In occasione della "Giornata della terra" facciamo il punto su cosa in generale sta facendo l’industria del cinema in fatto di sostenibilità ambientale, sulla svolta green dei set e di come si stanno muovendo i grandi festival cinematografici per ridurre l'inquinamento
Anche il grande schermo non è esente dalla diffusione di inquinamento. E' quanto emerge da una ricerca fatta nel Regno Unito che snocciola dei dati alquanto allarmanti: il settore cinema e audiovisivo consumerebbe, in media annua, l'equivalente di una lampadina accesa per 500.000 anni o 90.000 vasche da bagno di benzina (250/gg) o 7.000 voli aerei intorno al mondo. Dati statistici tutt'altro che incoraggianti che, proprio in occasione della Giornata per la Terra che si celebra come ogni anno il 22 aprile, impongono una riflessione su come coniugare più e meglio le esigenze tra la produzione e realizzazione di un film e l’impatto ambientale che esso produce.
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La svolta green di Cannes 2021
Da questo punto di vista molto è stato fatto. A partire dai festival del cinema che si stanno pian piano attrezzando alla svolta green. Dopo alcuni segnali già colti ad esempio dalle ultime mostre del cinema di Venezia, sarà la prossima edizione del Festival di Cannes 2021 (da 6 al 17 luglio, in presenza) a decretare un cambio di passo radicale. Infatti la kermesse francese, almeno nelle intenzioni dei suoi organizzatori, vuole diventare parte di una rete in cui gli eventi culturali danno l'esempio, essere insomma essi stessi attivisti ambientali. Nella pratica, quello che si cerchera di fare a Cannes è in sostanza quello che si comincia a fare già sul set di tutto il mondo, compresi quelli italiani: eliminazione totale delle bottiglie di plastica, catering responsabile con prodotti a km zero, materiali biodegradabili, uso di auto elettriche o ibride per i trasporti, avvicinare al 100% il tasso di recupero dei rifiuti, incentivare la mobilità soft ossia a piedi, in bici o con mezzi elettrici. In più il festival (che quest'anno farà pagare una tassa ambientale di 20 euro) userà meno red carpet (in genere veniva cambiato almeno una volta al giorno) e in materiale riciclato e riciclabile.
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Romulus, la seconda stagione della serie Sky sarà la più ecosostenibile
Il tema riguarda non solo il cinema ovviamente, ma tutto l'audiovisivo: i set televisivi sono a loro volta molto impattanti sull'ambiente. Esempio virtuoso è quello della seconda stagione della serie Sky Original, Romulus di Matteo Rovere, le cui riprese sono previste a maggio, ha l'ambizione di essere la più ecosostenibile di sempre parte, parte del piano di Sky di diventare Net Zero Carbon entro il 2030. In partnership con Albert e con Zen2030, il nuovo set di Romulus (produzione Sky, Cattleya e Groenlandia in collaborazione con ITV Studios) ambisce alla certificazione ufficiale Albert di produzione sostenibile. E anche Netflix annuncia il progetto Emissioni zero + Natura, con l'obiettivo di raggiungere zero emissioni nette di gas serra entro la fine del 2022.