etichetta di Brescia per la quale ho fatto due brani.
Secondo te oggi viviamo in una Babilonia, biblicamente parlando?
Io do un tributo alla sottocultura reggae e rasta a volte anche un po’ azzardato. Nella visione dei rasta era l’imperialismo capitalista ma io non ci metto un messaggio politico. Quella sottocultura è una base importante: tante idee di produzione e remix arrivano dagli studi della Giamaica. A volte la pensiamo come un'isoletta piccola e povera e invece...
Che ricordi hai di Boiler Room?
Ho suonato lì per la prima volta il brano. Ne sono stati fatti tre se non sbaglio con visioni diverse dei contenuti: uno con ospiti internazionali, un altro di musica sperimentale e l'ultimo con protagonisti un po’ italiani e un po' stranieri. Globalmente è molto seguito ma non ha cambiato il valore di base di mescolare artisti sconosciuti ad altri all’esordio. E' un occhio aperto sul mondo.
Come hai lavorato al remix di Gomorra - La Serie? Ci sono altre serie che ti intrigano e sulle quali vorresti lavorare?
Premesso che sono un fan della serie…mi hanno chiamato, il brano dei Mokadelic è iconico, riconoscibile, volevano fare una operazione per metterci un po’ di hype. C'è stata una uscita discografica per Crosstown Rebels, una label inglese. In Inghiletrra è andato in classifica. Un'altra versione è firmata da Davide Squillace, dj napoletano techno molto conosciuto internazionalmente. Paolo Bardelli è stato il terzo. Ognuno ci ha messo una identità sonora diversa preservando il tema. Io ho lasciato più forza armonica rispetto all’originale e riscritto una linea di basso. E’ più house. Sky ci ha dato un video per studiare il contesto.
Insegni allo Ied: come sono i tuoi studenti? Sono il futuro?
Posso anche decidere di non darglielo il futuro ma poi loro se lo prendono comunque. I giovani anche senza voglia si prendono il presente. Insegno dal 2008 e ora insegno al terzo anno, l’età media è 22/23 anni. Sono sempre più tecnologici, non c’è niente da fare. E dire che consideravamo la rivoluzione di noi quarantenni col Commdore 64 tanta roba. In così poco tempoc'è stato un salto  incredibile, noi abbiamo imparato loro la hanno di natura. Vorrei che facessero più ricerca. Hanno l’opportunità di guardare il mondo, vedono che è possibile la carriera fuori dall'Italia. La strumentazione li frena un po’ nella ricerca del metodo di studio: quello che prima partiva dal cervello ora si è spostato nei device. Chi è cresciuto nella rivoluzione digitale hanno tutto lì.
Periodo difficile per  voi deejay…come lo vivi? Stai ragionando sullo streaming come nuova strada o lo consideri legato al momento?
Il covid (tutto sul coronavirus) ha accelerato movimenti già in corso oppure sono altri che hanno accelerato. Lo streaming come consumo era una onda inarrestabile. Per la discografia major ha invertito le perdite e ora porta fatturato. Il piccolo con questo sistema guadagna ancora meno, il supporto fisico dava molte opportunità, basti pensare al vinile per i deejay. C’erano i margini per pagare un artista. Ora i numeri devono essere milionari. L'opportunità di ballare da casa con me in studio? Ci vuole tempo. Per lo streamig ci sono voluti anni per abituare la gente ad abboinarsi. Vorrei vedere finire l’emergenza e andare incontro al grande periodo di feste che desideriamo tutti.
A cosa stai lavorando?
Ho ripreso su Rai Radio 1 a essere tra i conduttori di Stereonotte. La radio è la mia grande passione. Poi sono dietro ad alcuni progetti per aziende che ho sempre curato, penso a contenuti per eventi e per l'online. Ho messo musica per la riapertura della stagione dell’Apollo con tutti seduti. Un radio-live. Il momento è rischioso, molti locali hanno chiuso, altri chiuderanno se non hanno le spalle larghe. Rischia anche chi è giovane e fragile senza una carriera continuativa. Non è una vita facile. Lo stato dovrebbe intervire.

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