Candidato all’Oscar come Miglior Film, La forma dell’Acqua (Shape of Water) di Guillermo del Toro, ci porta all’interno di una nuova fiaba adatta tutti, ambientata, all'inizio degli anni '60, in America sullo sfondo della Guerra Fredda. Nel segretissimo laboratorio governativo di massima sicurezza, la solitaria Elisa (Sally Hawkins) lavora in regime di massimo isolamento. La vita di Elisa cambia per sempre quando lei e la sua collega Zelda (Octavia Spencer), scoprono un esperimento Top Secret
La trama
Una vera e propria favola che incanta e fa sognare questo La forma dell'acqua (The Shape of Water) di Guillermo Del Toro, Leone d'Oro alla 74/ma Mostra di Venezia, due Golden Globes (miglior regista e colonna sonora ad Alexandre Desplat), ben quattro Critic's Choice e 13 nomination all’ Oscar 2018. Un capolavoro di musica, mistero, fumetto noir, fantasy e sentimenti che guarda di diritto agli Oscar. Il film ci porta negli Stati Uniti del 1963 in piena guerra fredda. Ed esattamente in un laboratorio del governo americano, che sembra disegnato per un fumetto di supereroi, dove è racchiuso un misterioso uomo-pesce. Qui troviamo Elisa (la straordinaria attrice inglese Sally Hawkins già candidata come miglior attrice ai Golden Globes) algida e sexy allo stesso tempo, una donna delle pulizie muta ("la principessa senza voce") che, con efficienza, va su e giù per il laboratorio insieme alla sua amica di colore Zelda (Octavia Spencer). Ma in questa struttura, dove a capo della sicurezza c’è il cinico ed azzimato Strickland (Michael Shannon), nasce comunque l'amore. Un amore tra due esseri singolari, due 'diversi': la creatura acquatica, dio-pesce-antropomorfo, (identico a Il mostro della laguna nera, film del 1954 di Jack Arnold) e l'impacciata Elisa. Lei comincia a portargli di nascosto delle uova, di cui è ghiotto, e lentamente, tra i due nasce qualcosa di più profondo come capita spesso a chi si trova, anche se per motivi diversi, ai margini. Un amore che, teneramente, è anche consumato in tutta la sua pienezza (per farlo la coppia deve riempire d'acqua la stanza da bagno).
Il cast
Sally Hawkins, Octavia Spencer, Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones e Michael Stuhlbarg
Data di uscita in Italia
14 febbraio 2018 con Fox Searchlight
La locandina
I premi
Il film ha vinto il Leone d'Oro al Festival di Venezia 2017 e 2 Golden Globe, Ha ottenuto 12 nominations per i BAFTA Awards e 13 nomination agli Oscar 2018 (miglior film, regia, attrice protagonista, attore non protagonista, attrice non protagonista, sceneggiatura originale, montaggio, costumi, fotografia, scenografia, montaggio sonoro, sonoro, colonna sonora originale.
La colonna sonora
La colonna sonora originale è stata realizzata da Alexandre Desplat;(Premio Oscar con Grand Budapest Hotel e Golden Globe con Il Velo Dipinto) completata da altri brani di Madeleine Peyroux, Carmen Miranda, Caterina Valentine, la celebre A Summer Place di Andy Williams e la splendida You’ll Never Know interpretata da Renée Fleming che fanno da sfondo a questa affascinante storia d’amore.
Alcune curiosità
Originariamente il film avrebbe dovuto essere in bianco e nero. Ma poi Del Toro si convertì al colore per ragioni produttive/di budget. La pellicola in bianco e nero sarebbe stata giustificata da un budget di 16 milioni ma Del Toro ne aveva a disposizione altri 3. (per farlo la coppia deve riempire d'acqua la stanza da bagno).
Per costruire la propria creatura pisciforme, il regista ha preso spunto da un film fantascientifico (con risvolti horror) del 1954, Il Mostro della Laguna Nera, che raccontava di una spedizione nel Rio delle Amazzoni dove un gruppo di esploratori in una laguna s'imbatteva in un essere ibrido tra uomo e pesce, ostile agli umani e in grado di uccidere. Del Toro vide il film quando era piccolo e ne rimase sconvolto. Anzi, la sua prima idea era proprio quella di occuparsi di un remake dell'horror sci-fi, ma poi preferì riscrivere una storia d'amore
A interpretare la creatura pisciforme del film è Doug Jones, L'attore in Hellboy interpretava un uomo anfibio, Abraham "Abe" Sapien.
DARE FORMA AGLI EFFETTI VISIVI
Il supervisore agli effetti visivi del film, Dennis Berardi, un collaboratore regolare di Del Toro, è diventato un altro partner fondamentale nel dare piena vita alla creatura. Quando Berardi ha letto THE SHAPE OF WATER è rimasto travolto dai sentimenti e anche dall'eccitazione, per ciò che aveva davanti. "Ho potuto immaginare come la mia squadra avrebbe potuto dare un reale contributo alla componente emotiva del film e ho voluto esserci.", ricorda. Berardi ha iniziato creando una copia digitale di Doug Jones nella tuta prostetica. "Guillermo voleva che la creatura fosse in grado non solo di emozionare come Doug, ma anche di muoversi sott'acqua in un certo modo, quindi abbiamo dovuto fare un sacco di prove di movimento con il nostro team di animazione per il nostro Mr. X e siamo arrivati al punto in cui potevamo creare una versione digitale della creatura, in grado di replicare la bella performance di Doug.", dice. La creazione dei movimenti subacquei è stato un intenso processo di ricerca che ci ha portato ad osservare non solo i nuotatori olimpici, ma anche specie acquatiche come gli squali, le pulcinelle di mare, le lontre e i pinguini. "Abbiamo osservato qualsiasi cosa che si muovesse con grazia nell'acqua, per fondare tutto su una base reale.", spiega Berardi. Il risultato è stato uno specchio digitale che rifletteva la potente recitazione di Jones aggiungendo la dimensione di una creatura che non esiste, il reale e l'irreale che si allineano in sincrono; Berardi ha anche giocato con i colori della creatura, cambiandoli il linea con il suo umore. "La nostra speranza è che il pubblico non sia in grado di distinguere tra la versione digitale della creatura e Doug Jones. La performance di Doug ha dato forma alla nostra animazione e penso che la nostra animazione abbia a sua volta influenzato come Doug è stato fotografato. Se il pubblico non riuscirà a distinguerli, saremo riusciti nel nostro intento.", dice Berardi. La conoscenza enciclopedica di Del Toro della storia cinematografica, in particolare quella dei ‘monstermovie’, è stata una risorsa costante. "Conosce le creature come il dorso della sua mano." -afferma Berardi- "Non posso mostrargli un riferimento a un qualche film, che può dissezionare il metodo usato per creare il mostro. Questo 21 gli dà la capacità unica di spiegarti ciò che vuole, basandosi sulle cose che ha visto e su quello che immagina. Ti dà un'ispirazione magica, poi ti sfida a portare le tue idee al tavolo, una cosa molto gratificante."