Orfeo, una nuova via italiana ai film tratti dai fumetti

“Orfeo” di Virgilio Villoresi, al cinema con Double Line, è tratto da “Poema a fumetti” di Dino Buzzati, quello che, dice la breve prefazione del libro, è “il primo graphic novel italiano” . Gli elementi in comune sono tantissimi. Dall’estetica del racconto, costantemente sospesa tra sogno ed erotismo, al tono stesso della storia, che si infila tra le pieghe dei pensieri, che accenna, cita, che si trasforma gradualmente nel corso del racconto. Addirittura ci sono alcune inquadrature che riprendono fedelmente, uno a uno, delle tavole e dei disegni di Buzzati. Villoresi ha fatto un lavoro straordinario sotto diversi punti di vista. Ci teneva, e si vede, a omaggiare “Poema a fumetti”, un’opera che secondo Buzzati avrebbe diviso i suoi lettori. Allo stesso tempo, però, Villoresi ha trovato anche il modo per girare il suo film, inserendo delle novità e delle differenze. A cominciare dallo stesso protagonista, Orfeo, nel film interpretato da Luca Vergoni. Orfeo nel fumetto e nel film In “Poema a fumetti” Orfeo è il discendente di una famiglia nobiliare e fa il chitarrista; le sue canzoni sono riprese ovunque. Racconta storie, parla di streghe, di donne incredibili e di un amore quasi magico. Nel film di Villoresi, Orfeo è un pianista. La musica, però, continua ad avere un ruolo centrale all’interno della trama, perché è ciò che gli permette di farsi strada all’Inferno, dove si dirige per trovare Eura, la donna che ama . Nel fumetto, la loro relazione viene appena accennata: ci viene detto che i due stanno insieme, ma non ci vengono dati altri dettagli. Ci affidiamo completamente a Buzzati, credendogli quando dice che per Orfeo – Orfi, anzi, come lo chiamano tutti – Eura rappresenta ogni cosa. Nel film, Villoresi va decisamente più a fondo, mostrandoci non solo il rapporto tra i due, il tempo che passano insieme, in una casa di Orfeo che nel fumetto non c’è, ma raccontandoci anche il momento in cui si sono incontrati per la prima volta. Il loro amore, così, diventa qualcosa di più di un colpo di fulmine o di una relazione duratura; si trasforma in una costante, in un porto sicuro, un luogo dove tensione e timidezza rispondono allo stesso richiamo e si assomigliano terribilmente. La centralità della musica In “Poema a fumetti”, le canzoni di Orfeo sono centrali: quando si ritrova in mezzo ai morti, alla corte di un demone, è l’unico modo che ha per farsi ascoltare e per ottenere ciò che vuole, un permesso speciale per andare a cercare Eura. I mostri, gli spirti e le diavolesse di cui canta si mischiano alle sue storie e alla sua musica. Nel film di Villoresi, invece, fanno quasi parte del viaggio; assumono un altro spessore – grazie, soprattutto, all’animazione tradizionale e a quella in stop motion – e un altro ruolo. E poi il nudo femminile, nell’opera di Buzzati, è onnipresente. Volutamente esagerato ed esaltato, insistentemente ripreso e offerto agli occhi del lettore, proprio per dire che il percorso di Orfeo è fatto di tentazioni e incertezze e che il sesso, tanto quanto qualunque altra cosa, fa parte della normalità della vita quotidiana. Anche nel film di Villoresi c’è una ricerca del bello e della sensualità, con un altro equilibrio e altre esigenze. Villoresi non esagera; non spinge l’acceleratore di un erotismo carico e, per certi versi, esasperato. Sta attento. Usa i corpi e gli sguardi, le mani e le gambe come una punteggiatura all’interno di un capitolo – uno preciso, facile da identificare – del racconto. Anche il ruolo di alcuni personaggi, come l’Uomo Verde interpretato da Vinicio Marchioni, cambia. Nel film ha uno spazio diverso: non minore o mortificato, no, ma con un altro senso e un altro peso. Una nuova dimensione per "Poema a fumetti" “Orfeo” di Villoresi dimostra che possiamo lavorare in modo intelligente sui nostri fumetti e su una particolare tradizione letteraria. Senza stravolgere le storie o essere ossessivamente decisi a cambiare l’ambientazione e i personaggi. Soprattutto, dimostra che una certa estetica, così magnifica, così sontuosa, può essere trasformata in uno strumento narrativo potentissimo anche al cinema. Per carità: Villoresi ha lavorato al suo film per diversi anni, impegnandosi e tornandoci su innumerevoli volte, eppure è evidente la qualità del risultato finale. “Poema a fumetti” di Buzzati vive oltre la carta, in un’altra dimensione, in un altro linguaggio. Ed è un’ottima occasione per recuperarlo. L’edizione più recente è pubblicata da Mondadori.

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Orfeo, una nuova via italiana ai film tratti dai fumetti

Gianmaria Tammaro