Si conclude con soddisfazione la quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma che nonostante l'emergenza sanitaria è riuscita a riaccendere l'attenzione su un cinema sempre più in difficoltà
Il bilancio è positivo, le difficoltà non sono mancate ma il tutto si è svolto nel pieno rispetto delle misure di sicurezza. I volti degli organizzatori si distendono, un poco, alla chiusura della 15ma edizione della Festa del Cinema di Roma. Un’edizione di certo diversa e non priva di preoccupazioni, con i numeri dei contagi in salita in tutta Italia e l’ombra di un arresto improvviso e forzato (seppur rispettato qualora fosse stato richiesto dalle Istituzioni). Parla di sobrietà e qualità, il Direttore Artistico Antonio Monda e di pazienza e disciplina del pubblico il Presidente Laura Delli Colli. E se i numeri non sono menzionati o paragonabili alle scorse edizioni, di fatto 260 sono stati i talent arrivati a Roma e 17 i film di registe nel programma ("scelte per la loro qualità" dice Monda). In un'edizione che ha avuto a disposizione 1 milione di euro in meno rispetto al 2019, dei 3 milioni di budget, 150 mila sono stati spesi per misure precauzionali. Ma soprattutto, hanno concluso gli organizzatori, “un messaggio di vicinanza e speranza, verso un cinema in ginocchio, speriamo di essere riusciti a darlo”. La sfida poi non è stata da poco, ossia riportare il pubblico in sala, in un anno così particolare, in cui si sono ridotti drasticamente i posti disponibili nelle sale: "In proporzione, in una sala da 100 posti, ne erano disponibili 50 e c'è stata un'affluenza dell'85%", dice Francesca Via, Direttore Generale della Fondazione Cinema per Roma. "Siamo contenti di essere arrivati in fondo in sicurezza e con molta pazienza da parte di tutti" spiega Laura Delli Colli Presidente della Fondazione Cinema per Roma. “E’ stato molto importante essere non solo qui all'Auditorium, ma anche in vari luoghi della città e della Regione, in una maniera molto più attenta anche al sociale. Abbiamo portato i film al Gemelli, nei musei, a Rebibbia, nelle case rifugio per le donne vittime di violenza domestica. Sempre con la massima attenzione anche all'ambiente e alla tracciabilità delle presenze", ha concluso.
E il prossimo anno? Antonio Monda, Direttore Artistico al suo secondo mandato ora in scadenza di contratto, ammette che potrebbe valutare di proseguire. In tal caso, succederebbe a se stesso, ha concluso con una battuta.