In una lunga intervista a “Il Corriere della Sera”, il rocker racconta le sue sensazioni dopo la cancellazione del tour
Tra i protagonisti più attesi dell’estate 2020 c’era Vasco Rossi. Anche quest’anno il rocker di Zocca aveva in programma una serie di date per il suo “Non Stop Live Festival” nei più importanti festival italiani a Firenze, Milano, Roma e Imola. La cancellazione di tutti gli spettacoli estivi a causa dell’emergenza Coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - I NUMERI ITALIANI: GRAFICHE) ha però stravolto tutti i piani di Vasco Rossi che in un’intervista al Corriere della Sera ha raccontato le sue sensazioni: “L’impossibilità di avere contatti fisici creava la condizione per cui non si potevano fare concerti nemmeno a giugno. A quel punto mi è crollato il mondo addosso: è da un anno che seguiamo questo progetto, ci avevamo già lavorato, già fatto tutti gli arrangiamenti, io ero già pronto per partire...”.
Il fondo di solidarietà con Laura Pausini e Jovanotti
Durante l’intervista Vasco Rossi racconta di come i concerti abbiano una funzione quasi psicologica per la sua salute. Grazie ai live si tiene in forma e non si lascia andare “è un motivo per svegliarmi la mattina”, ha dichiarato. La speranza era di poter rimandare tutto a settembre, ma dopo aver capito che era impossibile ha deciso di prendere la cosa di petto e pensare al futuro: “va bene saltiamo un anno e pensiamo a non ammalarci”. Tra i primi pensieri del rocker di Zocca c’è stato quello di dare un supporto, un aiuto concreto a tutte le persone che lavorano nel mondo dello spettacolo: “hanno difficoltà molto più grandi delle mie dal punto di vista economico. Io posso stare un anno fermo”, ha sottolineato.
Durante l’intervista ha anche raccontato dell’idea di istituire un fondo di solidarietà dove gli artisti avrebbero, ognuno secondo le proprie sensibilità, depositato delle cifre. Tra coloro che avevano approvato il progetto anche Jovanotti e Laura Pausini. Poi l’idea di una lettera aperta, nata dalla cantautrice e appoggiata da tutti gli altri artisti: “voglio pensare che sia stato anche grazie a noi artisti, dopo questa lettera che è stata firmata da tutti. Poi ci siamo detti: perché non costituire un fondo di sostegno per i lavoratori dello spettacolo? Ma il problema è a chi affidarlo: non c’era un’organizzazione, è una cosa abbastanza complicata”. La disponibilità c’è e Vasco Rossi rivela che ogni artista sta pensando a proteggere la propria squadra per avere la certezza che tutto sia semplice e diretto.
approfondimento
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Vasco Rossi e la scrittura
Nel corso dell’intervista Vasco Rossi parla anche delle canzoni (qui le frasi più belle delle sue canzoni), del suo modo di scrivere e della necessità di non avere orari e di far lavorare l’inconscio. Riguardo l’esperienza del lockdown e l’evento storico vissuto, il rocker è convinto che è sempre nelle sofferenze più grandi che alla fine si va a pescare quando si scrive, ma non ora perché ora c’è solo sofferenza: “Io soffro e basta, non è che scrivo una canzone. Magari dopo, quando è passato, ricordo quel momento e magari finisce in una canzone tutta l’intensità di quel momento lì. Però adesso sono troppo attonito, frastornato, allibito e incantato da questa situazione così pazzesca, da queste città vuote” (le canzoni più belle scritte da Vasco Rossi e Gaetano Curreri).