Escobar - Il Fascino del Male: la recensione

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Fabrizio Basso

Javier Bardem e Penelope Cruz
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Ha cambiato il metodo e la mentalità criminale negli ultimi decenni. Lui è Pablo Escobar, il signore del cartello di Medellin morto nel 1993. Escobar - Il Fascino del male ripercorre la sua vita partendo da quando è un affermato uomo d'affari. Lo interpreta Javier Bardem, al suo fianco Penelope Cruz. In prima tv, lunedì 25 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno

(@BassoFabrizio)

Un film che si è arroventato sotto la cenere per lungo tempo prima di tradursi in fuoco, una ondata di calore ribattezzata, come i migliori cicloni tropicali, con un nome e una precisazione: Escobar - Il fascino del male. A interpretare l'uomo che ha cambiato la storia del crimine negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso è Javier Bardem. Mentre il ruolo di Virginia Vallejo, la giornalista da un cui libro (Loving Pablo, Hating Escobar) è nato il film e che è stata sentimentalmente legata al boss del cartello di Medellin, è affidato a Penelope CruzPablo Emilio Escobar Gaviria è nato a Rionegro, l'1 dicembre 1949 ed è morto a Medellín il 2 dicembre 1993. E' considerato uno dei più noti e ricchi trafficanti di cocaina di sempre e ha avuto anche una fugace carriera politica. Conosciuto come Il Re della cocaina, è considerato il criminale più ricco della storia, titolare di un patrimonio stimato oltre 30 miliardi nei primi anni Novanta. Equibarabili, oggi, a una cifra intorno ai 55 miliardi di dollari. Bardem, che del film è anche produttore, ha detto che la figura di Escobar ha iniziato ad affascinarlo nel 1998 e che gli sono capitati sul tavolo vari copioni che lo volevano nei suoi panni: ma nessuno lo ha colpito perché, , a suo dire, non andavano oltre la figura stereotipata del boss.

Javier Bardem e il suo team di collaboratori hanno scelto di concentrarsi su aspetti poco approfonditi della sua vita: assistiamo alla sua feroce ascesa verso la leadership del Cartello. In questa corsa al potere ci sono la parentesi politica e poi l'amore per la Vallejo che per lui è stato gioia e tormento. Gioia perché ha portato serenità a quest'uomo che ormai viveva quasi da recluso per paura di essere ucciso, tormento perché dopo averlo amato ha scelto di collaborare con la giustizia per farlo arrestare. Ma la giornalista non si è fermata qui: ha denunciato la corruzione della classe politica colombiana collezionando un interessante numero di minacce di morte. Pablo Escobar ha regnato sulla Colombia per due decenni al punto da diventare uno dei sette uomini più ricercati al mondo. Il suo dominio è costruito su almeno tremila morti e su un commercio che nel massimo splendore forniva agli Stati Uniti circa l'80 per cento della cocaina per un giro di affari di quasi 22 miliardi di dollari annui.

Quello che colpisce vedendo Escobar - Il Fascino del Male è l'umanizzazione dei personaggi. In particolare dal punto di vista di Virginia-Penelope. I produttori e il regista Fernando Leòn De Aranoa scavano nell'anima di questa donna che in una prima fase, innamorata di Escobar-uomo, lo sostiene e lo incita a entrare in politica. Poi, sconvolta dall'Escobar-boss, scivola sull'altro lato della luna e collabora per dissodare dalle radici il suo regno. Ma le dinamiche affettive tra i due sono le stesse di una coppia normale, di due amanti che si danno corpo, anima e cultura. L'azione è forte nel film, ci sono scene che lo spettatore subisce, ma quello che alla fine resta sono altri piani di lettura, quelli che tengono in equilibrio, o fanno scivolare, una relazione: amore, odio, avidità, ambizione, gioia e dolore.

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