Jason Momoa si scusa per la foto nella Cappella Sistina

Cinema

Camilla Sernagiotto

Immagine dal profilo ufficiale di IG di Jason Momoa

La star di "Aquaman" ha pubblicato su Instagram un video che lo ritrae mentre si allena a torso nudo in palestra, cogliendo l'occasione per scusarsi con i fan italiani per aver scattato foto con i capolavori di Michelangelo che adornano pareti e soffitti della cappella nella Città del Vaticano. Gli scatti risalgono al 9 maggio e hanno scatenato le critiche dei follower, i quali hanno sottolineato che ai visitatori è vietato scattare foto e filmare

Jason Momoa ha fatto mea culpa, cospargendosi il capo di cenere (mentre il petto è cosparso di sudore): la star di "Aquaman" ha pubblicato su Instagram un video che lo ritrae mentre si allena a torso nudo in palestra, cogliendo l'occasione per scusarsi con i fan italiani. Il motivo della richiesta di perdono alla fetta di pubblico targata Belpaese si ricollega al “Sistina-gate” scoppiato lo scorso 9 maggio, quando l'attore ha pubblicato delle foto con i capolavori di Michelangelo che adornano pareti e soffitti della Cappella Sistina.

Le critiche sollevate dai follower lunedì scorso si riferiscono al fatto che ai visitatori generalmente viene vietato di scattare foto e di effettuare riprese video all'interno della celebre cappella nella Città del Vaticano. “Non possiamo fare foto ma le celebrità ovviamente possono. Non ho niente contro Jason (lo adoro) ma non è giusto”, scrive una follower della star sotto il gruppo di foto e video condivisi da Momoa.

Jason Momoa, 42 anni, è attualmente a Roma per girare "Fast X", il decimo episodio della saga cinematografica "Fast & Furious". Durante la sua permanenza romana, si è goduto le bellezze della città eterna. Condividendole sul social network, aveva scritto nella didascalia a corredo: “Ti amo Italia, che bell'inizio di giornata godendo di Roma”.

In fondo a questo articolo potete guardare il video in cui Jason Momoa si scusa con l'Italia per gli scatti effettuati presso la Cappella Sistina.

Il video con le scuse

Sabato 14 maggio Momoa ha pubblicato il video su Instagram in cui, dopo essersi mostrato durante gli allenamenti a torso nudo in palestra, afferma: “È il mio ultimo giorno a Roma, e amo voi e l'Italia”.
Lo dice dopo aver posato a terra i manubri utilizzati per gli allenamenti, aggiungendo: “Se avete mai pensato che mancassi di rispetto alla vostra cultura, sappiate che non era mia intenzione."
Ha poi raccontato che quella non era la prima volta in cui visitava la Cappella Sistina, da lui già apprezzata quando aveva circa 20 anni. Ha spiegato che per la visita di quest'anno ha fatto una "donazione" per far sì che i suoi amici e i membri della troupe del film potessero unirsi a lui nei giorni liberi dalle riprese di "X Fast.”

"Ho scoperto che le persone volevano scattare foto con me", ha detto. "Ero molto rispettoso e ho chiesto il permesso per quella che pensavo sarebbe stata una cosa che andava bene. Non vorrei mai fare nulla per mancare di rispetto alla cultura di qualcuno. Quindi, se l'ho fatto, mi scuso”, continua l’attore.
"Ho pagato per avere quel momento privato e ho fatto una bella donazione alla chiesa", ha aggiunto.

Il video delle scuse ha raggiunto oltre 3 milioni e mezzo di visualizzazioni a partire dalla mattina di domenica 15 maggio.
Nella didascalia del video, Jason Momoa scrive: “Voglio mandare la mia assoluta ammirazione per gli italiani e questo bel Paese. voglio inviare le mie scuse per qualsiasi mancanza di rispetto, amo la vostra cultura e storia. Italia ti voglio bene”.

Di seguito potete guardare il video in cui Jason Momoa si scusa con l'Italia per gli scatti effettuati presso la Cappella Sistina. Con tutto il rispetto per Michelangelo, è molto probabile che quel numero astronomico di visualizzazioni (oltre 3 milioni e mezzo) non c’entrino con la voglia di scuse degli italiani ma semmai con il fatto che quelle scuse vengono preferite mentre Momoa si ritrova a petto nudo. Ma potremmo anche sbagliarci.

Oltre al video delle scuse, vi proponiamo anche il post con le foto “incriminate”, quelle da cui è nato lo scandalo.

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