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Dario Argento - The Exhibit, a Torino in mostra gli incubi del grande regista italiano

Cinema

Paolo Nizza

Da mercoledì 6 aprile al 16 gennaio 2023, la Mole Antonelliana, sede del Museo Nazionale del Cinema, ospita la prima mostra dedicata al maestro del brivido e curata da Domenico De Gaetano e Marcello Garofalo

 

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Per Dario Argento, parimenti al poeta Arthur Rimbaud, “l’io è un altro”. Non a caso i Cahiers du Cinéma, definivano poesia i film diretti dal regista italiano. Quindi, con l’autoironia e il mistero che contraddistingue i grandi artisti, il maestro del brivido si è presentato con queste parole all’inaugurazione della mostra DARIO ARGENTO - THE EXHIBIT, curata da Domenico De Gaetano e Marcello Garofalo e ospitata alla Mole Antonelliana di Torino, sede del Museo Nazionale del Cinema, da mercoledì 6 aprile 2022 a lunedì 16 gennaio 2023.
 

“Io sono una specie di clandestino in questa mostra dove si rappresenta Dario Argento. Chissà chi è mai questo fantomatico personaggio, non credo di conoscerlo troppo bene. Faccio i film a suo nome, ma chi sia veramente, non lo so. M’ispiro alle profondità dei miei sogni, all’arte, alla psicologia. Tutto questo mondo che vedo qui intorno, questo tributo così attento e totale m’impressiona. Torno indietro e forse certi film li comprendo meglio adesso, rivedendoli con voi.”

Dario Argento. The Exhibit, incubi in mostra

Non c’è spazio per la grigia realtà nel cinema di Dario Argento. Tanto meno se l’omaggio al Maestro dell’horror si palesa all’interno del Museo Nazionale del cinema di Torino. Come insegna Truffaut in Effetto Notte :“I film sono più armoniosi della vita, Alphonse: non ci sono intoppi nei film, non ci sono rallentamenti. I film vanno avanti come i treni, capisci? Come i treni nella notte. La gente come me e come te, lo sai bene, è fatta per essere felice nel nostro lavoro del cinema”. Tra citazioni, fotografie, sequenze filmiche, bozzetti, manifesti, costumi, creature meccanizzate e colonne sonore, ci si perde in un altro universo coerente e folle al tempo stesso. 44 oggetti di scena, 12 preziosi manifesti e locandine originali, 10 costumi e oltre 60 pannelli che ricostruiscono il percorso biografico e artistico di Argento sono la chiave per entrare in una dimensione meravigliosa e spaventosa.  Pare di essere in una delle case costruite dall’architetto Varelli in Inferno. Il piacere della paura si palesa attraverso la testa del pupazzo meccanico realizzato da Carlo Rambaldi per Profondo Rosso.  Da L’Uccello dalle piume di Cristallo, a Quattro Mosche di Velluto grigio, da Suspiria a Tenebre, da Phenomena a Operwa, da la Sindrome di Stendhal a La terza madre i memorabilia argentiani esposti ci ricordano che i film di Argento somigliano al lucido e riflettente scudo di bronzo donato da Atena a Perseo.  Solo attraverso il riflesso del cinema possiamo guardare Medusa senza restare pietrificati. Perché, come dice uno scrittore francese citato in  Occhiali neri, l’ultimo film di Argento: “Solo la morte e il sole non si possono fissare direttamente.”

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La casa dell’enigmista in via Vela e il cimitero monumentale di Il Gatto a nove code. Il giardino Lamarmora di 4 mosche di Velluto Grigio. Piazza CLN e Villa Scott in Profondo Rosso. Il teatro di Carignano di Non ho sonno. La libreria di via Po in La terza Madre: Sono solo alcune dei luoghi torinesi in cui sono ambientate le pellicole del maestro italiano del brivido. Per Argento, Torino resta il luogo ideale per ambientare i suoi film. Peraltro, nel corso della conferenza stampa, il maestro ha svelato che nel capoluogo piemontese si trasferirebbe volentieri, se non fosse per gli affetti e la famiglia che lo legano a Roma. E questa attrazione fatale tra il cineasta e Torino un valore aggiunto per questa mostra. Si percepisce qualcosa di straordinario mentre si salgono le rampe del museo del cinema, perdendosi in un’epifania di immagini, suggestioni, emozioni. Grazie anche alla passione, l’autorevolezza e l’amore con cui è stata realizzata l’esposizione, la visita si trasforma in una sorta di esperienza multisensoriale che va oltre la semplice visione.  Per citare le parole di Wim Wenders: “I grandi film cominciano quando usciamo dal cinema.” Sicché, una volta percorso il labirinto della mostra Dario Argento Exhibit, ci si sente come Suzy dopo aver aperto la porta dei tre iris di Suspiria. In fondo, Il cinema è come la magia, ovvero, "quella cosa che ovunque, sempre, da tutti è creduta!".

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