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Cinema, l'allarme delle associazioni di settore: “Siamo al collasso, ora nuovo tax credit"

Cinema
©Getty

Il settore cinematografico italiano lancia un sos: crisi occupazionale e culturale minacciano il futuro del cinema indipendente. Le associazioni chiedono interventi urgenti sul tax credit

Il settore del cinema e dell'audiovisivo italiano è in crisi da oltre un anno, con gravi conseguenze su occupazione e produzione. Le associazioni di categoria, che rappresentano la maggior parte dei professionisti del settore, lanciano un appello al governo firmato da numerose sigle, tra cui 100Autori, Anac e Air3 chiedendo interventi immediati per evitare il collasso. 

Richieste al governo

"Le regole del nuovo tax credit e dei finanziamenti selettivi, con una brusca interruzione all'evoluzione del settore, hanno reso impossibile l'accesso alla maggioranza delle piccole e medie produzioni relegando la possibilità produttiva solo a pochi eletti" protestano le associazioni che mettono in guardia: "Il cinema indipendente è a rischio estinzione, quel cinema da dove provengono i nuovi autori attraverso i quali si costruisce e si preserva il futuro culturale del nostro Paese, che è anche ispirazione per il resto del mondo". "Da crisi dell'occupazione si è giunti rapidamente a una crisi culturale. È urgente che il Governo e le Istituzioni rispondano alle necessità del settore cinematografico e audiovisivo con la massima priorità" dicono quindi le associazioni che chiediamo l'emissione tempestiva dei decreti correttivi del tax credit e della documentazione richiesta dai giudici del Tar del Lazio, per "avere regole chiare e costanti che possano permettere a tutti i soggetti coinvolti di operare democraticamente in condizioni di certezza e stabilità. Non possiamo permetterci di aspettare oltre: il settore ha bisogno di risposte concrete".

Le associazioni coinvolte

A firmare la petizione sono 100Autori (Associazione dell'Autorialità Cinetelevisiva) - Aic (Autori Italiani della Cinematografia) - Air3 (Associazione Italiana Registi) - Aitr (Associazione Italiana Tecnici di Ripresa) - Aits (Associazione Italiana Tecnici del Suono) - Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) - Apai (Associazione del Personale di Produzione Audiovisivo) - Apci (Associazione Pittori Cinematografici Italiani) - Cacao (Comparto Audiovisivo e Cinema Auto Organizzato Puglia) - Ccs (Collettivo Chiaro Scuro) - Doc.it (Associazione Documentaristi Italiani) - Emic (Associazione Elettricisti e Macchinisti Italiani) - Rcas (Rete Cine-Audiovisivo Sicilia) - Rcp (Rete Cinema Piemonte) - Rcs (Rete Cinema Sociale) - Mujeres nel Cinema (Associazione di donne nel cinema e nell'industria dell'audiovisivo) - #Satdc (comitato #Siamoaititolidicoda) - Ueci (Unione Esercenti Cinematografici Italiani) - Wgi (Writers Guild Italia).

Le prime Reazioni Contrastanti nel Settore Cinematografico: Tra Ottimismo e Allarme

La crisi del cinema italiano suscita reazioni diverse. Chiara Sbarigia, presidente di Apa, pur riconoscendo la preoccupazione, sottolinea che i set sono attivi e invita a "sburocratizzare il tax credit" piuttosto che alimentare l'allarme. "Speriamo e imploriamo che si vada avanti col tax credit, abbiamo seguito l'iter di riforma, abbiamo dato suggerimenti", afferma Sbarigia, precisando che il problema principale riguarda le piccole produzioni cinematografiche, non l'audiovisivo.

Di tutt'altro avviso Sandro Ruotolo, responsabile Cultura del Partito Democratico, che accusa il governo di "uccidere" il cinema. "Il cinema è malato ma il governo ha deciso di ucciderlo", dichiara Ruotolo, denunciando il ritardo nell'emanazione dei decreti correttivi del tax credit. "Hanno ragione le associazioni ANAC, 100 Autori e Air3 che chiedono di varare i decreti", aggiunge, sottolineando la sofferenza dei lavoratori dietro le star dei festival e la chiusura delle sale cinematografiche.

Anche i componenti democratici della commissione cultura della Camera esprimono forte preoccupazione, accusando il governo di essere "direttamente responsabile del tracollo dell'industria cinematografica e audiovisiva". "Il governo è direttamente responsabile del tracollo dell'industria cinematografica e audiovisiva italiana. Ed è gravissimo che, di fronte a una situazione confermata oggi dai dati diffusi dagli operatori del settore, l'esecutivo continui a negare l'evidenza." affermano i democratici. Sottolineano l'abbandono del settore da parte dei professionisti e la fuga delle produzioni internazionali, chiedendo un "drastico cambio di rotta" e misure urgenti per rilanciare il settore. "Le produzioni italiane - aggiungono i democratici - sono ferme, come certificato persino dal sito del Ministero della Cultura, mentre quelle internazionali hanno abbandonato il nostro Paese, preferendo investire altrove."

La Risposta del Governo: Produzioni Attive e Riforma in Corso

Lucia Borgonzoni, Sottosegretaria di Stato alla Cultura, risponde alle accuse, affermando che "è tutto a posto per il tax credit". "Basta vedere sul sito Italy for movies dove ci sono le produzioni ora attive in Italia, sono 37", dichiara Borgonzoni, precisando che l'udienza del TAR è stata spostata a maggio e che a breve sarà pubblicato l'ultimo correttivo.

In merito alle accuse del Partito Democratico, Borgonzoni ribatte che "il problema che c'è stato nell'audiovisivo viene da un governo di prima, mi dispiace dire che è Franceschini, perché queste modifiche andavano fatte molto prima". La sottosegretaria accusa l'opposizione di "cavalcare questa cosa dando l'idea anche agli operatori internazionali che vengono a lavorare in Italia che qui ci siano dei problemi, che non ci sono soldi e che nessuno sta girando. Stanno facendo un danno al settore."

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