Un film politico, delicato, che indaga la relazione (professionale) tra un vecchio sindaco e una giovane intellettuale
Al cinema dal 6 febbraio, “Alice e il sindaco” è il nuovo film drammatico diretto da Nicolas Pariser.
Un film che ha un animo politico, e che è stato acclamato dalla critica. Una pellicola sensibile, delicata, che nasce da due idee del regista: un presidente di regione che diventa sindaco di una grande città, e una giovane intellettuale che, a dispetto degli ottimi studi, non ha ancora trovato il senso della sua vita. Dall’idea di mescolare questi due progetti, è nato “Alice e il sindaco”. Una scelta vincente, almeno a giudicare dalle recensioni degli addetti ai lavori.
“Alice e il sindaco”: la trama
Il film racconta le vicende del sindaco di Lione, Paul Théraneau che, a qualche mese dalle elezioni municipali, si trova preda di una vera e propria crisi esistenziale. Dopo trent’anni di appassionata vita politica, non ha una chiara idea di cosa vuole fare. Anzi, si sente come svuotato.
A soccorrerlo arriva il suo entourage, che ingaggia una brillante giovane filosofa, Alice Heimann, il cui ruolo è quello di aiutare il sindaco a rivedere il suo pensiero politico e a ritrovare la passione. I due, completamente diversi, danno vita ad un dialogo costruttivo, ad un costante confronto e ad un avvicinamento inaspettato. Alice si scoprirà portata per gli affari politici, e regalerà nuova linfa alla macchina municipale. Che, però, sarà presto costretta a fermarsi.
Il dialogo tra la giovane e il sindaco è solo un pretesto, in realtà. Il pretesto di affrontare il tema dell’etica della politica, da un punto di vista inatteso.
“Alice e il sindaco”: le parole del regista
«Mi sembrava interessante mostrare un uomo politico nei piccoli momenti in cui toglie i panni e la responsabilità del suo ruolo e va a dormire, in linea col tono misurato del film. C’è indignazione fra i giovani, che siano di destra come di sinistra, nei confronti degli uomini politici, che è in parte giustificata, ma che non porta a niente. Ho preferito raccontare la situazione con onestà e misura, vedendo cosa restava una volta tolta l’indignazione. La risposta è: la malinconia e i dubbi su come fare per uscire da questa crisi», ha spiegato Nicolas Pariser.
Lontano da ogni ideologia politica, il regista ha voluto far convivere due mondi diversissimi. Dando alla giovane intellettuale un ruolo cruciale: il suo rapporto con il sindaco è un rapporto costruttivo, che non sfocia nell’amore e che si spoglia di ogni banalità. È anzi un rapporto che simboleggia ciò che la politica dovrebbe essere: un pensiero in movimento, un terreno di confronto e di discussione.
Non c’è dunque, come spesso si vede nel cinema politico, l’intellettuale idealista dalle buone proposte e il politico cinico che le boccia: sia Alice che Paul danno qualcosa all’altro, ed è dal confronto che la politica può ripartire. Magari acciaccata, ma comunque in azione.