Un giorno in cui i genitori, per amore della famiglia e della libertà, dicono sì a tutto, o quasi. Dal 12 marzo su Netflix la commedia con Jennifer Garner e Edgar Ramirez.
Per i genitori tirare su i figli può significare imporre una sequenza di divieti, ma saper dire “sì” ha un grande valore, che fa bene alla crescita di tutti e all’umore. Sembra dirci questo ‘Yes day’, il film di Miguel Arteta con Jennifer Garner e Edgar Ramirez, visibile su Netflix dal 12 marzo. ‘Yes day’ è appunto ‘il giorno del sì’, una data in cui i genitori acconsentono a tutte, o quasi, le richieste dei figli. Vediamo nella commedia, tratta da un libro per ragazzi, la famiglia Torres: padre, madre e tre figli. E' una famiglia di ascendenza latino-americana, benestante e armonica. Alla data fissata i 'sì' sconvolgeranno per un giorno le rigide regole dell’educazione. Dai tre figli arrivano le richieste che solo in un giorno come quello potrebbero essere accettate dai genitori: dalla colazione a base di gelato, al concerto senza essere accompagnati dalla mamma, all'autolavaggio con i finestrini abbassati. Una giornata più che particolare, dove non mancano gli imprevisti, alcuni divertenti, altri preoccupanti. Un film di buoni sentimenti per un pubblico familiare accucciato sul divano di casa.
Il bello della famiglia
Abbiamo intervistato la famiglia di ‘Yes day’, naturalmente in modalità digitale e abbiamo parlato anche di come questo film, girato prima dello scoppio della pandemia, si possa vedere oggi con occhi diversi rispetto a come era stato immaginato. “Spero che regali un sorriso al pubblico, in questo momento incredibilmente impegnativo per tutti – dice Miguel Arteta, un regista che ha firmato sia cinema indipendente che serie tv di successo-. ‘Yes day’ parla di uscire e divertirsi con i propri cari. Spero che susciti anche la fantasia di essere finalmente felici. Durante un anno passato insieme nello stesso posto forse ci siamo stancati gli uni degli altri, ma spero che l’idea di ‘Yes day’ porti comunque ad apprezzare la propria famiglia.”
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Sì e no: i due volti dell'educazione
Domanda per Jennifer Garner e Edgar Ramirez: cosa significa per i vostri rispettivi personaggi dire sì? Risponde per prima la mamma del film, la genitrice severa: “Lei ha tre figli, prova a organizzare tutto per farli crescere bene: si devono lavare i denti, dire ‘per favore’ e “grazie”, fare i compiti e andare a letto. Questo significa che la loro vita è piena di ‘no’. Dunque dire ‘sì’ significa libertà e tornare alla gioia per tutta la sua famiglia.”
Parola a Edgar Ramirez, al suo debutto in una commedia. È il papà di solito permissivo con i figli: “Per il mio personaggio è un viaggio su come imparare a dire ‘no’ e su tutte le buone ragioni per dirlo. Si deve fare per educare, per strutturare i figli e per bilanciare la coppia senza lasciare tutta la responsabilità al personaggio di Jennifer, mamma Alison. Il film lancia un bellissimo messaggio: la responsabilità di crescere i figli è per entrambi i genitori, non solo per uno dei due.”
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Da normale a impossibile
Nel film vediamo tra l’altro una grande festa in casa, un affollatissimo concerto, una gita al parco divertimenti. Tutte cose normali nel pre-covid, ma che oggi sono diventate impossibili. “E’ incredibile -commenta il regista Arteta- abbiamo terminato di girare a febbraio dell’anno scorso, poco prima di sapere del virus e non potevamo certo immaginare che il mondo stesse per chiudere tutto. Ora sembra un film sul desiderio che certe fantasie diventino realtà. Anch’io desidero tanto assistere a un concerto pieno di spettatori!”.
A tratti la famiglia stessa di ‘Yes day’ sembra uscita da un sogno: due genitori e tre figli uniti, pieni d’amore, positivi, in salute e benestanti, asostanzialmente senza problemi. “Sì, era la nostra intenzione -dice Edgar Ramirez- ma ognuno di loro è anche imperfetto. Non è necessario far parte di una famiglia perfetta se sei pronto ad affrontare le sfide della vita. Mi viene in mente ciò che diceva Madre Teresa: ‘Se hai a cuore la pace nel mondo, vai a casa e ama la tua famiglia’. Tutto comincia dalla famiglia.”
Jennifer Garner è anche co-produttrice di ‘Yes day’ e ci dà la sua previsione sulle reazioni del pubblico a questa commedia: “Abbiamo avuto il piacere di vedere alcune famiglie cha hanno guardato il film. Poiché i cinema sono chiusi e non si potevano fare indagini di gradimento, sono stati organizzati gruppi selezionati di spettatori. Erano inquadrati da un obiettivo mentre guardavano il film e abbiamo visto che durante la visione, prima si alzavano e prendevano il pop corn, poi si avvicinavano sempre di più, accomodandosi sul divano: i figli accoccolati alle mamme e le mamme accoccolate ai papà. Tra pop corn e qualche lacrima, il film potrebbe suscitare il ricordo di aver passato insieme un periodo difficile e la speranza che tutto andrà bene.”