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Elvis, il regista Baz Luhrmann conferma che esiste una versione da quattro ore

Cinema

Camilla Sernagiotto

Il regista ammette di avere un taglio di ben 240 minuti, una versione estesa che include anche l'incontro tra il Re del rock'n'roll e l'allora presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon. Il biopic promette di approfondire la storia e la carriera della leggenda musicale numero uno al mondo. Esce in Italia domani, mercoledì 22 giugno, e offrirà un’attenta analisi del rapporto tra il cantante e il suo manager, il colonnello Tom Parker

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Baz Luhrmann conferma le voci che già circolavano come rumors: ebbene sì, c'è una versione del film Elvis della durata di ben quattro ore.

Questo taglio esteso dell'attesissimo biopic include anche l'incontro tra il Re del rock'n'roll e l'allora presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon.
Il regista anticipa alcune delle scene che non vedremo sul grande schermo, almeno per ora...

La pellicola biografica è attesa in Italia per domani (mercoledì 22 giugno) e promette di approfondire innanzitutto la vita e la carriera di una delle più grandi leggende musicali della storia, con un focus sul rapporto tra Elvis e il suo manager: l'enigmatico colonnello Tom Parker, qui interpretato da Tom Hanks, sarà il grande co-protagonista del biopic.
Il musicista invece è impersonato da Austin Butler, che si è calato mirabilmente nei panni più iconici della storia delle sette note.

Luhrmann: "Un'opera di cultura pop in tre atti”

Baz Luhrmann ha descritto il suo film in un'intervista concessa al magazine statunitense Entertainment Weekly come "un'opera di cultura pop in tre atti”.

La versione che vedremo al cinema tra poco dura più di due ore e mezza, tuttavia in una recente intervista che il regista visionario ha rilasciato a Radio Times ha spiegato che la sua versione originale era ben più lunga.

"Ho una versione di quattro ore, in realtà", ha detto. "Sì. Ma devi ridurlo a 2 ore e 30”, ha aggiunto Baz Luhrmann, riportando le parole che i produttori gli avrebbero rivolto per invitarlo a tagliare molte scene. Il motivo? Semplice: rendere il biopic di una “pezzatura” abbastanza normale, più consona alle esigenze del pubblico.

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Il mistero: potremmo mai vedere la versione da quattro ore?

Come giustamente fa notare il giornalista Christian Holub in un recente articolo apparso su EW, l'intervista a Radio Times non chiarisce se Luhrmann si riferisca a un montaggio tagliato oppure a un vero taglio da regista, quindi a qualcosa che potrebbe voler pubblicare un giorno.

La prima ipotesi non farebbe così tanto scalpore, nel senso che qualunque film attraversa una fase in cui mostra la maggior parte delle riprese “grezze”, con una lunghezza eccessiva per dar modo al regista e al montatore di scegliere quali sequenze mantenere e procedere così con la fase successiva, quella di labor limae.

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Le scene girate da Baz Luhrmann e tagliate

Baz Luhrmann ci tiene a offrire al pubblico qualche assaggio di ciò che purtroppo non vedremo, ossia le tante scene che sono rimaste “sul pavimento della sala di montaggio”, per prendere in prestito una battuta del giornalista Christian Holub.

Con queste parole si riferisce alle scene tagliate, con un rimando alla pellicola di un tempo, quando davvero si tagliavano pezzi di film (film è proprio il nome della pellicola).

"Voglio dire, ci sono molte cose che ho girato", ha detto Luhrmann. "Come il rapporto con la band, ho dovuto ridurre [quello] - ed è così interessante come il colonnello [Tom Hanks] si sbarazzi di loro [dei componenti della band]”.

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La vita di Elvis Presley è stata ampiamente documentata all'epoca dell'apogeo della sua fama. Trattandosi di uno dei nomi più famosi del globo, è chiaro che attirasse i media quando era in vita. Inoltre parliamo di uno dei primi casi di divismo, motivo per cui i documenti di repertorio a lui dedicati sono innumerevoli.
Molte situazioni da lui vissute, quindi, sono ben note al grande pubblico, incluso il suo incontro alla Casa Bianca con il presidente Richard Nixon. Quest'ultima scena è una di quelle contemplate dal regista ma che è rimasta solo nella versione estesa, quella di quattro ore, senza trovare posto in quella finale.

"Sai, la dipendenza dai barbiturici e tutto il resto, inizia a fare cose stravaganti, come andare a vedere Nixon", ha detto Luhrmann a Radio Times. "L'ho fatto per un po', ma arriva un punto in cui non puoi avere tutto dentro, quindi ho solo cercato di seguire lo spirito del personaggio".

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