Ghost Stories, un horror tra realtà e finzione

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L’emergente Alex Lawther e Martin Freeman in un horror diviso in tre capitoli. Il professor Philip Goodman è un investigatore televisivo del soprannaturale, che ritiene possa essere sempre smascherato tutto ciò che appare inspiegabile. Un giorno il suo mito di gioventù, un altro uomo di televisione che faceva la stessa cosa, si mette in contatto con Philip e gli affida tre casi per lui inspiegabili, sperando che sappia risolverli. Appuntamento, in prima tv, martedì 26 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno

Ghost Stories: La Trama del film

Il Professor Philip Goodman (ANDY NYMAN), noto a tutti per il suo proverbiale scetticismo nei confronti di qualsiasi evento sovrannaturale, conduce il programma televisivo ‘Truffe Paranormali’, nel quale smaschera false sedute spiritiche, sedicenti sensitivi e ingannevoli attività paranormali. Il suo più grande mito è il suo predecessore, lo psicologo Charles Cameron, scomparso in circostanze misteriose e presumibilmente deceduto. Ma un giorno, il Professor Goodman riceve per posta uno strano pacchetto proprio da Cameron, il quale gli scrive di andare a trovarlo nel suo rifugio in riva al mare. La sua iniziale gioia di poter finalmente incontrare il suo idolo scompare all’istante quando Cameron lo accusa di essere stato arrogante e irrispettoso nei confronti del mondo degli spiriti, come lo era stato anche lui in passato. Cameron è scomparso dalla scena pubblica dopo essersi reso conto di aver sbagliato nel voler a tutti i costi razionalizzare l’inspiegabile. Nel corso della sua carriera di psicologo ha lavorato a diversi studi clinici, tre di essi non è mai riuscito a chiarirli. Di fatto, essi rappresenterebbero una prova inconfutabile della reale esistenza di forze invisibili. Cameron affida a Goodman la documentazione riguardante i tre studi clinici, affinché possa indagare e ricredersi anche lui. Goodman intuisce che per Cameron questa sfida rappresenti una sorta di ammissione di colpa.

 

Il primo dei tre casi riguarda Tony Matthews (PAUL WHITEHOUSE), un guardiano notturno presso un ex-manicomio, che viene perseguitato da un terrificante evento collegato al passato durante la sua ultima notte di servizio.

 

Il secondo caso è quello di Simon Rifkind (ALEX LAWTHER), un ventenne problematico che rimane in panne nel bel mezzo di un’oscura foresta, in una delle notti più buie dell’anno.

 

L’ultimo caso descrive la triste esistenza di Mike Priddle (MARTIN FREEMAN), un odioso agente di borsa e gentiluomo di campagna, che attendeva con ansia la nascita del suo primogenito. Goodman inizia a scavare sempre più a fondo nei tre casi, ancora ignaro del fatto che essi finiranno per rivelare, ciascuno a suo modo, dei misteri terrificanti, al di là della sua stessa immaginazione. Finché, via via, non giungerà a un’angosciante e scioccante conclusione che lo riguarda anche personalmente. Come mai è sempre l’ultima chiave, quella che apre tutte le porte?

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Ghost Stories; la parola ai registi

Ghost Stories è stato scritto e diretto a quattro mani da Andy Nyman e Jeremy Dyson, due appassionati fan del genere horror - come si definiscono loro stessi - e racconta la terrificante storia del Professor Philip Goodman, uno studioso noto per il suo proverbiale scetticismo nei confronti degli eventi sovrannaturali, che si ritrova a indagare su tre sconcertanti casi clinici d’infestazioni di fantasmi. Facendo ricorso a qualunque trucco drammatico possibile e immaginabile pur di stupire, sorprendere e spaventare gli spettatori,‘Ghost Stories’ ha il merito di aver riportato in grande auge il ‘teatro immersivo’, attraendo un pubblico mai raggiunto prima, che non aveva mai vissuto un divertimento così sconvolgente e una suspense tanto intensa in un ambiente emozionante come quello del teatro. “Jeremy ed io siamo grandi amici da quando avevamo quindici anni”, racconta Andy Nyman, che abbiamo visto nel thriller interpretato da Liam Neeson, L’UOMO SUL TRENO-THE COMMUTER, e che, a suo tempo, era stato l’interprete teatrale originale del Professor Goodman. “Abbiamo legato grazie alla nostra passione comune per tutto ciò che è horror e abbiamo sempre pensato che sarebbe stato meraviglioso portare qualcosa di questo genere anche a teatro. Quando lavoravo nel West End, insieme al regista Sean Holmes, passavo continuamente davanti a ‘The Woman in Black’ e pensavo sempre che fosse assurdo che quella fosse l’unica pièce horror in città. Era davvero folle!” Prosegue, “Quindi mi venne l’idea di questo spettacolo horror, che in pratica non è altro che una sorta de ‘I Monologhi della Vagina’, ma in chiave ‘ghost story’: Tre uomini su uno sgabello che raccontano delle storie agghiaccianti. Un mese dopo, Sean ottenne la carica di direttore artistico del Lyric Theatre di Hammersmith e mi telefonò il primo giorno di lavoro chiedendomi che ne avevo fatto di quel progetto della storia di fantasmi, di cui avevamo vagamente discusso. Dopo una rapida riunione con Jeremy, uscimmo dall’ufficio di Sean con l’incarico di scrivere la pièce, e con già la data della premiere in tasca”.

 

Jeremy Dyson, il maestro del macabro della ‘The League of Gentlemen’, e sceneggiatore del ‘Tracy Ullman’s Show’, aggiunge, “Una delle cose che ci hanno ispirato di più sono state le attrazioni horror dei parchi di divertimento, come la ‘Haunted Mansion’ di Disneyland, perché rappresentano la forma più pura di teatro che esista. È questo il tipo di esperienza che volevamo cercare di ricreare, perché ti permette di rivivere l’intenso piacere dell’infanzia quando, per la prima volta, hai provato quel tipo di emozioni che sono potenti proprio perché profondamente immersive. Era questo l’effetto che volevamo provocare. Volevamo fondere questo genere di esperienza con una narrazione accessibile, per offrire al pubblico delle sensazioni d’intensa gioia”. Prosegue, “Ciò che ci ha ispirati a livello di trama sono stati i film delle Amicus Anthologies degli anni ’60 e ’70, come LE CINQUE CHIAVI DEL TERRORE e LA BOTTEGA CHE VENDEVA LA MORTE1, oltre a un classico dell’horror, prodotto dagli Ealing Studios, come INCUBI NOTTURNI. Quello che distingue quest’ultimo da tutti gli altri film è che la storia migliore, la più terrificante, è quella che fa da cornice a tutte le altre, è stato proprio questo l’espediente che ha maggiormente ispirato ‘Ghost Stories’. Ma abbiamo anche reso omaggio al terrore intrinseco dei film di Val Lewton, alle atmosfere tipiche delle pellicole di Dario Argento, delle quali nel film ci sono diverse citazioni, ma anche a tutto quell’immaginario horror che da piccoli ci spaventava terribilmente. Inoltre, abbiamo scavato a fondo nei nostri demoni personali e in tutte quelle cose di cui avevamo più paura da bambini”.

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