Federica Carta si riprende se stessa...tutto il resto è Bullshit

Musica

Fabrizio Basso

Federica Carta torna in una luce tutta nuova e racconta la sua crescita personale e artistica attraverso il nuovo singolo Bullshit (Island Records), disponibile da venerdì 6 marzo, in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali. L'INTERVISTA

(@BassoFabrizio)

Cambiare non significa soltanto fare pace col proprio passato ma significa imparare ad amarsi. Federica Carta ha vinto col singolo Bullshit la sua partita più difficile. Perché era contro se stessa, contro una Federica che non voleva lasciarla andare. Il brano, in rotazione radiofonica e sulle piattaforme digitali dal venerdì 6 marzo, è accompagnato da un video girato a New York per la regia di Gianluigi Carella. Ambientato nelle strade della grande mela, evidenzia la nuova immagine di una donna arrabbiata che non ha paura di essere se stessa, di piacere, di esser fragile. Insomma che non ha paura a mostrarsi per quello che è. Ci siamo fatti una chiacchierata.

Federica perché hai scelto Bullshit come biglietto da visita della tua nuova vita?
Lo ho scelto perché secondo me manda un messagio molto forte. Ero in un periodo così e così e il brano descriveva quello che stavo vivendo in maniera perfetta. A livello di sonorità mi ha colpito da subito e ho capito che quello è il mio progetto.
Cosa in particolare ti ha convinta?
La potenza che ha e una serie di altre cose. Mi sono detta: se dobbiamo cambiare facciamolo radicalmente. Lo ho spesso annunciato il cambiamento ma poi ho sempre avuto un po’ di paura, ora c'è la forza che mi mancava.
Il titolo è intraducibile con la stessa efficacia ma resta molto potente.
Lo so ma è facilmente capibile anche se non è traducibile. Non lo ho scritto io, era pronto dalla scorsa estate. Per me è stato bello da subito e mi è finito nella testa subito.
Chissà cosa ci proporrai in futuro...
Non mi voglio spingere oltre, rischio sempre di dire troppo per il mio entusiasmo. Nelle mie cuffiette ho già consumato molte tracce. Sono emozionata.
Come vivi il tempo visto che hai già consumato quello che il mondo non ha ancora ascoltato?
Sono avanti perché ci tengo tanto. Il mio rapporto col tempo è sempre difficile. Ne ho perso tanto su cose che non meritavano il mio tempo, comprese paranoie e ansie. Ora ho la clessidra vuota e la vado a riempire.
Il video mostra le tante facce della nuova Federica. E' curato come un cortometraggio.
Sono molto affezionata qeusto video, c’è la scena in rosa che rappresenta la fragilità ma lo sguardo è quello di una persona forte. La femminilità ora emerge, finora non ho saputo rendere reale, un po’ anche perché mi vergognavo. Il regista Gianluigi Carella mi ha fornito le giuste suggestioni per renderlo movimentato, in scena c’ero solo io. E'molto scorrevole il pezzo ci sta perfettamente in queste immagini.
Anche nella voce si sente che sei autoritaria.
Ho proprio preso in mano la mia vita e ho guardato in faccia la persona che ha contribuito a creare le mie fragilità e ho dato una svolta. E’ una canzone vera, troppe volte ti racconti bugie per non rimanerci male. La verità è crescita e dimostra che puoi farcela.
Non dici proprio nulla del futuro?
Per quello che posso dirti il progetto è in linea con Bullshit. I brani cui sono affezionata arrivano dal periodo di rottura e cambiamento. Sentirete cose diverse a livello di sound, ci saranno presente e futuro.
Il lavoro musicale è molto profondo. Quasi opulento.
Mi è arrivato già così come sonorità, con i violini, le chitarrine…la versione iniziale per me era già una figata. E’ quasi una provocazione e una scommessa con me stessa. Se ci credi le cose vengono.
Non vedrai l'ora di risalire sul palco.
Lavoriamo da casa per ora ma sono cantante e musicista e il live è essenziale.
La rivalsa che canti in Bullshit è la stessa della tua generazione che è tornata in piazza.
Mi sento molto partecipe di questa generazione. La forza di esprimere le proprie opinioni è importante, io lo faccio con una canzone, altri con altre forme. E’ importante la voglia di cercare quello che siamo e quello che vogliamo essere. Mi sono sempre sentita una che voleva dire la propria poi mi mancava qualcosa: ora ci sto arrivando e non mi nascondo.
Che ascolti quando sei sola?
In questo periodo mi sento abbastanza impazzita: mai ascoltato troppo il rock e il punk ma ora spengo le luci della mia stanza milanese e metto una playlist di rock anni Ottanta e Novanta e nella confusione di quella musica mi calmo. Poi non mi faccio mancare l'Urban Pop, il pop, il soul e a volte il jazz.
Libera anche nella musica.
Ascolto quello che in quel momento mi amplifica le emozioni e l’umore fa la differenza nella scelta della playlist.

 

Spettacolo: Per te