Negli Stati Uniti una pellicola dell'orrore tra le più apprezzate dell'anno porta la firma di un regista nostrano, che inoltre è al suo debutto. Si tratta del giovane Edoardo Vitaletti, un ventiseienne nato in Brianza e formatosi alla NY University. La sua opera d’esordio è tanto da brivido quanto da chapeau
Negli Stati Uniti il tricolore italiano sventola a tutta forza non soltanto grazie ai Måneskin. Anche un altro nome dello spettacolo sta tenendo alto l'onore del nostro Paese: è quello di Edoardo Vitaletti, giovane cineasta nato in Brianza e formatosi alla NY University che ha appena firmato The Last Thing Mary Saw, pellicola dell'orrore tra le più apprezzate dell'anno su suolo americano.
La sua opera d’esordio è da brivido e anche da chapeau perché sta facendo parlare di “lei” (la pellicola), di lui (il regista) e di noi (la patria del regista) oltreoceano, dove il director di questo film dell'orrore ha fatto breccia nei cuori dei cineasti tanto quanto riuscirebbe a fare la medesima breccia un paletto conficcato nel petto a uno zombie, per rimanere in tema horror.
The Last Thing Mary Saw è uscito nel 2022, quindi da pochissimo dato che siamo appena a febbraio. Prodotto negli USA, vede nel cast Rory Culkin, Isabelle Fuhrman, Stefanie Scott, Carolyn McCormick, Judith Roberts, Shane Coffey, Michael Laurence, Philip Hoffman, tra gli altri.
Per adesso non ha ancora una distribuzione in Italia ma si spera che quest'opera arrivi presto anche nella terra natale del suo regista.
Potete guardare il trailer ufficiale del film horror The Last Thing Mary Saw nel video che trovate in fondo a questo articolo.
La trama
Siamo nel 1843, in pieno inverno. Una ragazza viene processata: è accusata di aver ricoperto un qualche ruolo nella morte misteriosa della matriarca della sua famiglia. Durante la testimonianza, il suo racconto farà via via scoprire nuovi elementi assai misteriosi. A essere implicate nella vicenda sembrerebbero esserci forze misteriose. E forse sono proprio queste le colpevoli della vicenda macchiata di sangue.
La ragazza viene indagata per una morte che cela qualcosa di occulto e diabolico. Il motivo per cui viene additata come una potenziale colpevole potrebbe essere legato alla sua identità da strega. Ma forse quella presunta identità dipende dal fatto che questa giovane donna non si rivela conforme alla norme identitarie e sessuali dell’epoca…
Senza rischiare di scivolare su temibili spoiler, attendiamo l’arrivo in Italia di questo film per seguire la storia (e la regia) con i nostri occhi. Increduli da quanta bravura riesca a permeare il debutto di un ventiseienne (che, come ben sappiamo, in Italia viene considerato alla stregua di un adolescente, non certo di un uomo formato, tantomento di un regista formato).
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Il regista
Di Edoardo Vitaletti si sa poco, per ora. Diciamo con assoluta certezza “per ora” perché il suo The Last Thing Mary Saw lo sta talmente consacrando a nome degno di nota nella settima arte oltreoceano che di certo arriverà anche il momento di pronunciarloogni due per tre in Italia.
Il giovane regista ha da poco rilasciato la sua prima intervista a un giornale italiano, ossia Rolling Stone Italia.
Il magazine l’ha definito “un ragazzo sveglio, dreamer a inizio carriera ma insieme molto realista, pronto a quello che accade (e a interpretarlo nella maniera giusta)”.
Ventiseienne e da poco uscito dalla New York University presso cui ha concluso il ciclo di studi da film-maker, con il suo debutto sul grande schermo (anche se in realtà il film è uscito direttamente in streaming) ha ottenuto recensioni entusiastiche negli Stati Uniti, con tanto di paragoni con pellicole di maestri dell'orrore del calibro di M. Night Shyamalan e Robert Eggers (in particolare l’Eggers di The VVitch).
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Un film uscito direttamente in streaming
Come sottolinea Rolling Stone, The Last Thing Mary Saw è uscito negli Stati Uniti direttamente in streaming.
Alla domanda su cosa voglia dire per un regista al suo debutto esordire con una pellicola osannata da tutti ma che non si può vedere davvero sul grande schermo, al cinema, Edoardo Vitaletti ha raccontato la genesi della sua prima opera. Tirando in ballo, chiaramente, anche la pandemia, indissolubilmente legata alla scelta di fare uscire i film in streaming anziché prima al cinema.
“Lo stavo preparando già mentre completavo gli studi, e poi l’ho girato nel dicembre del 2019, quindi un attimo prima che cominciasse il disastro del Covid. E quindi c’era tanta adrenalina, le aspettative erano molto alte. Il Covid ha un po’ spento quell’entusiasmo, dopotutto questo business è fatto anche di incontri, bisogna conoscere la gente, parlarsi. È stata una doccia fredda, ma, tra le persone simili a me, mi ritengo una di quelle fortunate. Uscire direttamente su una piattaforma di streaming fa sì che molta più gente ti guardi”, ha raccontato il regista a RS.
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L’ennesimo cervello in fuga
Se da un lato fa piacere vedere che un nostro connazionale registra tanto successo all'estero, dall'altro potrebbe rammaricare per il fatto che sia stata un'altra terra a consacrarlo alla fama, rispetto a quella natia.
“Non penso che quello che ho fatto io a New York abbia più valore a livello educativo di quello che uno potrebbe fare al Centro Sperimentale o alla Civica di Milano, o in Francia, o in Nord Europa. È più una questione di posto in cui ti trovi. Nell’ambiente newyorkese è molto più semplice trovare il tuo posto nell’industria, c’è un giro economico più grosso, è più facile addentrarsi. Sono partito pensando ‘Avrò un’educazione molto migliore’, ma non credo sia andata così. Ho solo trovato un ambiente più dinamico, aperto, nel quale anche uno straniero ha valore”, ha spiegato Vitaletti durante l’intervista rilasciata a Rolling Stone.
Del resto il suo film, oltre a essere una produzione americana, è anche un prodotto molto americano. Una trama decisamente a stelle e strisce, raccontata attraverso una forma - ossia un genere - anch'esso decisamente a stelle strisce: l'horror.
Eppure il regista racconta che il pubblico americano dice che il suo è un film dal gusto europeo. “E invece gli europei che lo vedono dicono che è molto americano”, aggiunge Edoardo Vitaletti.
Per sua stessa ammissione, in questo giano bifronte della platea c'entra molto la sua formazione artistica, altamente ibrida perché permeata di religiosità (poiché è vissuto nel Paese cattolico per eccellenza, l'Italia) ma non senza l'influenza del quinquennio trascorso a New York.
“Quindi sì, è una storia americana, ma c’è il mio portato culturale molto italiano”, afferma a RS. “Di sicuro ora sono un po’ più americano, professionalmente parlando. Questa è la mia prima intervista con un giornale italiano”.
Augurandoci che la sua professionalità possa prima o poi tornare a casa, godiamoci di seguito il trailer ufficiale del suo horror The Last Thing Mary Saw: