Ingegnere alla General Electric, i suoi racconti da veterano di guerra furono spunto per il film sulla Seconda Guerra Mondiale
E' morto la scorsa notte a 103 anni Arnold Spielberg, papà di Steven. "Sei il nostro cuore, la nostra casa", è stato il primo commento - affidato alle agenzie di stampa - del grande regista che era accanto a lui al momento del decesso. Arnold era stato per una vita ingegnere alla General Electric: "Quando vedo una Playstation o un telefono cellulare, penso sempre: "L'hanno fatto mio padre e altri geni come lui". Era un uomo impegnato anche nel sociale: nel 2012, a 95 anni, aveva ottenuto un riconoscimento dalla Shoah Foundation dell'Università della California del Sud per il suo impegno nel catalogare e organizzare le testimonianze dell'Olocausto.
Nato il 6 febbraio 1917 a Cincinnati, figlio di Rebecca e Samuel Spielberg, due immigrati ucraini, Arnold si era sposato appena tornato dalla guerra nel 1945 con Leah Posner, talentuosa pianista, e un anno dopo era nato Steven, il primogenito, seguito dalle tre sorelle Anne, Nancy e Sue. I suoi racconti da veterano di guerra avevano ispirato numerosi passaggi di Salvate il Soldato Ryan, il capolavoro di Steven Spielberg che ruota attorno allo sbarco in Normandia degli Alleati nel giugno 1944; un altro episodio accadutogli a Mosca nel 1960 era servito da spunto per Il ponte delle spie. In un comunicato congiunto, i quattro figli di Arnold hanno scritto che il loro papà ha insegnato loro "ad amare la ricerca, allargare i propri orizzonti, tenere i piedi per terra ma puntare alle stelle e guardare in alto".