Oscar 2019, 5 cose da sapere su Mahershala Ali

Spettacolo

Andrea Cominetti

Conosciamo meglio l'attore di «Green Book», già premio Oscar nel 2017 grazie alla sua intensa interpretazione in «Moonlight» e candidato quest'anno nella categoria Migliore Attore non Protagonista

A due anni di distanza dal suo primo Oscar (miglior attore non protagonista per «Moonlight»), Mahershala Ali tenta la doppietta con il pianista Don Shirley di «Green Book», grazie a cui ha già trionfato sia ai Golden Globes sia ai Critics' Choice Awards. Nell’attesa, ecco cinque cose su di lui che forse non sapete.

Il vero lunghissimo nome


Nato nel 1974 a Oakland e cresciuto a Hayward, in California, Mahershala Ali è figlio di una ministra di culto battista e di un ballerino e performer a Broadway. Nato come Mahershalalhashbaz Gilmore, un nome che viene dalla Bibbia, dal Libro di Isaia, e che in ebraico, significa «rapida preda, pronto bottino», l’attore ha successivamente scelto di accorciarselo anche per «esigenze di copione»: il nome era, infatti, troppo lungo (non a caso, è il più lungo presente nel libro sacro) per riuscire a stare all’intero di un poster cinematografico.

Il basket e la passione per l’hip hop

L’attore si è formato al St.Mary’s College, dove è entrato grazie a una borsa di studio per il basket, ma ben presto ha capito che l’NBA non era il suo futuro. Per questo, si è laureato in comunicazione, avvicinandosi, tra l’altro, anche alla musica e all’hip hop: una passione che è poi rimasta negli anni, considerando che tra il 2006 e il 2007 ha realizzato due dischi con lo pseudonimo di Prince Ali.

Gli studi e i primi ruoli al cinema e in Tv


Nonostante tutto, però, la sua grande passione è sempre stata la recitazione, che ha studiato alla New York University diplomandosi nel 2000. Da lì, una lunga gavetta, con i primi ruoli in televisione: il dottor Trey Sanders nella serie «Crossing Jordan» e qualche apparizione all’interno di serie più cult come «CSI», «Lie to Me» e «Law & Order». Successivamente sono arrivate anche le prime marginali parti al cinema in film importanti: «Il curioso caso di Benjamin Button» (2008), «Come un tuono» (2012) e la saga di film di «Hunger Games».

La svolta con «Moonlight»


È, però, ancora grazie alla serialità che l’attore è riuscito a farsi conoscere: prima con il ruolo di Remy Danton, il lobbista del Congresso di «House of Cards», poi con Cornell ‘Cottonmouth’ Stokes nella serie Marvel «Luke Cage». Personaggi che gli hanno permesso di essere notato dal pubblico e anche da Berry Jenkins, che lo ha voluto per il pluripremiato «Moonlight», grazie a cui, nel 2017, ha vinto il suo primo Oscar come migliore attore non protagonista. Da allora, la strada è stata in discesa, con una serie di nuove occasioni che aspettavano soltanto lui: da «Green Book» alla terza stagione di «True Detective», di cui è l’assoluto protagonista.

La vita privata


Sul versante privato, Ali è sposato Amatus Sami-Karim, un’artista e compositrice. I due si sono conosciuti mentre frequentavano la New York University, si sono sposati nel 2013 e hanno avuto una figlia nel 2017, giusto qualche giorno prima della cerimonia di consegna degli Oscar.

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