Cesare Cremonini e i suoi Possibili Scenari per Pianoforte e Voce: una favola

Musica

Fabrizio Basso

Cesare Cremonini
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I Possibili Scenari di Cesare Cremonini per Pianoforte e Voce (in uscita il 7 dicembre per Universal Music) sono un viaggio in un favola che non ha bisogno di essere popolata da strumenti e cori. Bastano lui e il suo piano per farci stare bene 

(@BassoFabrizio)

Anche se quella sera non c'era luna, di certo non c'è una buona ragione per andare via quando si ascoltano i Possibili Scenari di Cesare Cremonini per Pianoforte e Voce. Perché è lui a portare via le paure in un solo momento, non serve il vento. Questo album è fermare la macchina del tempo, è una sospensione sui tasti di una tastiera che è come un prendersi per mano e camminare lungo la spiaggia della vita. C'è sempre un po' di apprensione quando arrivano progetti acustici dopo un album importante come Possibili Scenari cui è seguito un tour negli stadi, il primo dell'artista bolognese. Ma qui sono bastate le prime note di Possibili Scenari per entrare in una dimensione altra, dove le canzoni sono state spogliate e rivestite con una levità straordinaria. Anche con coraggio, basti pensare all'attacco ritmico Kashmir Kashmir, una delle canzoni più ostiche, che in origine aveva un andamento funk e qui ci da la sensazione di attraversare quelle terre aride, già citate da Erodoto e Tolomeo, con una andatura slow.

Ora se un indovino mi avesse detto che Cesare Cremonini fosse riuscito a realizzare un lavoro così ricco nella sua semplicità, beh avrei detto sì. E senza pensarci due volte. Perché non è vero che per volare basta un grande salto serve molto di più. Bisogna avere coraggio per mettere le mani in un disco praticamente perfetto e rivoltarlo. La voce di Cremonini nell'incipit di Nessuno vuole essere Robin è quasi una ninna nanna, poi quando il piano si aggiunge sembra di entrare in una favola, c'è il pathos crescente di un film. Come in Il cielo era sereno che in questa piano version si trasforma in un racconto di formazione. Manca solo che Aristofane chiami le sue nuvole. Anche l'io mi ricordo ha un sapore diverso quando la voce si allunga e il pianoforte sembra che freni per poi ripartire con un ritmo ipnotizzante. Forse ha ragione Cremonini quando dice che la gioia è ancora tutta da inventare ma posso aggiungere che ascoltando la sua voce e il suo pianoforte in questi Possibili Scenari...ci sentiamo davvero bene senza nessun perché!

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