Pupi Avati incita gli italiani a sostenere il suo film su Dante

Cinema
Il regista Pupi Avati posa per i fotografi durante il photocall per la presentazione del suo nuovo film "Il signor diavolo", Roma, 22 luglio 2019. ANSA/CLAUDIO PERI

Il regista invita all'insurrezione per una pellicola sul Sommo Poeta. E precisa che chi poi lo girerà è secondario. Si sente solo nel portare avanti questa battaglia. Nel suo progetto Sergio Castellitto interpreta Boccaccio

Nell'anno di Dante Alighieri è ancora incerta la partenza del film di Pupi Avati, con Sergio Castellitto nel ruolo di Boccaccio, chiave di narrazione per raccontare la vita del padre della nostra lingua scelta dal regista bolognese. "Gli italiani dovrebbero richiedere a gran voce un film su Dante, pretenderlo.  Chi poi lo girerà è secondario. Ma perché sono solo io a portare avanti questa battaglia?". Lo ha detto Avati ospite di 'Capri, Hollywood- The International film festival',  25ma edizione che si svolge on line fino a domani su My Movies e piattaforme social. "Il fatto che Rai cinema  sia 'sbloccata' è importante, ma non sufficiente.  Non so quando partiremo...chiedetelo al ministro Franceschini"  Del progetto in effetti si era parlato da tempo, già in vista dell'avvicinarsi di un  2021  dedicato alle celebrazioni per i 700 anni dalla morte. "Ho già fatto tantissimi annunci e interviste. il film è pronto, scritto con il coinvolgimento di un comitato di importanti dantisti. Rai cinema c'è ma non basta. E' una produzione in costume, complessa,  il cinema italiano non affronta da tempo una cosa del genere, e questo mi preoccupa molto. Fino a 30 anni avevo odiato Dante, come tutti quelli che si sono visti proposti i classici dalla scuola nel modo peggiore. Suggerisco a tutti un percorso: leggere per prima cosa la Vita Nova  - ha detto il regista nell'evento in rete con la partecipazione di Luca Sommi, che ha portato con successo la Divina Commedia su Instagram -  Molte cose  sono misteriose  in Dante, di cui non abbiamo come e' noto neppure un manoscritto.  Credo che debba gran parte  della sua poetica al dolore, la più  grande scuola della vita.  Basti ricordare che a cinque anni perse la madre, poi l'ingiustizia dell'esilio...scrivere un film su di lui, con la sua conoscenza sconfinata, è esperienza da far tremare i polsi. Io mi ci sono accostato con estrema umiltà ed ho trovato la password narrativa in  Boccaccio, il primo suo commentatore. Ed anche il primo che andò a Ravenna  a incontrare la figlia, suor Beatrice, custode  della tomba paterna, portando il risarcimento per le cattiverie subite di fiorentini. Una partenza stupenda!  Boccaccio cercò  amici e sodali del cenacolo ravennate, poi scrisse il trattatello in laude che e' la prima biografia di Dante, ci rivela il nome di Beatrice Portinari, sono cose che molti italiani magari non sanno". Avati nel 2020 ha finito di girare a Ferrara il film "Lei mi parla ancora", tratto dal romanzo del padre di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi,  interpretato da  Renato Pozzetto: "Straordinario in una storia drammatica, quella di un novantenne che perde la moglie dopo 65 anni". 

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