Renfield, Nicolas Cage: "Per il mio Dracula mi sono ispirato a papà"

Cinema
©Getty

L'attore ha non solo proposto una versione personale del protagonista della commedia horror, che è incentrata sulla relazione tossica tra il Principe delle Tenebre e il fedele servitore Renfield e che è attesa nelle sale il 25 maggio, ma ha anche seguito i suggerimenti dello zio, il grande regista Francis Ford Coppola

 

Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacolo

 

 

 

“Dracula? È mio padre”. In un’intervista rilasciata a La Repubblica Nicolas Cage ha raccontato la genesi del personaggio del Principe delle Tenebre interpretato nel film Renfield, diretto da Chris McKay e prodotto da Robert Kirkman, che uscirà nelle sale con Universal il 25 maggio. In attesa della versione gotica del principe Vlad firmata da Robert Eggers e attualmente in lavorazione, la commedia horror propone una versione contemporanea della storia del vampiro, incentrata sulla relazione tossica tra il capo narcisista e il vessato aiutante Renfield (interpretato da Nicholas Hoult). Nel romanzo di Bram Stoker il fedele servitore proviene da un manicomio criminale e diviene immortale grazie ai pasti a base di ragni e mosche.

IL FASCINO DI DRACULA

Secondo Cage, il primo incontro sul grande schermo tra Dracula e Renfield dovrebbe essere avvenuto nel film del 1931 Dracula, con Bela Lugosi e Dwight Frye: “L’ho visto in televisione quando ero abbastanza giovane, ma non è il mio primo vampiro terrorizzante. Mio padre proiettava film in bianco e nero nel salotto di casa, tra cui Nosferatu il vampiro, la versione con Mark Schreck nel ruolo del conte Orlok, calvo e con le unghie lunghe. E quello mi ha davvero spaventato, anche perché avrò avuto cinque anni”. Per l’attore, il fascino del vampiro discende non solo dalla natura di personaggio soprannaturale, ma anche e soprattutto dalle caratteristiche umane: “Racconta un’esperienza umana. Se sostituisci la dipendenza dal sangue con quella dall’alcol, l’eroina o il sesso, capisci che è un problema umano, con cui le persone lottano. E poi c’è anche l’idea di questa maledizione della vita eterna. La maggior parte delle persone direbbe: be’, sarebbe fantastico, mi piacerebbe vivere per sempre. Invece non lo è, perché le persone che ami muoiono o ti tradiscono, o ti lasciano ancora e ancora e ancora. Un accumulo di addii terrificante. Penso che le persone siano inconsciamente attratte dal personaggio di Dracula perché possono vedere qualcosa di simile nella loro vita”.

approfondimento

Renfield, trailer del film con Nicholas Hoult in fuga da Dracula-Cage

I CONSIGLI DELLO ZIO FRANCIS FORD COPPOLA E L'INFLUENZA DEL PADRE

Cage, che nel 1989 aveva recitato nella commedia Stress da vampiro nel ruolo dello yuppie Peter Loew, che dopo aver ricevuto un morso sul collo durante il primo rapporto d’amore con la conturbante Rachel si convince di essere diventato un vampiro, ha percepito in Renfield “esattamente il sapore che speravo. Uno dei miei stili o generi preferiti è il contrappunto tra commedia e horror. La cosa difficile è trovare il tono giusto. Ricordo l’esperienza che ho avuto guardando Un lupo mannaro americano a Londra, pieno di sorprese: stai ridendo e poi sei davvero terrorizzato. Ed è una delle migliori esperienze, credo, al cinema”. L’attore ha proposto una versione personale del protagonista, non solo grazie all’immaginazione, ma anche grazie all’influenza della performance di Nick Hoult, soprattutto “in termini di tempismo comico e vulnerabilità nel personaggio di Renfield, qualcosa di mai visto prima. È sua la prospettiva del film e quindi io dovevo sintonizzarmi su questo”. L’ascendente maggiore, però, è arrivato direttamente dall’albero genealogico: “La verità è che ho trasmesso parecchio di mio padre, August Coppola. Non lo intendo in senso negativo. Era la persona più intelligente in ogni stanza e si assicurava che tutti lo sapessero, in più parlava con un accento misto tra inglese e americano. Ho pensato che fosse quello che avrebbe fatto Dracula”. D’ispirazione è stata anche l’attrice Anne Bancroft nei panni della signora Robinson ne Il laureato, perché “la sua relazione con Dustin Hoffman era un po’ alla Dracula e Renfield”. Anche lo zio Francis Ford Coppola, regista del film del 1992 Dracula di Bram Stoker con Gary Oldman in cui “ogni fotogramma è un’opera d’arte”, ha fornito suggerimenti al nipote: “"Devi pensare che il personaggio è molto bello”. Io ho risposto: “Be’, non molto, in alcune scene ha tonnellate di trucco e il volto bruciato e deformato. E lui: “Questo non è importante, lui è convinto davvero di essere bello e tu devi fare tua questa convinzione”. Questo mi ha fatto scattare il passo successivo: papà era molto bello e mi è sembrato un bell’omaggio a lui. Così gli ho detto: “Francis, lo interpreterò come fosse tuo fratello. August Coppola sta tornando, e tornerà come Dracula””.

approfondimento

Renfield, Nicolas Cage ha bevuto il suo sangue sul set

Spettacolo: Per te