Arrivano le Lettere da Altrove di Lory Muratti

Musica

Fabrizio Basso

E' un progetto creato durante il recente isolamento. Un'opera interdisciplinare nella quale il musicista, scrittore e regista dà forma a una narrazione che si declina al contempo in parole, musica e visioni

Il lago ha i suoi scrittori. Il mio prefito è Piero Chiara che trovo molto più vario e caratteristico rispetto ad Andrea Vitali e cito per tutte quello scrigno di pagine che è La Stanza del Vescovo. Poi il lago ha i suoi artisti, gli artigiani dell'arte (la radice è simile, non per nulla). E lì faccio il tifo per Lory Muratti, che spazia tra musica, regia e scrittura. Il suo nuovo progetto è Lettere da Altrove. E ne abbiamo parlato.

Lory come nascono queste lettere?

Sono una forma di distrazione da un piano di realtà che non era accomodante. E’ un tema a me caro, popolato di fantasmagorie, presenze astratte. Come in questi ultimi mesi regna l’incertezza.
Ma la realtà è al confine.
Alcuni elementi veri ci sono. Il ricovero delle barche è reale, per citarti un esempio. Per me il modo per sentirmi meglio in un momento di difficoltà è rimanere sospeso, come se lì ci fosse una bolla d'aria, una confort zone. Lo spazio creativo mi legittima l’astrazione.
Quindi come una piuma oscilli nell'aria?
La sospensione non è un lusso, è una fatica lottare in quello spazio. Porta rinvii di progetti. Per la prima volta ho scritto un’opera più sociale. In questa esperienza privata c’è un sentire comune.
In Italia essere artisti completi spesso è visto come una incompletezza generale.
Un tasto dolente quello del fare tutto. Questo è un aspetto connesso al mio fare tutto che mi sono portato nel tempo. Poi hai ragione quando dici che il popolo anglosassone e americano pensa all’attore completo.
Tu come lo vivi?
Ho incontrato persone che mi hanno portato a sviluppare delle competenze. Mi sono subito reso conto che sarebbe stato complesso far passare una immagine di sé trasversale ma credibile.
Hai diviso il tuo lavoro in capitoli.

I dieci episodi audio-video narrativi sono usciti tutti durante il lockdown. Arriva uno spoken album con un linguaggio musicale e narrativo. L'album di canzoni è con testi estrapolati, direi 8, 10 canzoni e sono a quota 5. L'uscita è prevista a fine ottobre. E' un concept, come spesso faccio, nato in questa capsula di tempo che ingloba marzo e aprile e che non racconta del virus ma di queste due persone sospese.
Come sarà la tua estate?
Ho immaginato che non si sarebbe tornati dal vivo. Lavoro su Lettere d’Altrove. Produrrò poi due musicisti, Paolo Zangara e Davide Gammon.
Tra le tue tante collaborazioni c'è quella con Daddy G dei Massive Attack: dicono che proprio uno di loro potrebbe essere Banksy.
No credo ma non mi stupire nell’essere smentito. E nel caso scommetteri che è lui: è timido ma con guizzi geniali.

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