The Post: la recensione del film di Spielberg con Tom Hanks e Meryl Streep

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Paolo Nizza

Arriva su Sky Cinema Uno, in prima tv. Lunedì 4 febbraio alle 21.15 ( e su Sky Cinema Hits alle 21.45) il film di Steven Spielberg The Post. Ambientato nel 1971 (in piena guerra del Vietnam) The Post racconta in maniera precisa e avvincente uno dei momenti cruciali della storia del giornalismo americano. Protagonisti della pellicola Meryl Streep e Tom Hanks, affiancati da un cast secondario in stato di grazia

"È la stampa, bellezza. La stampa! E tu non ci puoi fare niente. Niente"  

Con questa battuta pronunciata al telefono con in sottofondo il rumore delle rotative, Humphrey Bogart nei panni di un direttore di un giornale sventava L'Ultima Minaccia, nel celebre film del 1952 diretto da Richard Brooks.  Certo da allora i tempi sono cambiati e la carta stampata non se la passa benissimo.

Forse per questo in un’epoca soffocata da fake news, bufale e limitazioni alla libertà di Stampa, Steven Spielberg decide di ridare lustro al giornalismo con la schiena dritta e sceglie quindi di raccontare un episodio che cambiò la storia degli Stati Uniti e non solo.

Con perizia e talento, The Post ricostruisce lo scandalo dei Pentagon Papers e di come Il Washington Post e il New York Times si allearono per rivelare all'opinione pubblica le verità nascoste sulla guerra del Vietnam. E parliamo di segreti e menzogne perpetrate da ben quattro presidenti degli Stati Uniti. Da Truman a Eisenhower, fino a Kennedy e Johnson. 

Quindi film si trasfigura in una etica lezione di giornalismo, niente affatto pedante e retorica.

Anzi la consueta maestria registica di Spielberg riesce a trasformare la lotta per garantire la libertà di informazione in un'appassionante thriller politico e una sentenza della Suprema Corte degli Stati Uniti emoziona quanto la scoperta dell'assassino in un giallo. D'altronde Steven ha sempre dichiarato di essere nato con la macchina da presa attaccata agli occhi.

The Post inizia in Vietnam, nella giungla di una base militare dei marine nella provincia di Hau Nghia, per poi proseguire nella giungla d'asfalto degli uffici del Washington Post dove si svolge la maggior parte del film. Fra un’epifania di scrivanie, macchine da scrivere, agende da tavolo, telefoni, fogli di carta carbone, telefoni fissi, portacenere, mozziconi di sigaretta, linotype, fotocopiatrici Xerox, poster del film The Blob, pellicole in bianco e nero tramesse dalla tv, il film è anche l'incontro scontro fra due personalità così lontane eppure così vicine. Solennizzato dal 35 millimetri, che amplifica ogni dettaglio il rapporto fra l'editrice del Washington Post Katharine Graham e il direttore del giornale Ben Bradlee ha il fascino e la potenza dei grandi duetti della Hollywood dei tempi d'oro. Merito della mostruosa bravura di Meryl Streep e Tom Hank, ma anche della geniale capacità di mettere in scena i sentimenti, senza mai eccedere o risultare stucchevole. Eccellente anche il cast di supporto. Soprattutto Bruce Greenwood che interpreta il generale Robert S. McNamara, probabilmente una delle figure più controverse del ventesimo secolo.

Certo, The Post è anche una riflessione sulla condizione femminile, considerato che la Graham fu la prima donna a capo dell’impero mediatico della Washington Post Company in un mondo dominato dai maschi. Sicché la pellicola concentra la propria attenzione sul quotidiano fondato da Stilson Hutchins nel 1877 lasciando sullo sfondo il New York Times (il giornale autore dello scoop) e i suoi celebri lampioni bianchi. 

Non a caso nel film viene citato un infelice aforisma di Samuel Johnson: "Una donna che predica è come un cane che cammina sulle zampe posteriori. Non lo fa bene, ma è comunque incredibile che riesca a farlo."
Ma The Post è soprattutto una pellicola che ci ricorda che il vero giornalismo dovrebbe essere al servizio dei governati e non dei governanti. Senza trasformare i reporter in eroi senza macchia e senza paura perché per esempio il film ci mostra che Bradlee fu assai reticente nel raccontare la presidenza Kennedy, in quanto amico di famiglia. Tuttavia, per citare le parole Phil Graham, marito di Katharine: "una notizia è la prima bozza della Storia". E chi non la conosce è condannato a ripeterla. Come insegnerà lo scandalo Watergate che vedrà ancora una volta protagonista il Washington Post e l’amministrazione Nixon. Ma qesta, appunto, è un'altra storia.


La Trama di The Post



1971: Katharine Graham (Meryl Streep) è la prima donna alla guida del The Washington Post in una società dove il potere è di norma maschile, Ben Bradlee (Tom Hanks) è il duro e testardo direttore del Nonostante Kay e Ben siano molto diversi, l’indagine che intraprendono e il loro coraggio provocheranno la prima grande scossa nella storia dell’informazione con una fuga di notizie senza precedenti, svelando al mondo intero la massiccia copertura di segreti governativi riguardanti la Guerra in Vietnam durata per decenni.

La lotta contro le istituzioni per garantire la libertà di informazione e di stampa è il cuore del film, dove la scelta morale, l’etica professionale e il rischio di perdere tutto si alternano in un potente thriller politico.

I due metteranno a rischio la loro carriera e la loro stessa libertà nell’intento di portare pubblicamente alla luce ciò che quattro Presidenti hanno nascosto e insabbiato per anni.

Per la prima volta nella sua lunga carriera Steven Spielberg dirige in The Post la coppia premio Oscar Meryl Streep e Tom Hanks, con una sceneggiatura scritta da Liz Hannah e Josh Singer.

Nel cast Alison Brie, Carrie Coon, David Cross, Bruce Greenwood, Tracy Letts, Bob Odenkirk, Sarah Paulson, Jesse Plemons, Matthew Rhys, Michael Stuhlbarg, Bradley Whitford e Zach Woods

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