"Robin's Wish", il trailer del docu-film su Robin Williams

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Vengono raccontati gli ultimi mesi dell’attore e la sua difficile battaglia contro una malattia neurodegenerativa

Robin Williams ci ha tristemente lasciati l’11 agosto 2014. Il celebre attore morì a 63 anni appena compiuti in quel di Paradise Cay (California, USA). Sono passati sei anni dalla sua scomparsa e un documentario ufficiale, approvato dalla vedova dell’attore statunitense (Susan Schneider Williams), intende ripercorrere gli ultimi mesi di vita di una delle figure più amate della storia di Hollywood. Il film ha debuttato lo scorso 1° settembre in VOD negli Stati Uniti d’America: “Robin’s Wish”, diretto da Tylor Norwood, spiega nel dettaglio come l’artista abbia lottato contro una malattia neurodegenerativa nota come demenza a corpi di Lewy.

Premio Oscar nel 1998 per aver interpretato lo psicologo Sean McGuire in “Will Hunting – Genio ribelle”, Robin Williams è diventato celebre anche per grandi interpretazioni in blockbuster come “Hook – Capitan Uncino”, “Jumanji”, “Mrs. Doubtfire” e “Patch Adams”. I suoi ultimi due film, usciti entrambi postumi, sono stati “Natale con i tuoi” e “Notte al museo – Il segreto del faraone”.

LA TRAMA DEL DOCUMENTARIO E IL COMMENTO DELLA VEDOVA DI ROBIN WILLIAMS

Susan Schneider è la vedova di Robin Williams. I due si sposarono nel 2011 dopo un paio di anni di frequentazione. La graphic designer fu la terza moglie dell’attore dopo la ballerina Valerie Velardi (da cui ebbe Zachary) e Marsha Garces (con cui rimase 19 anni ed ebbe tre figli). La donna ha commentato la pellicola in questo modo: “Nel corso dell'ultimo anno della sua vita, Robin ha dovuto confrontarsi con ansia, paranoia, insonnia, spaventose allucinazioni e montagne russe di speranza e disperazione. Con l'equipe medica che ci seguiva abbiamo analizzato questa spietata parata di sintomi, ma senza capire molto. Solo dopo la sua morte, con l'autopsia, abbiamo scoperto quale fosse l'origine del suo terrore: soffriva di una grave forma di demenza a corpi di Lewy. Si è trattato di uno dei casi peggiori con cui i professionisti medici si sono dovuti rapportare”.

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Susan ha proseguito: “Armata del nome di una malattia al cervello che non avevo mai sentito nominare, sono partita per una missione che me la facesse comprendere, e questo mi ha condotto su un imprevisto percorso di appoggio. Con l'inestimabile aiuto di esperti medici, ho compreso finalmente cosa Robin ed io abbiamo dovuto affrontare: la nostra esperienza era coerente con i dati scientifici. E quello che ho scoperto strada facendo è stato più grande di me, e di Robin. Tutta la storia è stata rivelata durante la realizzazione di questo film, che contiene la verità che Robin e io abbiamo cercato a lungo. La storia di Robin's Wish è la storia di Robin, è la nostra storia, e in un certo senso è una storia universale: tutti comprendiamo cosa significhi andare in cerca di risposte, fare i conti con amore e dolore e con il potere di guarigione che ci spinge ad andare avanti”.

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