Mondo Marcio si libera del passato con Adderall

Musica

Fabrizio Basso

Torna Mondo Marcio con un nuovo singolo dal titolo Adderalldisponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali dal 22 maggio, insieme alla b-side Idolo

Dentro Adderal c'è la vita di una persona che cambia ma c'è anche un tempo vicinissimo che ora sembra storia antica, quando tutto il mondo non era ancora cristallizzato sotto una grande cupola di vetro. Mondo Marcio, alias Gian Marco Castello, torna con un singolo che è una doppia battaglia, contro se stesso e contro il mondo. E ci aggiunge anche Idolo, quello che una volta era il lato B di un 45 giri. Ne abbiamo chiacchierato a lungo (al telefono).

Gian Marco nella stagione della parsimonia tu esci lo stesso giorno con due brani.
La vita deve andare avanti e anche la musica. Due canzoni sono un modo per me per creare un diaologo con la fan base. Il B-side ci riporta al tempo del vinile, lì potevi sperimentare mentre oggi punti al singolone. La musica deve essere anche divertimento, per chi la fa e per chi la ascolta.
Adderall racconta di un amore che ti ha segnato profondamente.
E' una storia un po’ tormentata. Non so se è un beneficio però da lì ho tirato fuori del positivo. Ho vissuto situazioni sconfortanti da ragazzino e questo mi ha insegnato a tenere duro. Devi trovare dentro di te la forza per guardare in positivo quando tutto sembra remarti contro.
Canti...Avrei dovuto ascoltarti più spesso: è rivolta a te o a qualcun altro?
Sappiamo sempre la cosa giusta da fare. In una relazione c’è sempre un po’ di egoismo, pensi in primis a stare bene. Fondamentalmente siano connotati da una forte dicotomia.
Ovvero?
Veniamo dagli animali, ma bugie e sogni non vengono da loro, siamo animali che puntano alle stelle con i nostri sentimenti. Siamo estremamente crudeli ma creiamo anche opere d’arte uniche.
Dici pure che la felicità è realtà senza aspettative.
E' un modo pratico di affrontare qualsiasi esperienza. A 18 anni ti butti e più c’è il rischio più osi, ora ho 33 anni e non cerco il sicuro ma avanzo più guardingo.
Chi è oggi una rocK'n'roll star?
Nel brano è uno che ti rompe l’equilibrio quotidiano.
Giochi con la parola pos-sesso.

Racchiude la natura di una storia iniziata romanticamente. Poi entrano in gioco territorialità, sospetto, diffidenza e gelosia, cose magari naturali ma che non fanno stare bene. Il possesso…una vecchia frase dice che se ami qualcuno devi lasciarlo andare e se torna indietro significa che lo fa per restare.
Oggi chi scrive la storia?
La facciamo un po' tutti. L’inconscio, il senso civico e la solideraietà collettivi sono loro i protragonisti. La crisi del virus scenderà, quella economica durerà almeno due anni, la sfida è appena iniziata. Come la affronteremo? Con paura o mettendoci in gioco senza cercare di fregare il prossimo?
Come ti trovi in questo mondo?
Mi trovo in un mondo diverso. La pandemia (guarda lo speciale) ha coinciso con la vendita della casa, una storia finita…fino a cinque mesi fa avevo un’altra vita. Ho sempre viaggiato molto, mi sono spostato tanto e ho imparato a vedere il cambiamento come una forza positiva. La vita è movimento e cambiamento ma bisogna essere forti psicologicamente e mentalmente.
Gli idoli è meglio non conoscerli?
Bisogna non conoscerli mai a fondo. Quando crei qualcosa e la dai al pubblico non è più tua e quando ti esponi diventi l’dea che la gente si fa di te. C'è una scissione netta tra chi sei e l’idea che ha di te chi ti vede. Amano l’idea che hanno di me. Non penso alla delusione ma di certo c'è un approccio diverso.
Se dai primi di giugno saremo più liberi che farai?
Qualche weekend in giro per l’Italia e spero presto di andare a trovare i miei amici a New York e Amsterdam.
L'arte?
Se il governo non mette a disposizione risorse non ci sono fondi per sostenerla. Con le cifre che dicono nessun promoter può rientrare. Non copri i costi. Bisogna aiutare un settore, e mi limito qui a parlare della musica, che va oltre i cento milioni di fatturato annui solo in Italia. Quando incensano i nostri artisti che ci fanno divertire e ridicolo: non siamo giullari. 

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