Generazione romantica, il film di Jia Zhangke che racconta una Cina in divenire

Il 17 aprile è uscito al cinema “Generazione romantica”, il nuovo film di Jia Zhangke. Si tratta di un’opera complessa per diverse ragioni. Innanzitutto, per il modo in cui è stata girata e – non usiamo questo termine a caso – messa insieme dal regista. Nel corso degli anni, Jia Zhangke ha registrato clip, raccolto materiali e li ha tenuti da parte fino al lockdown e alla pandemia. Durante quel periodo, ha deciso di rimaneggiarli e di realizzare un unico montaggio creando una storia completamente nuova, che solo in parte è stata girata con attori professionisti e che in alcuni segmenti si trasforma quasi in un documentario. Una storia che fa da specchio alla Cina È un film in continuo divenire, “Generazione romantica”. E la storia che racconta, che è sostanzialmente una storia di amore, diventa quasi uno specchio. Non tanto per la protagonista, interpretata da Zhao Tao, bravissima. Quanto per la Cina. Cambiano i colori, cambia la fotografia; cambiano addirittura la resa delle immagini, il tipo di inquadrature e il modo in cui vengono costruite le singole scene. Eppure resiste, ed è evidente, uno strato più profondo fatto di malinconia e speranza. La protagonista del film si mette in viaggio per ritrovare il suo vecchio fidanzato, scomparso da diverso tempo. E nel corso di questo viaggio, viene in contatto non solo con altre persone ma soprattutto con sé stessa. E quindi si riscopre, capisce quali sono le sue priorità; realizza ciò che, rimanendo in perenne attesa, ha finito per perdere. E prende finalmente le sue decisioni. Un'eccezione nel panorama cinematografico mondiale “Generazione romantica”, distribuito da Tucker Film, si trasforma in una riflessione quasi esistenziale su una donna e il suo futuro. La Cina, come dicevamo poco fa, si evolve nel corso di questo film. E si evolvono anche le persone che la abitano. Più o meno legate al passato, più o meno giovani, a tratti arroganti, a tratti gentili; spesso, ma non sempre, sincere. Dire che questo film è un esperimento non rende pienamente giustizia alla visione e al talento di Jia Zhangke. Ma è innegabile che l’evoluzione stessa del racconto, con la sua struttura e le tante intuizioni narrative, è un’eccezione all’interno del panorama cinematografico contemporaneo. Un film sospeso che non si ripete Jia Zhangke sembra essere più interessato al modo in cui le immagini – registrate prima o dopo, e registrate con un qualche obiettivo in mente – si incastrano le une con le altre, e trovano un loro andamento e una loro direzione. E nel frattempo, si assicura pure di proteggere il cuore pulsante della storia. È un film sospeso, “Generazione romantica”. Sospeso perché non insiste, non si ripete, perché prova a seguire il flusso di ciò che succede sullo schermo; sospeso perché concentrato sulle piccole cose, sulle espressioni, sul modo – a volte artificioso, altre volte più spontaneo – in cui interagiscono le persone . Può suonare retorico, e lo sappiamo, ma “Generazione romantica” è un film a cui è importante abbandonarsi. La Cina tra passato e presente Nella sua carriera, Jia Zhangke ha sempre provato a raccontare la Cina mettendola a nudo, fotografandone l’essenza e riprendendone i tratti caratteristici. In questo caso, sfrutta il viaggio della sua protagonista per allargare la dimensione narrativa. L’amore, che fa da filo rosso nella trama, serve per tenere insieme i vari momenti tra passato e presente. È uno sguardo gentile sulle tradizioni, sul progresso e sui profondi cambiamenti che travolgono la società cinese. Ma gentile non significa superficiale. Questi cambiamenti vengono messi in risalto anche dalla recitazione e dalla confezione, intesa in senso letterale, delle immagini. Una rivoluzione per la protagonista “Generazione romantica” è tante cose contemporaneamente, ma la sua complessità stilistica, di cui abbiamo parlato all’inizio, non condiziona in alcun modo la sostanza del suo contenuto. Anzi, lo esalta e lo offre allo spettatore sotto una luce differente: più a fuoco, meno mediata e spudoratamente onesta. Ed è bello, “Generazione romantica”. Bello perché, per buona parte del tempo, si limita a essere, a non giudicare e a mettere in scena una storia d’amore che apparentemente non ha niente di nuovo o di straordinario ma che riesce comunque a essere una rivoluzione per la sua protagonista. Proprio perché le permette di spostarsi, di viaggiare e di guardare il mondo – che è la Cina, poi – con un altro sguardo. Uno meno innocente, forse, ma estremamente innamorato.

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