Princess, la recensione del film di Roberto De Paolis da oggi al cinema

Cinema

Paolo Nizza

Dal 17 novembre arriva nelle sale il  secondo lungometraggio diretto da Roberto De Paolis, che   ha inaugurato la sezione Orizzonti della 79.ma Mostra del cinema di Venezia.  Un'opera che racconta la prostituzione dal punto di vista delle ragazze nigeriane. Nel cast Lino Musella e Maurizio Lombardi

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La favola non abita qui. Nella foresta sul lungo mare di Ostia non si palesano damigelle in pericolo, né cavalieri impavidi e tantomeno draghi che sputano fuoco. Ci sono solo giovani prostitute nigeriane, perché Roma città è riservata alle passeggiatrici dalla pelle bianca. Alle nere tocca la periferia. Eppure Princess sceglie per i titoli di testa un carattere che rimanda alle fiabe, alle fiammeggianti avventure di cappa e spada. E già da questa scelta intrepida si evince che il film diretto da Roberto De Paolis non è il solito titolo traboccante di stereotipi e banalità, tra mondane di buon cuore e ragazze perdute e financo salvate dal redentore di turno. Insomma, il film che apre la sezione Orizzonti della 79.ma edizione della Mostra del Cinema è un’opera, per certi versi, sorprendente. Con uno stile originale, senza giudizi e pregiudizi, il secondo lungometraggio di De Paolis rappresenta un incoraggiante segnale per il cinema italiano.

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Scegliere come protagonista un’attrice non professionista rappresenta sempre un grosso rischio, se poi deve interagire con veterani del set il coefficiente di difficoltà aumenta in maniera esponenziale. Ma Princess riesce nell’impresa. Glory Kevin, nigeriana classe 1996, è un’autentica rivelazione. Recita, balla, canta con la stessa naturalezza con cui alterna le parrucche. In una ridda di frange fucsia, caschetti rossi e treccine dorate, la principessa senza un regno, inguainata in hot pants aderentissimi, contratta le proprie prestazioni sessuali con la forza della disperazione di chi è dovuta crescere troppo in fretta, al netto di clienti tutt’altro che gentili e di nobile censo. L’idea vincente del film è di non farne una santa, ma di rappresentare una ragazza disillusa, spudorata e al tempo stesso innocente. Una giovane che ogni mattina prega Dio di mandarle "tanti clienti" ed è convinta che il proprio corpo sia altrove. Tra riti magici dell’Africa e liturgie gospel, De Paolis evita le pastoie del film di denuncia pensato a tavolino e senza ipocrisie, racconta lo sfruttamento della prostituzione attraverso il punto di vista delle ragazze immigrate. Il risultato è una pellicola sincera, uno sguardo niente affatto miope su una realtà molto più complessa di come viene di solito illustrata dai media.

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Accanto alle ragazze nigeriane, Princess vede la presenza di Lino Musella, nel ruolo di Corrado, l’uomo che forse potrebbe cambiare il destino della principessa della strada, e di Maurizio Lombardi. L’attore toscano, alla guida di una lussuosa Ferrari bianca, ancora una volta mette in mostra tutta la sua capacità attoriale in un ruolo che sbertuccia il Richard Gere di Pretty Woman, e che in fondo rimanda a quello che in fase di sceneggiatura avrebbe dovuto essere il finale del film diretto da Gary Marshall e interpretato da Julia Roberts. D’altronde, come ha dichiarato lo stesso De Paolis: ”Il film è un racconto di formazione: perché Princess, prima di ogni altra cosa, è una ragazza di diciannove anni che, aggrappata al proprio candore, cerca di resistere alla ferocia del mondo”.

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