Biancaneve senza principe e senza nani, le storie riviste per il politically correct
È polemica per l'ultimo film della Disney, “Biancaneve”, accusato di aver snaturato la favola del 1937 in nome del "politically correct". Non ci saranno più né il principe azzurro né i nani, sostituiti da creature magiche di tutte le dimensioni, generi ed etnie. Dal recente film live-action “La sirenetta” in cui Ariel è nera ai libri di Roald Dahl che sono stati da poco riscritti, ecco tutte le trasformazioni per non “offendere” nessuno (di Camilla Sernagiotto)
È polemica per l'ultimo film della Disney, Biancaneve. Il film live action è accusato di aver snaturato la favola del 1937 in nome del "politically correct"
In Biancaneve, infatti, non ci saranno più né il principe azzurro né i nani, sostituiti da creature magiche di tutte le dimensioni, generi ed etnie
Dal recente film live-action, sempre di Disney, La sirenetta (in cui Ariel è per la prima volta nera) ai libri di Roald Dahl che sono stati da poco riscritti, ultimamente sono parecchie le trasformazioni per non “offendere” nessuno
Nel settembre 2022 Disney ha condiviso il primo video che presentava il nuovo live action La sirenetta. L'annuncio ha fatto esplodere polemiche in rete: c'è chi crede che la scelta non rispetti storia e personaggio, c’è chi insulta in maniera riprovevole e quelli che “nel tentativo di nascondere il loro sincero e genuino fastidio razzista” si arrampicano sugli specchi “improvvisandosi esperti del folklore danese, o mitologia greca”, come ha scritto Djarah Kan, scrittrice e attivista italo-ghanese
Una vera e propria pioggia di polemiche ha inondato la rete dopo il primo trailer de La sirenetta, diffuso online il 10 settembre 2022. Voci contrastanti che tuttavia si inseriscono ciascuna nel medesimo coro, quello secondo cui la sirenetta della Disney avrebbe dovuto essere come quella originale, della fiaba di Andersen e del classico animato di Disney: di etnia caucasica, non nera
È stata dunque la scelta di scritturare l'attrice nera Halle Bailey per interpretare Ariel nel live action Disney La sirenetta ad accendere le tante polemiche sui social network
Nel febbraio 2023 è uscita la notizia che la casa editrice Puffin (appartenente al colosso editoriale Penguin Books), in accordo con gli eredi dell'autore di culto Roald Dahl (nella foto, da Gettyimages), ha deciso di riscrivere molte parti dei suoi libri per "correggere" termini che potrebbero risultare offensivi per la sensibilità odierna
Le parole "grasso" e "brutto" sono state dunque rimosse dai testi di Roald Dahl (nella foto, un frame del backstage del film tratto dal romanzo di Roald Dahl: Gene Wilder nei panni di Willy Wonka e Peter Ostrum in quelli di Charlie Bucket sul set di Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, immagine da Gettyimages)
Nei romanzi di Dahl anche "nano" è una delle parole che sono state modificate, in modo tale da non risultare offensive per nessuno dei lettori di oggi. La scelta della casa editrice inglese è per adattarsi al cambiamento della sensibilità generale rispetto all'epoca in cui Dahl scriveva e pubblicava i suoi testi (nella foto: il poster del film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato)
Gli Oompa Loompa de La fabbrica di cioccolato diventano "piccole persone”, non “nani” (immagine dal film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato)
Augustus Gloop de La fabbrica di cioccolato diventa "enorme" e non più "enormemente grasso" (nella foto: una locandina del film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato). La Signorina Trinciabue di Matilda da "femmina formidabile" diventa "donna formidabile"
Modifiche consistenti riguardano anche i termini "mad" e "crazy" ("matto, pazzo") e tutti gli stereotipi di genere nel descrivere personalità, caratteri e professioni delle protagoniste femminili delle opere di Roald Dahl (nella foto: un’immagine di Gene Wilder nei panni di Willy Wonka nel film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato)
Non soltanto Roald Dahl è entrato nel mirino della tendenza “politically correct”: anche il Dr. Seuss, autore de Il Grinch (nella foto, il film con Jim Carrey del 2000) e Il gatto col cappello, è stato oggetto di numerose revisioni al fine di non offendere nessuno
I romanzi di Ian Fleming con la spia protagonista sono stati ristampati lo scorso aprile, per celebrare i 70 anni dalla pubblicazione di Casino Royale (il primo libro della serie. Nella foto: la locandina del film del 2006) e, per l’occasione, la Ian Fleming Publications Ltd, che detiene i diritti d'autore, ha commissionato una revisione per cancellare parole che oggi potrebbero suscitare polemiche perché inappropriate
Ogni nuova edizione di James Bond riporta inoltre la dicitura: "Questo libro è stato scritto in un'epoca in cui erano comuni termini e atteggiamenti che potrebbero essere considerati offensivi dai lettori moderni" (nella foto: un frame del film 007 - Il mondo non basta)
Anche i romanzi di Agatha Christie sono finiti sotto la lente del revisionismo. Nel marzo 2023 la stampa britannica ha scritto che la casa editrice HarperCollins ha già in parte corretto alcuni passi delle opere della regina del giallo, in modo da tener conto delle mutate sensibilità che oggi potrebbero ritenere offensivi e razzisti alcuni termini considerati poco problematici ai tempi della stesura dei libri (1920-1976) Nella foto: l’attore David Suchet, storico interprete di Hercule Poirot nella serie tv britannica Poirot, ruolo ricoperto dal 1989 al 2013
Scompare dai libri di Christie il termine “ebreo”, con cui il detective Poirot parlava di un altro personaggio nel romanzo di debutto della scrittrice, The Mysterious Affair at Styles (in Italia, Poirot a Styles Court). Nella foto: i libri di Agatha Christie, da Gettyimages
Da Miss Marple’s Final Cases and Two Other Stories (Il caso della domestica perfetta), la parola “nativo” – nel senso di “indigeno” - è stata rimpiazzata da “locale”. Via ovunque i termini "negro", "zingaro", "orientale" e l’espressione” dal temperamento indiano”. Nella foto: l’attrice inglese Joan Hickson, nota al pubblico per aver dato il volto al personaggio di Miss Marple in 12 film televisivi tratti dalle storie di Agatha Christie
Per celebrare il 30º anniversario di Disneyland Paris, la stilista Stella McCartney ha firmato il restyling del look di Minnie. La nuova scelta è ricaduta su un tailleur pantalone su fondo blu navy, decorato da pois neri, attaccando al chiodo la gonna. Non una revisione di una fiaba ma comunque un cambiamento epocale di un dettaglio iconico. Foto da Gettyimages
Nel settembre 2021 alcuni hanno polemizzato per la scelta del restyling di Jessica Rabbit. La celebre immagine della moglie del coniglio Roger era temporaneamente scomparsa dal parco divertimenti californiano per poi dovrebbe tornare in una nuova veste più consona alla nostra epoca. Nella foto: un frame del film di Disney Chi ha incastrato Roger Rabbit?
Jessica Rabbit è tornata in un ruolo "più rilevante per la cultura di oggi", come riporta The Times. E il suo look da vamp seduttrice ha passato il testimone a un'inedita Jessica senza più quell'abito rosso succinto e sensuale: indossa ora un trench, il capospalla da detective numero uno, e lavorerà come investigatrice privata che combatte il crimine. Nella foto: un frame del film di Disney Chi ha incastrato Roger Rabbit?
La storica attrazione "Snow White’s Scary Adventure" del parco divertimenti di Disneyland in California è stata restaurata e aggiornata con un cambiamento sul finale, rendendo protagonista il bacio del Principe mentre l'amata dorme a causa del sortilegio della strega (nella foto, da Gettyimages). Nel maggio del 2021 era stata criticata quella scelta, ritenuta poco rispettosa nei confronti delle donne
Quel bacio della principessa dormiente (nella foto, da Gettyimages) è stato considerato dal San Francisco Gate “non consensuale”. Lanciata sui social network, quel commento firmato SF Gate ha fatto montare un vero e proprio caso
Billy Porter, nelle vesti di Fab G., indossa in Cinderella un estroso vestito arancione, con paillettes ton sur ton, dando vita ad un personaggio che abbandona totalmente la distinzione tra maschile e femminile, verso quella che viene definita “fluidità di genere”