Giorgia attraversa l'Italia raccontando la sua storia e, attraverso le canzoni che compongono l'ultimo album Pop Heart, la storia di tanti di noi. Vi racconto il suo Pop Heart Tour che ho visto a Mantova
(@BassoFabrizio
Inviato a Mantova)
Le luci si sono appena spente e tu hai già le mani in tasca alla ricerca dei sassi che ti ha lasciato la vita. Alcuni hanno sfondato la fodera e scrolli un po' la gamba perché vuoi lasciarli per terra, altri te li passi tra le dita come un rosario perché levigandoli col polpastrello rivivi le emozioni che hanno suscitato. Giorgia appare, leggiadra e sulfurea, sul palco della Grana Padana Arena di Mantova e saluta il pubblico con la sua versione di Tasche piene di sassi di Jovanotti. Dietro di lei si muovono le galassie (di energie) a significare che ci guiderà in un viaggio lungo due ore nell'empireo dei sentimenti, in questo palazzetto dove si respirano le parole eterne di Virgilio e Sordello che "statueggiano" poco lontano. Poi arriva Una storia importante e quindi Gli ostacoli del cuore che è rappresentata da un enorme cuore azzurro alle sue spalle che strofa dopo strofa prende fuoco, cui segue Io fra tanti. E qui ce ne sarebbe da raccontare in quello shangai umano fatto di luoghi, situazioni, panchine e distanze ma prima che la recensione divaghi Giorgia intona Credo e riceve il primo abbraccio del pubblico che si porta sotto le transenne, situazione che si ripete spesso nell'arco della serata.
Prima di attaccare Scelgo ancora te Giorgia chiede un applauso per i suoi musicisti e poi spiega che "nonostante il tempo e gli anni passati e l’età, comunque sono emozionata, il concerto è un viaggio nel tempo con le canzoni, la vita dà e toglie e bisogna affrontarla". Le Immagini che si alternano mostrano il pianeta, gli oceani, le foreste...tutto per anticipare una traccia internazionale, Sweet Dreams: le chitarre sono spinte e i laser sparati nell'arena creano un effetto discoteca. Con Quando una stella muore Mantova è in delirio: tutti in piedi a battere le mani per la sua strepitosa voce che vola davvero verso una stella per farla resuscitare.
Il clima è bello. Giorgia non ha paura del contatto, allunga le mani, saluta i fan, legge i messaggi vergati su fogli di carta, su striscioni, ride e si diverte, si commuove e ricorda che E' l’amore che conta. Poi ci sono Come neve e l'ipnotica Viaggio in fondo ai tuoi occhi dove sul palco si leva una brezza che fa sventolare la sua gonna, volute ricche e sensuali che ci accompagnano al momento disco con I feel love di Donna Summer. Si resta in clima da nottambuli con Il mio giorno migliore (c'è il dj in console che l’accompagna). Un altro cambio d’abito, questa volta dorato, sulle note di La mia stanza e Ain't Nobody. Tutti in piedi per E poi accompagnata al piano: qui inizia un excursus cronologico: questa è del 1994, la presentò al Festival di Sanremo ma con scarso successo mentre tanto ne ha riscosso fuori dall'Ariston: "La ho scritta a 18 anni da depressa. Nel 1995 vedo un po’ di luce, mi sento un po' più ottimista ed ecco Come saprei". E' il momento dei singoloni, in rapida sequenza Strano il mio destino, Un amore da favola, Girasole mescolata con Tra il dire e fare. Altra parentesi internazionale con Easy e poi si marcia verso l'epilogo: Di sole e di azzurro con immagini che ricordano l'albero della vita, Vivi davvero, Stay e la mengoniana L'essenziale. Una piccola pausa che non spegne l'entusiasmo della gente che ha ancora tanta voglia di fare festa. Giorgia ha consumato più corde vocali a ringraziare e i fan che a cantare, anche se in alcuni momenti è andata talmente in alto che per trovare i suoi acuti io chiamerei il Cern di Ginevra. I saluti sono con Oronero, Anima di Pino Daniele e Tu mi porti su. E lei ci ha portato davvero su, per due ore, e ricongiungendomi all'inizio mi viene da dire, con Giorgia (e Lorenzo) passano alcune musiche...ma in certi cuori qualcosa resterà...resta sul tavolo un avanzo di magia.