Daniele Silvestri e Rancore con Manuel Agnelli a Sanremo 2019

Musica

Manuel Agnelli, leader degli Afterhours, sarà sul palco del Festival di Sanremo insieme a Daniele Silvestri e Rancore nella serata dei duetti

Sesta partecipazione al Festival di Sanremo per Daniele Silvestri che sul palco del teatro Ariston ha presentato “Argento vivo”, in collaborazione con Rancore. Il brano rappresenta un quadro incisivo e schietto della situazione degli adolescenti di oggi. Ad accompagnare i due artisti nella serata dei duetti c’è anche Manuel Agnelli, uno degli autori del brano. La versione originale della canzone vede proprio la partecipazione del leader degli Afterhours e quindi nella serata dei duetti verrà eseguita interamente senza tagli, come avvenuto nelle prime due esibizioni. Non è la prima volta che Manuel Agnelli partecipa al Festival di Sanremo, il suo infatti è un ritorno a distanza di 10 anni. Gli Afterhours presero parte alle 59esima edizione sotto esplicita richiesta del presentatore Paolo Bonolis. Il gruppo propose il brano “Il paese è reale” e vennero eliminati al primo turno. La canzone però lascio il segno, vincendo il premio della Critica “Mia Martini”. “Il paese è reale” non entrò in nessuna compilation del Festival di Sanremo e venne inserito in esclusiva nell'album “Afterhours presentano: Il paese è reale (19 artisti per un paese migliore?)”. Ora Manuel Agnelli torna sul palco dell’Ariston con il brano “Argento Vivo” che ha subito catturato l’attenzione della stampa per il testo e l’argomento trattato. Anche questa volta Daniele Silvestri, già vincitore del premio della Critica in tre edizioni, è tra i favoriti per conquistare l’ambito riconoscimento. Una canzone nata quasi in corsa quella presentata a Sanremo con il cantautore che ha pensato di entrare nel punto di vista di un ragazzo di oggi cercando di raccontare la sua visione delle cose, anche a tinte scure. 

Il testo di "Argento Vivo" 

Il testo di "Argento Vivo" di Daniele Silvestri e Rancore:

Ho sedici anni

Ma è già da più di dieci

Che vivo in un carcere

Nessun reato commesso là

Fuori

Fui condannato ben prima di nascere

Costretto a rimanere seduto per ore

Immobile e muto per ore

Io, che ero argento vivo

Signore

Che ero argento vivo

E qui dentro si muore.

Questa prigione corregge e

Prepara una vita

Che non esiste più da

Almeno vent’anni

A volte penso di farla finita

E a volte penso che dovrei vendicarmi

Però la sera mi rimandano a casa

Lo sai

Perché io possa ricongiungermi a tutti i miei cari

Come se casa non fosse una gabbia anche lei

E la famiglia non fossero i domiciliari

Ho sedici anni ma è già da più di dieci

Che vivo in un carcere

Nessun reato commesso là

Fuori

Fui condannato ben prima di nascere

E il tempo scorre di lato ma

Non lo guardo nemmeno

E mi mantengo sedato per

Non sentire nessuno

Tengo la musica al massimo

E volo

Che con la musica al massimo

Rimango solo

E mi ripetono sempre che devo darmi da fare

Perché alla fine si esce e non saprei dove andare

Ma non capiscono un cazzo, no

Io non mi ci riconosco

E non li voglio imitare

Avete preso un bambino che

Non stava mai fermo

L’avete messo da solo

Davanti a uno schermo

E adesso vi domandate se sia normale

Se il solo mondo che apprezzo

È un mondo

Virtuale

Io che ero argento vivo

Dottore

Io così agitato, così sbagliato

Con così poca attenzione

Ma mi avete curato

E adesso

Mi resta solo il rancore

Ho sedici anni

Ma è già più di dieci

Che ho smesso di credere

Che ci sia ancora qualcosa là

Fuori

E voi lasciatemi perdere

Così facile da spiegare

Come si nuota in mare

Ma è una bugia, non si può imparare

A attraversare

Quel che sarò

Nella testa girano pensieri

Che io non spengo

Non è uno schermo

Non interagiscono se li tocchi

Nella tasca un apparecchio

Specchio di quest’inferno

Dove viaggio, dove vivo, dove mangio

Con gli occhi

Sono fiori e scarabocchi in un quaderno

Uno zaino come palla al piede

Un’aula come cella

Suonerà come un richiamo

Paterno il mio nome dentro l’appello

E come una voce materna la

Campanella suonerà

È un mondo nato dall’arte

Per questo artificiale

In fondo è un mondo

Virtuoso

Forse per questo virtuale

Non è una specie a renderlo

Speciale

E dicono

Che tanto è un movimento

Chimico

Un fatto mentale

Io che non mentivo

Che ringraziavo ad ogni mio

Respiro

Ad ogni bivio, ad ogni brivido

Della natura

Io che ero argento vivo in

Questo mondo vampiro

Mercurio liquido se leggi la

Nomenclatura.

Ho, sedici anni ma già da

Più di dieci vivo in un

Carcere

E c’è un equivoco nella

Struttura

E fingono ci sia una cura

Un farmaco ma su misura

E parlano parlano parlano

Parlano

Mentre mio padre mi spiega

Perché è importante studiare

Mentre mia madre annega

Nelle sue stesse parole

Tengo la musica al massimo

Ancora

Ma non capiscono un cazzo, no

E allora

Ti dico un trucco per

Comunicare

Trattare il mondo intero

Come un bambino distratto

Con un bambino distratto

Davvero

È normale

Che sia più facile spegnere

Che cercare un contatto

Io che ero argento vivo

Signore

Io così agitato

Così sbagliato

Da continuare a pagare in

Un modo esemplare

Qualcosa che non ricordo di

Avere mai fatto

Ho sedici anni

Ho sedici anni e vivo in un carcere

Se c’è un reato commesso là

Fuori

È stato quello di nascere

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