Arisa, un aiuto "Nucleare" per mamme e bambini

Musica

Fabrizio Basso

Arisa e Manupuma sostengono la Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus, in prima linea nell'emergenza COvid-19, col brano Nucleare. L'INTERVISTA


La Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus è in prima linea nell'emergenza Covid-19 (guarda lo speciale Coronavirus) rispondendo, in coordinamento con le Istituzioni, alle richieste di aiuto degli ospedali in diverse città d'Italia, donando attrezzature urgenti ed inviando volontari sanitari specializzati. Ora la Fondazione è scesa in campo anche in aiuto a mamme e bambini col Progetto Maternità Covid-19. La cantante Arisa, volontaria della Fondazione, insieme all'artista Manupuma, sostengono questo importante progetto dedicando un inedito e bellissimo brano alle mamme e ai loro bimbi, nati nell'emergenza. 

Rosalba, come hai attraversato queste settimane?

Non sono così critica, prima del lockdown vivevamo tutti in modo non umano. Ora ti ritrovi con amici, seppur con cautela, ma hai anche il diritto di startene a casa.
La tua visione è positiva.
Qualcuno mi disse, e approvo, se la vita ti regala un limone non arrabbiarti e fatti una limonata.
La musica quanto risentirà di questa situazione?
Secondo me partono due movimenti culturali, ci saranno due correnti: quella che tenta di fare evadere il pubblico completamente e quella che saprà tirare fuori la parte emotiva.
Nucleare è un brano potente, da ascoltare con attenzione.
Dici bene, serve la pazienza. Non è come le canzoni che passano per radio oggi, esiste una letteratura musicale nel mondo, bisogna farlo sapere.
E’ il sistema che a volte non lo consente.
C’è il bombardamento di alcune cose e il nulla delle altre. Con una sorta di misura potrebbe esserci posto per tutti.
La musica risente molto di questa crisi. Come l’arte in generale.
Se l’arte fosse stata trattata da sempre in modo diverso avremmo una situazione più lieve. La musica italiana fa aumentare gli introiti e ci sarebbero più fondi in casi di emergenza. Abbiamo a che fare con una mamma un po’ matrigna. Se avessi dei figli, penserei prima a loro.
Hai una soluzione?
Dico solo che dobbiamo proteggerci un po’ di più sia col Made in Italy, comprese le maestranze italiane.
Non è così sempre, purtroppo.
Conosco persone che hanno ettari di mandorleti e io vado a comprare le mandorle e trovo quelle che arrivano dall’estero. Serve un sano egoismo come dice la psicologia. Accarezziamo il nostro popolo, facciamolo sentire amato.
In Nucleare dici che L’amore quello vero negli occhi di un bambino.
Quel sentimento lo puoi ritrovare anche da adulto ma c’è un lavoro da fare. Siamo tutti impegnati a diventare eroi, ammazzarci di lavoro ma Dio, o una entità superiore, se dovesse cercare qualcosa di buono lo cerca negli occhi di un bambino. Torniamo ai valori dell’incanto, della meraviglia e dell’osservazione. Siamo tutti chini sullo schermo. La finestra sul mondo è un film ed è un bene e ci riporta alla dimensione del bambino.
Come hai conosciuto Manuela Bosone alias Manupuma?
I primi tempi che ero a Milano lei faceva la corte al mio ex…mi è sembrata così surreale e mi sono incuriosita. Ho amato cantare suoi brani, abbiano preparato una versione de Il mio Zar che non abbiamo mai realizzato per vieti discografici.
Il progetto Nucleare?
A gennaio mi ha fatto ascoltare in anteprima il suo nuovo disco e questo brano mi ha colpito.
Arisa è operativa?
Sto lavorando alle canzoni ma ammetto che ogni tanto sogno la fuga lontano. Ora vivo in virtù della mia professione, mi diverto lavorando.
E Rosalba?
Sta cominciando a scalpitare vuole vedere altri posti e altre persone.

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