Il sindacato degli attori americani ha rifiutato "l'ultima e definitiva" proposta degli Studios sulle misure da includere nel nuovo contratto degli interpreti. Le due parti sono ancora lontane "su diverse questioni essenziali, tra cui l'Intelligenza artificiale", ha scritto Sag-Aftra in una breve nota ufficiale
Il sindacato degli attori americani ha rifiutato "l'ultima e definitiva" proposta degli Studios sulle misure da includere nel nuovo contratto degli interpreti.
Le due parti sono ancora lontane "su diverse questioni essenziali, tra cui l'Intelligenza Artificiale", ha scritto Sag-Aftra in una breve nota ufficiale.
“Torneremo al più presto al tavolo, perché tutti vogliamo ricominciare a lavorare", ha dichiarato all'ANSA Ted Sarandos, ceo di Netflix, al margine di un evento a Los Angeles. Con il no del sindacato, sfuma dunque la possibilità di chiudere in giornata lo sciopero cominciato lo scorso 14 luglio. Non si sa quando le parti riprenderanno il negoziato.
Lo sciopero sta bloccando le produzioni di film e serie da più di cento giorni
Continua così la protesta che sta bloccando le produzioni di film e serie televisive ormai da più di cento giorni.
Hollywood è ferma da quasi sei mesi: due mesi e mezzo prima degli attori, infatti, erano stati gli sceneggiatori a indire lo sciopero. Gli sceneggiatori sono infine tornati al lavoro a fine settembre.
Tra i punti più spinosi della disputa - su cui le parti hanno trattato nell'ultimo giro di negoziati cominciato circa dieci giorni fa - ci sono quelli legati all'utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nelle produzioni, quelli riguardanti la spartizione dei profitti per le opere in streaming e anche quelli inerenti agli aumenti salariali.
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Il sindacato vuole "ottenere l'accordo giusto e quindi porre fine in modo responsabile a questo sciopero"
Il sindacato degli attori americani ha affermato che ogni membro del suo comitato negoziale "è determinato a ottenere l'accordo giusto e quindi porre fine in modo responsabile a questo sciopero", come riporta in queste ore la CNN.
Sabato 4 novembre, il sindacato ha dichiarato di aver ricevuto e stava esaminando la proposta dell'Alliance of Motion Picture and Television Producers, che ha definito la sua come "l'ultima, migliore e finale offerta".
I membri della sopracitata AMPTP includono Disney, Netflix, NBCUniversal e Warner Bros.
"Non è ancora chiaro quando verrà raggiunto un accordo per porre fine allo sciopero, che dura ormai da quasi quattro mesi, ma la situazione si è fatta sempre più urgente negli ultimi giorni mentre le due parti lavorano per risolvere la situazione in tempo per salvare il resto della stagione televisiva invernale", scrive Ramishah Maruf in un articolo apparso poche ore fa sul sito della CNN.
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Il sindacato: "Non possiamo poter accettare l'ultima migliore offerta degli studios"
Il sindacato che rappresenta gli attori statunitensi in sciopero ha dichiarato di non poter accettare "l'ultima, migliore e ultima offerta" degli studios avanzata durante il fine settimana nel tentativo di porre fine a uno stallo durato mesi che ha paralizzato Hollywood. I negoziatori della Screen Actors Guild stanno riflettendo sulla proposta da sabato scorso, mentre gli studi cinematografici tentano di fermare un'agitazione che ha bloccato la produzione televisiva e cinematografica per quattro mesi.
Ricordiamo che la Screen Actors Guild rappresenta circa 160.000 artisti. Gli attori al di sotto delle alte sfere di Hollywood affermano che è diventato quasi impossibile guadagnarsi una vita dignitosa, dal momento che i vecchi tetti salariali non sono riusciti a tenere il passo con l'inflazione e i cambiamenti del settore. A essere al centro delle polemiche è, in particolare, la crescita delle piattaforme di streaming, che in genere ordinano meno episodi per serie e pagano "residui" minimi quando uno spettacolo di successo viene rivisto. Tutto ciò ha contribuito a erodere le entrate degli attori. Un altro punto caldo è quello relativo all’Intelligenza Artificiale, il cui ricorso - in particolare l'utilizzo delle sembianze di un attore molto tempo dopo le riprese - è considerato un punto assai critico.
Gli studi nel frattempo hanno già ritardato l'uscita di film importanti, come Dune: Part Two e il prossimo capitolo di Mission: Impossible. Sono ansiosi di riavviare le produzioni di programmi di successo come Stranger Things in tempo per il prossimo anno.
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Uno sciopero contemporaneo di attori e sceneggiatori non avveniva dal 1960
Quando è incominciato lo sciopero degli attori, si trovavano nella stessa situazione di stallo anche gli sceneggiatori. Uno stop contemporaneo di questi due comparti della produzione cinematografica statunitense non avveniva dal 1960, quando le proteste furono guidate dall'attore - e futuro presidente degli Stati Uniti - Ronald Reagan.
L'accordo con gli sceneggiatori è stati chiuso nel settembre 2023.
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Il costo complessivo del blocco è pari ad almeno 6,5 miliardi di dollari
Si stima che il costo complessivo del blocco sia pari ad almeno 6,5 miliardi di dollari. La scorsa settimana, il capo negoziatore del sindacato degli attori, Duncan Crabtree-Ireland, ha dichiarato di essere "cautamente ottimista" dopo il raggiungimento di un compromesso tra le parti sulle richieste di un salario minimo e su un meccanismo di bonus per l'apparizione in spettacoli o in film di successo.
Le tutele e le compensazioni per l'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale proposte dagli studios appaiono invece ancora insufficienti agli attori.