Crede nel suo team, ama la condivisione, non segue le mode ma le anticipa e vorrebbe un mondo di sole donne intelligenti. Lui è Achille Lauro, romano di nascita, cittadino delle strade e giovane estremista nella fuga compulsiva dalla dura legge di mercato. Abbiamo intervistato il musicista alternativo con la testa piena di idee strambe capace di trasformare le lacrime di una vita in un fiume di sorrisi. LEGGI L'INTERVISTA
Achille Lauro pseudonimo di Lauro De Marinis. Perché questo soprannome?
Non l'ho scelto io. Chiamandomi Lauro ed essendo questo un nome molto originale, quand'ero piccolo capitava spesso l'associazione Lauro come Achille Lauro, l'armatore campano (proprietario dell'omonima nave che affondò nel 1994 nei pressi della costa somala, ndr) e allora ho deciso di sfruttarlo anche per la musica, non mi piaceva l'idea di inventarmi un nome a caso.
Ha recentemente dichiarato che il rap fa schifo, la trap ha rotto i cogl***i e che lei sta già tre passi avanti. Cioè?
La nostra dimensione non è né il rap né la trap, ma del cantautorato fatto a modo nostro, vere canzoni generazionali che abbiano un seguito di ragazzi più o meno giovani.
Non le piace essere chiamato trapper. Come le piace essere definito a parte "outsider"?
La trap è l'evoluzione dello street rap con un suono più violento, mantenendo sempre le tematiche più street con cui noi siamo nati. Noi abbiamo sempre fatto trap, anche nell'ultimo disco Pour L'amour ci sono brani trap, ma non siamo classificabili come trapper perché nei nostri dischi ci sono diverse contaminazioni, tanti stili differenti, non vogliamo piegarci a cosa impone il mercato. Siamo popstar, punk rocker, bohémien, un po' tutto...
Si sente parlare di "Samba Trap". Come la spiegherebbe a chi non se ne intende?
E' un esperimento: abbiamo combinato la trap con dei suoni più latini identificabili nella samba. E' semplicemnte una fusione tra quello che sta andando di moda adesso nel mondo contaminata con delle percussioni più latine.
Nel video di Mamacita appare una caliente Cecilia Rodriguez...
Abbiamo pensato che avendo la nostra stessa età ed essendo sudmaericana fosse la figura più adatta.
In Mamacita usa parole forti per descrivere l'amore: strappare, ammazzarsi, tagliare, lama, spina. E' così che lo vede?
Condividere è sempre difficile. La mia visione è quella di un amore sofferto e difficile, consegnarci nelle mani di qualcuno, fidandoci al cento per cento l'uno dell'altra sperando che nessuno dei due se ne approfitti.
Dice anche: "Basterebbe cancellare". Cosa vorrebbe cancellare della sua vita?
Della mia vita non vorrei cancellare niente. Nella canzone "Basterebbe cancellare" si riferisce al fatto che sembra una cosa scontata, basterebbe far finta di niente, ma non è possibile perché tutte le storie ti cambiano.
Sarà ospite protagonista del nuovo programma in prima tv assoluta su Sky Uno Mara Impara: la nuova musica. Che esperienza è stata? Si è divertito?
Io amo Mara. E' di un'intelligenza fuori dal comune, ha vissuto un altro mondo, ha lavorato con artisti incredibili come Lucio Battisti. E' stata proprio una bella conoscenza. Mi sono divertito "di brutto", è una persona saggia ed esperta, sa quello che dice.
E' stato ospite anche a X Factor 12, uno dei programmi più seguiti e amati di Sky Uno. Le è piaciuto?
Io sono un artista, ma anche manager di altri artisti, scoviamo talenti. Boss Doms è stato una nostra scoperta e lo abbiamo portato fino al successo. Questo per dire che il lavoro che fanno a X Factor io lo faccio tutti i giorni, un talento lo vedo anche in mezzo alla strada, riesco a immaginare come sarà. Mi sono piaciuti tutti i cinque ragazzi che ho visto a X Factor, anche se mi ha colpito uno in particolare...
Durante le prime selezioni di X Factor 12 si sono presentati tanti giovani rapper e trapper, ma molti di loro non hanno convinto i giudici. Come mai?
La Trap non è "roba" che nasce a X Factor, è come il rap, nasce dai marciapiedi. La trap la devi vivere, certo! Ma tutto devi vivere, anche l'amore altrimenti i pezzi d'amore sono "na' m***a"! La musica deve trasmettere. Prendi La luna bussò, io non penso che Loredana Bertè avesse voluto fare una hit estiva; è un pezzo che vende da più di quarant'anni e io la ascolto perché lei ci credeva davvero e non lo faceva solo per vendere il singolo (che poi non venderà).
Che musica ascolta?
Io ascolto tutto. Anche la musica classica, di certo la mattina appena mi sveglio non ascolto Mozart. L'abbiamo mischiata persino con canzoni nostre. La bella e la bestia è musica classica. Il nostro live si chiama La morte del cigno, anche questo è un richiamo alla musica classica. Per noi è qualcosa di molto elegante. Nei prossimi live (mercoledì 7 novembre all’Alcatraz di Milano e sabato 10 novembre all’Atlantico di Roma) vorremmo fare qualcosa di diverso, per spostarci dall'immaginario rap e per avvicinarci a un mondo più elegante, più sacro come può essere quello del balletto classico.
A chi si ispira?
La nostra forza è prendere tante contaminazioni. Ognuno di noi ha un proprio repertorio, dei gusti. Siamo forti perché siamo un gruppo di persone, partendo da me e Boss Doms, e fare di tutto un bel frappè.
Il featuring dei sogni con chi?
Con Vasco Rossi! (senza neanche pensarci un millesimo di secondo, ndr)
Sette i featuring con Gemitaiz, invece. Scontato dire che vi trovate bene quando lavorate insieme...
Gemitaiz si è tatuato una mia frase ancor prima di conoscermi. E' una persona umile che ho conosciuto grazie alla musica. Non ha paura di condividere le sue idee ed è nata una bella amicizia perché in primis è una bella persona. C'è sempre stata una stima reciproca e così ogni tanto "ci becchiamo e facciamo 'na strofa". L'ultimo brano Purple Rain è nato da un breve soggiorno di Gemitaiz nella villa in cui io e miei amici musicisti e professionisti abbiamo vissuto per più di un mese per creare l'album Pour L'amour.
Com'è nato il duo con Boss Doms?
Eravamo della stessa zona di Roma, ma avevamo giri diversi. Ci conoscevamo e ogni tanto ci beccavamo in giro. Apparteniamo a mondi completamente diversi, ci siamo incontrati, abbiamo lavorato e abbiamo provato a fare un album insieme. Io avevo notato che lui era un talento, di quelli che piacciono a me, quelli "da studio", non come la maggior parte dei pr che fanno solo pubbliche relazioni e non dedicano tempo alla musica, così ho pensato che potesse essere un buon partner. Io credo molto nell'avere un team fisso di persone che lavorano a un progetto comune per creare un successo.
Recentemente ha dichiarato che la sua generazione ha genitori assenti e i figli crescono da soli. Lei è cresciuto solo? Che tipo di esperienza è stata?
Io sono cresciuto completamente da solo da quando avevo quattordici anni. Questa esperienza per quanto sia stata dura, alla fine della fiera mi ha permesso di raccontare diverse cose in un certo modo, di esprimere una vena malinconica nelle canzoni, questa "attitudine" si è trasformata in arte. La sofferenza può avere riscontri positivi, basta saperla indirizzare.