L'attore romano, interprete di Tommaso Buscetta ne "Il traditore", festeggia la Palma d'Oro alla carriera al regista piacentino: "Dopo che mi hai portato in capo al mondo, non posso mancare". A lui si unisce il regista napoletano: "Non ho una grande personalità, ho sempre cercato di imitarlo"
"Caro maestro, dopo che mi hai portato in capo al mondo non posso non venire a festeggiarti in una giornata così speciale. Mi levo il poncho e arrivo!". Con queste parole, accompagnate da una foto scattata insieme sul set brasiliano de Il traditore, Pierfrancesco Favino annuncia il proprio arrivo a Cannes (speciale Festival di Cannes Sky Tg24) per essere accanto a Marco Bellocchio nel giorno della consegna della Palma d'Onore al regista piacentino.
In concorso a Cannes 2019, vincitore di sei David di Donatello tra cui quello per il miglior film, la miglior regia e la miglior interpretazione maschile, Il traditore è uno dei film di maggior successo commerciale della lunghissima carriera di Bellocchio, habitué dei grandi festival europei ma spesso beffato sul filo di lana nella caccia ai grandi premi (come accadde a Venezia nel 2003 per Buongiorno, notte, battuto dal russo Il ritorno). La Palma alla carriera è il giusto tributo per un cineasta ancora molto attivo anche superata la boa degli 80 anni, come testimonia anche l'uscita del suo ultimo documentario Marx può aspettare, presentato sulla Croisette proprio in questi giorni.
A Favino si unisce anche Paolo Sorrentino, premiato sulla Croisette nel 2008 per Il divo e grandissimo ammiratore di Bellocchio tanto da essere sbarcato anche lui a Cannes per essere presente alla cerimonia: "Per lui nutro uno sconfinato sentimento di ammirazione e di stima. Ultimamente ci stiamo frequentando di più e c'è anche un grande affetto umano. Io poi ho una personalità carente , conoscendolo meglio cerco di imitarlo. Non vedo l'ora di vedere la nuova fase del suo cinema. Marx può aspettare per me è un capolavoro sotto tutti gli aspetti: di onestà, sincerità, persino di brutalità con la quale si è messo in gioco. E' qualcosa di raro: è sia un punto di arrivo ma anche di partenza. E' un film potentissimo con delle idee meravigliose, quando e' finito mi sono dispiaciuto, sarei andato avanti a seguire quella storia".