A Big Dream è il nuovo singolo di Anna Belle, un brano carezzevole come un velluto, profondo come uno sguardo intrepido. Qui in anteprima il video
Se la vita è un sogno da rincorrere allora seguite la voce di Anna Belle ed entrate nel suo A Big Dream in punta di piedi per assaporarne appieno la magia e lasciarvi trasportare dove sua poesia musicale ha l'anima. Un ascolto casuale ma folgorante accompagnato dalla percezione di essermi imbattutto in qualcosa di nuovo. E a oggi Anna Belle ha pubblicato due singoli, St Valentine e, appunto, A Big Dream, del quale potete vedere in anteprima il video, un video originale come lei.
Come nasce Anna Belle?
In sordina, nella mia cameretta nutrita da un padre onnivoro di ascolti. Ho assorbito questa passione e all’inizio mi dividevo tra America, Pink Floyd e Beatles.
Poi è arrivata la prima chitarra.
Avevo 9 anni e finalmente le mani abbastanza grandi per tenere la chitarra. Ho preso qualche lezione e poi ho proseguito da auto-didatta. Inizio a scrivere le mie prime canzoni alla chitarra e le custodisco perché temo a espormi nella mia intimità.
Poi cosa è cambiato?
La vita è l'arte dell’incontro disse una volta Vinicius De Moraes. Intorno ai 24, 25 anni lavoro in comunicazione e intrattenimento e Luz Maria Jaramillo, designer e direttore creativo per Marni, le ascolta e mi dice che dovremmo fare un progetto. Lì comprendo la mia dignità artistica, coinvolgo un produttore, Francesco Sacco, e iniziamo a vestire i miei brani intimisti e crepuscolari. Gli arrangiamenti hanno dato al progetto sapore retrò e immediato. Mi sento finalmente cantautrice.
Cosa è il Big Dream?
L'inizio del mio sogno. Il viaggio nel mondo attraverso la musica.
Il primo singolo è St. Valentine.
E' uscito il 6 dicembre. E' il primo momento di un EP di 5 canzoni nate in giro per il mondo. Ho vissuto in diverse città, Londra, Parigi, Milano e ho contatti con New York. Ogni città ha impresso al propria vena. E' un progetto itinerante che in autunno diventerà un EP con cinque singoli. Prevedo di rilasciarne un altro ad agosto.
Finito il coronavirus (tutto sull'emergenza) prevedi un tour?
Spero di portarlo in giro presto solo voce e chitarra. Interpretarlo con la mia cifra stilistica. Ci metterò il mondo del cinema e della musica italiana. L'idea è intervallare i brani con proiezioni di immagini prese tra miei viaggi e l'universo cinematografico.
Come lo immagini?
Vorrei fosse un treno dove ognuno può viaggiare. Creare un mondo parallelo dove incontrarci. Sono in contatto con alcuni collettivi per dividere il palco e donare una serata completa. Il mio live sarà intorno ai 50 minuti.
E' tutto in inglese?
Gli ascolti fatti sono stati soprattutto in inglese anche se crescendo ho recuperato tanto della musica italiana. L'inglese è più immediato ed economico, è una lingua lirica. La metrica italiana ha qualche insidia in più. Le mie canzoni nascevano spesso come onomatopee quindi è stato naturale appoggiarmi all'inglese. Ora sto lavorando a un secondo EP con anche pezzi in italiano scritti da me.
Le immagini sono in dissolvenza, sembra quasi che tu ti nasconda.
Nascono dall'idea del primo singolo vagamente elettronico. Lì il video nasce da immagini tratte da Super 8 che ho ritrovato, girati da mio padre. Risalgono agli anni Novanta. C’erano dei noise che richiamavano l'elettronica del disco. In A Big Dream sono più naif e visibile, ho scelto il bianco e l'azzurro, colori più trasparenti. La copertina in polaroid è del video maker Elia Acunto.
Io ci leggo continuità tra i due.
C'è un denominatore comune tra i due singoli. A Big Dream ha subito i limiti della quarantena, ci ha lavorato appunto il mio coinquilino. Siamo stati bravi a non tradire noi stessi e ad evidenziare Il tema del diario di bordo con le polaroid che sono memoria.
E' stato intimamente faticoso metterti a nudo nei testi?
La scrittura è catartica, esorcizza le paure. Racconta anni blu e melanconici, infatti l'EP si chiamerà Blue Bell. Mi piace molto pensare che mi sto presentando per quello che sono. Mi ritengo già psicanalizzata dunque ora non mi sento neanche molto esposta. Ricorro alla verità come integrità di una canzone.
Hai attraversato una quarantena creativa?
E' stata contradittoria, piena di diversi stati d'animo. Ho scritto ma anche tessuto relazioni. Sono nati buoni propositi. Ci siamo scambiati file col futuro produttore. Non so cosa farà parte del prossimo lavoro, ma è stato un momento di raccoglimento importante.
Il cinema lo citi spesso...
Non mi dispiacerebbe contaminarmi col cinema. Non so se farei l’attrice, forse non ne ho il talento. Ma scrivere per film mi piacerebbe. Una mia amica, Caterina Coccioli, ha ultimato un cortometraggio e ne scriverò le musiche. Sperimentare espressioni artistiche diverse è stimolante.
Cambia l'approccio creativo?
Sì perché una canzone è un tuo desiderio. Nel momento in cui mi imbarco in un progetto penso a quanto di mio riesco a vederci, ci vuole sintonia. Se c’è feeling la mia esperienza permette di abbandonarmi alle mie sensazioni. Cerco di fare mio quello che gli altri mi trasmettono. Ho sempre partecipato a progetti che mi hanno fatto crescere.
Con chi vorresti realizzare un featuring?
Norah Jones: è la sintesi perfetta di folk, acustica, jazz. Io ho una passione profonda per la bossanova e il jazz. In Italia vorrei Lucio Corsi: mi piace molto per la capacità di raccontare, è un visionario.
Sai che hai una voce identitaria?
Non ne sono consapevole. Ma so ciò che voglio e ci metto molto di mio dunque essere riconoscibile mi fa piacere.
Sei da buona la prima oppure sei cerebrale nella scrittura?
Lavoro molto a lungo nella scrittura, questi brani sono nati in sette anni. Ma non tradisco mai l’istinto primario del primo momento. Sono comunque una perfezionista.
Anna Belle è nome d'arte o di anagrafe?
E' il mio secondo nome. Il primo è Anna.