Considerato uno degli eredi del mitico Folk Studio, il cantautore romano porta all'Ariston un brano che si preannuncia come una storia di vita vissuta. Il suo album d’esordio, intitolato La Vita Veramente, è un viaggio nella quotidianità. Un ritratto del cantauotre romano e l'intervista
(@BassoFabrizio)
Santa Marinella riempirà l'Ariston di energia. Fulminacci può essere uno dei protagonisti del prossimo Festival di Sanremo. Classe 1997, scrive, arrangia e canta le sue canzoni e si presenta pubblicando nel 2019 Borghese in borghese e La Vita Veramente. E' un artista di rottura, spiazzante per la sua versatilità e per la sua brillantezza. Le sue canzoni sono cariche di una unica e rara intelligenza emotiva dal sapore cinematografico rimanendo però fedeli alla quotidianità più ordinaria e personale. La Vita Veramente è un esordio sincero. Lo ho intervistato.
So che il singolo è dedicato alla tua Twingo rubata. Oltre che ai fan.
Ho parcheggiato la macchina in zona San Giovanni la sera e la mattina non c'era più. San Giovanni è il titolo di una canzone nuova, una piccola storia di città, scritta con la pancia, senza cervello. La dedico appunto a una Renault Twingo e a tutti voi.
Che hai fatto?
Solo fatto la denuncia, Non riesco a capacitarmi. E' una zona che frequento ed è anche tranquilla.
La canzone è molto cinematografica.
Fondamentalmente è una canzone che è una storia, è tra le più fiabesche che ho scritto. Ci vedo due attori protagonisti: immagino questi due personaggi che si amano ma non lo sanno, magari sono adolescenti e fanno le cose di nascosto. C’è un entusiasmo continuo in tutte le cose.
Una storia così può essere condivisa da tutti.
L'utopia sarebbe che non ci fosse bisogno di chiedere spiegazioni. Il bello è che per ognuno ha sfumature diverse. Il bello della musica è la libera interpretazione.
I tuoi testi sono di ordinaria normalità.
Sento l'esigenza di scrivere quello che capita a tutti, si tende per lo più a parlare degli estremi, io trovavo shockante parlare del normale. La normalità è un concetto.
Un altro limite che non ti poni è la lunghezza dei testi.
Tommaso è sui tre minuti e poi con altre si va sul lungo perché finiscono più in là. E’ il mio primo disco e non sapevo come sarebbe andata. Mi ha stupito l’affetto da subito. Non ho mai avuto strumenti per comunicare determinati concetti.
Non è automatico.
Con semplicità si può condividere un pensiero. Condividere idee con i miei coetanei e con persone più grandi attiva un bel un sentimento comune.
La tua generazione ha riscoperto le piazze.
I ventenni sono tornati in piazza. Il cambiamento climatico ha dato il motore a molti giovani per animarsi ed è bellissimo che ci sia un motore che ci anima. E’ una cosa in cui credere e contro la quale lottare. Io penso positivo. Secondo me la mia generazione cambiera le cose. Ci lamentiamo tanto ma viviamo in un mondo meraviglioso.
Che mi dici dei tuoi concerti di dicembre?
C'è un arricchimento rispetto ai live della scorsa estate. Vorrei vedere la gente ballare.
Chi è Fulminacci?
Uno che racconta la vita di tutti i giorni. A me piacerebbe ascoltare uno come lui.
Un giorno uscirai col tuo nome sulla cover di un album?
Può essere, non ho risposta. Magari un giorno uscirò di casa solo in giacca e cravatta. Potrebbe cambiare tutto ma per ora mi piace Fulminacci. E' un nome corto. ottimo anche per i social.
Potresti trasformarti...vivere in un infinito carnevale.
Quanto mi piacerebbe!