Questa sera Polignano a Mare celebra il suo Domenico Modugno. Sono 25 anni che se ne è andato e lo fa con riconoscenza. Un concetto che si è smarrito. Quello, se non della riconoscenza del rispetto. A conseguenza di ciò ve lo racconto a distanza attraverso alcune delle sue canzoni più belle e meno popolari
(@BassoFabrizio)
All'alba della sua carriera, quando la sua voce cominciava a sedurre l'Italia, gli imponevano di dire che era siciliano perché essere pugliese non era trendy. Lui per un po' ha ceduto, poi ha deciso, con ragione, che le radici non si rinnegano. Domenico Modugno è nato a Polignano a Mare, un luogo di fascino e poesia che conosco dalla terra e dal mare, e che col suo biancore seduceva molto prima di diventare un set naturale per film e serie tv. Questa sera, come avviene da qualche anno, il suo borgo si stringe intorno alla statua di Mimmo e con un cast delle meraviglie lo celebra e si commuove perchésono già 25 anni che se ne è andato. Sul palco si susseguono Shade, Luca Barbarossa, Dimartino, Anna Tatangelo, Cordio, Ermal Meta che riceverà il Premio Modugno 2019, Giordana Angi, Avion Travel, Alberto Urso, La scapigliatura e il vincitore del Premio Città di Polignano a Mare 2019 Al Bano. E con orgoglio aggiungo che in direzione artistica, tra gli altri, c'è il mio amico Stefano Senardi. Ci sono mille modi per ricordare Mister Volare, che poi, e diciamolo, non è di certo la sua canzone più bella. Voglia mettere la follia onirica di Meraviglioso? Uno dei brani più visionari di sempre! E' vero...credetemi è accaduto!!! Ci aggiungo un altro elemento: ha collaborato con Salvatore Quasimodo che dopo averlo conosciuto lo autorizzò a mettere in musica le sue due poesie Ora che sale il giorno e Le morte chitarre, e con Pier Paolo Pasolini, che scrisse il testo della canzone Che cosa sono le nuvole. Ora esco dalla confort zone di Vecchio Frack, Nel blu dipinto di blu, La Lontananza, Tre Briganti tre somari e Meraviglioso (regalato alle giovani generazioni dai Negramaro in una versione epica) e vi propongo cinque brani da (ri)ascoltare.
PIOVE
La canzone è germogliata in un luogo non proprio equidistante tra Polignano a Mare e la Sicilia. E' una pioggia trasversale e migrante quella che Domenico Modugno ha messo in Piove (Ciao Ciao bambina) perché i primi versi sono nati alla stazione di Pittsburgh in Pennsylvania. Vinse il Festival di Sanremo e ha fatto piangere generazioni di persone. Tranne chi piange falsamente fiero delle sue menzogne e della sua ipocrisia.
RESTA CU'MME
Nel 1957 Luigi Comencini porta al cinema Mariti in Città e questo brano fa parte della colonna sonora. Ha una storia strana perché in quella stagione dove le macerie della guerra ancora impolveravano l'Italia e del decennio del boom economico, gli anni Sessanta, c'era soltanto un vago aroma, irrompe questa canzone, che si crea spazio nella gorgiera conservatrice e democristiana: Resta cu'mme mina il perbenismo dell'epoca con un messaggio rivoluzionario che è la libertà di scelta per un amore svincolato da vincoli famigliari e pregiudizi.
PIANGE IL TELEFONO
Mettiamola così. La Democrazia Cristiana (ancora lei) si sta leccando le ferite in Vaticano perché il referendum abrogativo per il divorzio è stata una sentenza dell'inquisizione al contrario. E Domenico Modugno fa piangere il telefono anche se grido ti amo so che non mi ascolterà: una stilettata per l'Italia benpensante, per l'Italia eternamente provinciale raccontata da Gian Franco Vené in Vola Colomba (purtroppo fuori catalogo). Il finale è struggente...allora addio, ciao signore.
MA COME HAI FATTO
Se volete comprendere cosa è lo smisurato amore (come ascoltate Fabrizio De André per capire cosa è la Smisurata Preghiera) affidatevi a questa canzone che si appoggia su palafitte di interrogativi per poi restare sospesa sull'universalità senza tempo di un ti voglio bene. Respiriamo vicinanza, amore, amicizia, dipendenza e senso dell'attesa. Come scrive Gary Jernnings ne L'Azteco (BUR Rizzoli) puoi vivere lo stesso momento mille volte ma la prima volta resterà sempre la prima.
COME STAI?
Cercate su youtube la versione con l'introduzione di Alberto Lupo. E poi c'è quel momento di sospensione che è un incontro tra due persone che si sono amate nel luogo dove tutto è finito e quello che sai dire, per togliere l'imbarazzo, è un semplice come stai? Due parole quasi banali, due singulti nella memoria, che incespicano su un incontro inatteso. Ci si guarda, si parla, i cambiamenti non si notano eppure nella voce di Domenico Modugno si capisce che il gelo non è solo nostalgia. La forza delle parole vince sui sentimenti, su quello che ognuno vive adesso...lui aspetta chi è partito da un viaggio dal quale non si ritorna più. Ma quella è una canzone. Nella vita vera non si va oltre un...come stai?