"Se questo è amore", la relazione "impossibile" nata ad Auschwitz

Cinema

Nel documentario dell'israeliana Maya Sarfaty, l'incredibile storia d'amore tra una prigioniera detenuta in un campo di concentramento e un ufficiale SS di vent'anni: on demand dal 27 gennaio

Una relazione sentimentale impossibile, talmente estrema da risultare incredibile: eppure è la vicenda realmente accaduta al centro del documentario Liebe war es nie (Se questo è amore) di Maya Sarfaty, racconto della tragica storia d'amore tra una prigioniera slovacca e il suo carceriere nazista di appena vent'anni. Distribuito da Wanted Cinema, disponibile on demand dal 27 gennaio, Liebe war es nie è caratterizzato da un'inevitabile ambiguità attorno alla natura di questo “amore”: sentimento sincero o Sindrome di Stoccolma? (SPECIALE GIORNO DELLA MEMORIA)

Ne ha parlato la stessa regista, israeliana, in una conferenza stampa: "Mi ha affascinato questa storia per l'ambivalenza dei due personaggi principali: impossibile parlare di Franz solo come un uomo malvagio perché era sicuramente anche capace di dolcezza. C'è insomma una grande zona grigia in questa storia che mi affascinava". Un argomento così controverso potrebbe scatenare polemiche, anche se sorprendentemente queste ultime non hanno riguardato la comunità ebraica: “A risentire della cosa è stato invece il pubblico austriaco molto sensibile alla storia di quel periodo”, ha osservato Sarfaty, “ma io ho solo raccontato degli esseri umani che in quanto tali sono ambivalenti. Conosco Helena da quando ero bambina e avevo già cercato di scriverne qualcosa; poi, cinque anni fa, ho contattato la figlia di Wunsch che si è dimostrata molto disponibile nel darmi tutto il materiale disponibile. Non era una storia molto conosciuta in Israele, nonostante un'intervista televisiva di Helena che però risaliva a quarant'anni fa”.


Questa la storia in breve: Helena Citronova, ragazza slovacca deportata da Auschwitz, finisce sotto l'ala protettiva di Franz Wunsch, ufficiale delle SS che si infatua di lei. I due portano avanti questa relazione proibita fino alla fine della guerra. Wunsch, nel frattempo, non solo salva la donna quando scopre che aveva contratto il tifo, nascondendola e curandola, ma protegge anche la sorella di Helena e molte altre donne segnalate dalla sua amata ("Mi amava da impazzire, ho salvato tante vite grazie a lui" dice la stessa Helena nel documentario). Una vicenda incredibile, che suscita infinite questioni di ordine morale ed esistenziale: “Si può parlare di amore per persone che vivono ad Auschwitz? Credo che il film possa porre molti interrogativi in questo senso”, conclude Sarfaty, vincitrice nel 2016 dello Student Academy Award per il documentario The Most Beautiful Woman sempre dedicato alla storia di Helena Citronova.

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