Famiglia, crew di Verona e scena rap, Jamil pubblica Rap is Back

Musica

Fabrizio Basso

jamil

Arriva il tanto atteso album di inediti del rapper più provocatorio della scena, disponibile da venerdì 25 settembre in versione fisica (CD o vinile) e in digitale

Rap is Back fa emergere un Jamil più maturo e consapevole, sempre fedele a se stesso, mostrando un lato molto personale e romantico che il Dissking, come è stato spesso definito, aveva tenuto nascosto fino ad ora. L’artista ha deciso di non assecondare la tendenza attuale, scegliendo di non mettere featuring all’interno del disco. L'intervista.

Raccontami dell’album ? Perché Rap is back ?

L’ho intitolato così perché in questo periodo storico dove c’è tanta trap vorrei che ci fosse un ritorno del rap, so bene che il rap c’è da sempre ma è un po’ passato in secondo piano. Il messaggio è il mio disco è fuori e il rap è tornato!!

A quale brano sei più legato?

Ogni brano è parte di me, con questo album mi sono voluto raccontare al cento per cento. Con Top boy racconto la mia storia. Vengo Dalla Strada, è il biglietto da visita dell’album. Rap Is Back è il cavallo da battaglia dell’album dove spiego un po' come io vedo il rap. In My Life racconto della mia famiglia, racconto di essermi pentito, di aver smesso di fumare da un bong dopo che mio padre me lo chiese sul letto d’ospedale.

Squalo racconta che sono indipendente e fa anche riferimento alle scarpe che indosso da sempre. Con Baby Go racconto le soddisfazioni che mi sono preso con il rap, che ho regalato una macchina alla mia ragazza, certe cose gli altri rapper le dicono per fare rima io le ho fatte veramente. La prima cosa che ho fatto è stata sistemare le cose che non andavano nella mia vita. Come Dici Tu è un vero e proprio brano d’amore, ho sempre buttato frasi qua e la ora ci ho fatto una canzone intera

Questo brano non è pop, per piacere alle ragazze più giovani o allargare i fan.

Quanto sono importanti le tue origini e la tua città, Verona, nella tua musica?

Molto, motivo per cui non mi sono mai trasferito. La mia famiglia e i miei amici sono per me molto importanti abito con la mia ragazza e la città mi rispetta un sacco. Mi fanno sentire una persona super normale.

Nell’album non ci sono collaborazioni, come mai questa scelta?

Essendo un album molto personale ho preferito raccontare me stesso da solo, volevo che ci fosse più attenzione su quello che ho da dire senza contaminazioni di altri artisti.

Questo è un album maturo, cos’è cambiato in te?

Sicuramente il fatto di aver smesso di fumare col bong, mi avvicino al mio pubblico raccontando cose della mia vita che non avevo mai raccontato. Sono cresciuto molto anche nella scrittura.

Come sono nate le grafiche dell’album?

Io e la mia ragazza siamo fan di Dylan Dog, sopratutto lei e per stupirla le ho regalato tanti fumetti anche rari. Tutte le copertine dei miei album sono a fumetti, ma per Rap Is Back volevo essere rappresentato al meglio. Ci siamo messi a cercare tra i fumetti che possediamo e abbiamo trovato Emiliano, gli ho scritto e ci siamo subito trovati. Gli ho mandato dei riferimenti su quello che volevo, appunto la mia immagine che entra dalla porta come a dire sono tornato, gli ho detto che ho tanti tatuaggi e che lo avrei pagato di più perché sarebbe stato un lavoraccio. Questa copertina è venuta cosi bene che in seguito abbiamo realizzato in esclusiva per Spotify

delle copertine per ogni singolo in modo da creare un piccolo fumetto.

Vorrei che mi raccontassi qualcosa di più su Poesia per L’Italia, come stai vivendo la situazione attuale?

Sono uscito con Poesia Per L’Italia dopo che tutti gli altri rapper erano usciti con brani scherzosi su un argomento secondo me molto serio, tante persone hanno perso i loro cari in quel periodo non ci trovavo nulla su cui scherzare. Ho preferito farlo senza base perché era il testo la parte più importante, dovevano arrivarti le parole in maniera poetica, si poteva parlare di quell’argomento in modo rispettoso e serio. Adesso si è sbloccato tutto stiamo tornando alla normalità. Non vedevo l’ora.

Cosa ti ha spinto a diventare un rapper?
Il film 8 Mile di Eminem mi ha fatto avvicinare tantissimo a questo mondo, è grazie a quel film che ho iniziato a fare musica, tanti dei miei atteggiamenti arrivano da li, come la competizione e i dissing.

Come stai viviendo la mancanza del live?

Malissimo è la cosa che mi piace di più, io canto tutto dal vivo. Ho parole e testi molto complicati, c’è una preparazione incredibile dietro ogni mio live, ci tengo veramente tantissimo non vedo l’ora di poter tornare ad esibirmi.

Hai in mente qualcosa di speciale per gli instore?

Saranno molto più controllati, ci sarà un’atmosfera leggermente più fredda perché si potrà entrare uno alla volta. Potrò ovviamente chiacchierare con i miei fan e fare foto, La sorpresa è che se compri dieci dischi vinci una giornata in studio con me.

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