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Carlo Sironi, chi è il regista del film Sole candidato ai David di Donatello 2020

Cinema

Chi è Carlo Sironi, figlio d’arte e regista di Sole, film che lo ha portato ai David di Donatello tra i registi esordienti

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Tra i nominati ai David di Donatello 2020 c’è anche il nome di Carlo Sironi. Il giovane regista potrebbe ricevere l’ambita statuetta per il suo primo lungometraggio, “Sole”, inserito nella categoria riservata ai migliori registi esordienti. Al suo fianco vi sono anche Igort per “5 è il numero perfetto”, Phaim Bhuiyan per “Bangla”, Leonardo D’Agostini per “Il campione” e Marco D’Amore per “L’immortale”.

Chi è Carlo Sironi

Nato a Roma nel 1983, Carlo Sironi è figlio del celebre regista Alberto Sironi, regista della serie Montalbano, scomparso nel 2019 all’età di 79 anni. Il suo primo cortometraggio è datato 2009, “Sofia”. Ha iniziato a porsi domande sulla genitorialità fin da giovanissimo, provando a porsi dall’altra parte, come padre e non come figlio. È un totale cambio d’approccio al rapporto e alla vita. Tante le possibili risposte ai molti interrogativi che tale ruolo cruciale impone. Alcune delle quali trovano sbocco proprio in “Sole”.

Ha iniziato la propria carriera a 25 anni, dedicandosi alla fotografia. Al tempo non c’era ancora l’interesse di seguire le orme paterne. Col tempo però tale propensione è divenuta sempre più lampante. Rapporto ottimo con suo padre, schietto e aperto. Una sola volta hanno lavorato insieme per una fiction. Data la sua grande esperienza, e conscio del fatto d’appartenere a due generazioni differenti, Alberto Sironi ha sempre preferito non influenzare in alcun modo suo figlio. Inevitabile però cogliere sprazzi di uno stile registico e di una passione per la cultura in maniera involontaria.

Carlo ha infatti raccontato di come suo padre fosse solito mostrargli e raccontargli cose non propriamente adatte alla sua tenera età. Basti pensare che come favola della buonanotte era solito scegliere “I quarantanove racconti” di Hemingway.

La trama di “Sole”

Ermanno è un giovane senza alcuna direzione. Non sa la vita dove lo porterà e di certo non ha idea di che lavoro svolgerà da grande. Vive di espedienti e intanto i giorni passano, mentre lui si dedica alle slot machine. Un giorno suo zio Fabio gli affida un compito a dir poco strano. Gli dice infatti che dovrà fingersi il padre del bambino di Lena. Lei è una giovane ragazza polacca, ancora incinta, il cui piccolo è destinato a essere adottato proprio da Fabio e da sua moglie Bianca.

Da tempo i due desiderano un figlio, che però non arriva. Ermanno, che nulla ha da perdere, accetta il compito, soprattutto perché gli viene garantito un compenso. Suo zio è inoltre l’unica parvenza di famiglia che gli resta. Deluderlo non gli sembra dunque una buona idea. Si tratta poi di qualcosa di nuovo, di una sorta di avventura. Un modo per diversificare quelle giornate incredibilmente piatte e ripetitive. Si ritrova dunque faccia a faccia con un’altra orfana, Lena appunto. Nessuno dei due ha la minima idea di quale sia il proprio posto nel mondo. Figurarsi se siano in grado di capire quale posto dare al nascituro. Si ritrovano così più simili del previsto.