Nanni Moretti, tra emozione e ironia, affronta il concorso del Festival di Cannes, con il pubblico degli oltre 2300 spettatori del Grand Theatre che al termine della proiezione ha applaudito intensamente per 11 minuti.
Standing ovation al festival di Cannes per il nuovo film di Nanni Moretti, 'Tre Piani' (LE FOTO DEL RED CARPET). Al termine della proiezione, il pubblico in piedi ha applaudito intensamente per oltre dieci minuti. "I miei film sono capitoli di un unico lungo romanzo", ha dichiarato il regista poco prima di entrare in sala. Moretti è in corsa per una seconda Palma d'oro, dopo quella ottenuta nel 2001 per 'La stanza del figlio'. Tre Piani, tratto dal romanzo omonimo del 2017 scritto da Eshkol Nevo, è stato girato a Roma con Margherita Buy e Riccardo Scamarcio fra gli attori. La pellicola era pronta già nel marzo 2020, esattamente quando scoppiò la pandemia di Covid, e da allora si attendeva la proiezione a Cannes. Domenica è stato proiettato anche il film del giapponese Hamaguchi Ryusuke e della francese Mia Hansen Love.
l'italia su tre piani
La data a suo modo storica era già prevista: "4 anni fa già sapevo che domenica 11 luglio l'Italia si sarebbe battuta su Tre Piani: in ordine di tempo quello tennistico, cinematografico e quello calcistico". Questo è quanto ha dichiarato Nanni Moretti, tra emozione e ironia, poco prima della proiezione del suo film in gara al festival di Cannes (VAI ALLO SPECIALE). Ha fatto l'alba per controllare tutto, ha fatto alle 3 e mezzo di notte la prova tecnica in sala, alla fine scelto la musica per la Montee des Marches - Allegria scritta da Jovanotti per Gianni Morandi e ha trovato pure il tempo di montare un video sul suo account di Instagram ormai popolarissimo. Con la stessa attenzione, meticolosità, dedizione "che non è mai cambiata in 40 anni. Questo è un mestiere bellissimo e bisogna farlo con cura, tenacia dal primo all'ultimo momento". Durante questo periodo ha preparato il nuovo film - "per la prima volta mi è capitato di pensare al prossimo quando ancora non era uscito il precedente" - Il sol dell'Avvenire scritto con Federica Pontremoli e Velia Santella (le stesse di Tre Piani) e Francesca Marciano e comincerà a girarlo nel febbraio 2022.
Tre Piani, in sala dal 23 settembre
Al cinema con 01, è il suo primo film da un soggetto non suo. "Quando Federica mi ha consigliato di leggere il romanzo dello scrittore israeliano Eskhol Nevo (Neri Pozza) ho capito subito che sarebbe stato il mio nuovo lavoro perché contiene temi universali che mi interessano moltissimo: la responsabilità delle nostre scelte, il senso di giustizia, la colpa e anche la responsabilità di essere genitori. C'erano stati nei decenni scorsi altre ipotesi da romanzi e non so se mi sarei sentito sminuito come autore ma oggi assolutamente no, anzi ero strafelice di aver trovato quei temi, quei personaggi e quelle situazioni". Il film ambientato a Roma (nel libro è Tel Aviv) racconta le vicende di tre famiglie dentro un condominio, rappresentazione dei tre livelli dell'anima secondo Freud - l'es ossia gli impulsi, l'io che cerca la mediazione, il Super Io dominato dalla morale delle regole - ma il film prende una strada meno apertamente psiconalitica.
storie che si incrociano
Ecco così prendere vita la storia di Lucio (Riccardo Scamarcio), un padre che diventa ossessionato dal presunto abuso subito dalla figlia di 7 anni dal vicino di casa cui era stata affidata salvo poi non avere remore di fare l'amore con la nipote dell'uomo innamorata di lui; la storia di Giovanna (Alba Rohrwacher), la 'vedova' visto che il marito (Adriano Giannini) è sempre fuori per lavoro, mamma di due figli piccoli che cresce in solitudine sentendo incombere la pazzia che già ha colpito sua madre; e la storia di due giudici (Nanni Moretti e Margherita Buy) alle prese con il figlio Andrea, cresciuto severamente e sempre inadeguato rispetto alle aspettative paterne. Storie che si incrociano, soprattutto in eventi drammatici che li mettono a confronto gli uni con gli altri. Le donne ne escono decisamente meglio "sono più aperte, più sane nelle reazioni ai fatti che accadono, più pronte a risolvere, a mediare, gli uomini invece - spiega Moretti - rimangono incistati, nelle loro rigidità, ossessioni, schematismi, inchiodati ai loro ruoli all'interno della famiglia. E poi le giovani generazioni, diverse dai padri per fortuna". Moretti dice di amare tutti i suoi personaggi anche quelli più sgradevoli, come il giudice che lui interpreta, rigidissimo e che costringe la moglie Dora (Buy) ad un aut aut, o lui o il figlio. Un film triste? "No, doloroso, ma anche un inno alla vita, all'umanità e alla pietà". E sui suoi attori ha spiegato di aver fatto più provini a tutti, tranne a Margherita Buy: "è il nostro quarto film di seguito insieme, per me è a nostra Meryl Streep, può fare tutto e al meglio".