Sky Cinema Collection Ritorno al Futuro: Le curiosità sulla saga

Cinema

Massimo Vallorani

Da venerdì 4 a domenica 6 ottobre Sky Cinema Collection dà spazio alla mitica trilogia composta dai tre capitoli di RITORNO AL FUTURO, diretta da Robert Zemeckis e interpretata da Michael J. Fox e Christopher Lloyd. Scopri nell'articolo alcune curiosità sui tre film

Ritorno al futuro con Sky Cinema Collection (da venerdì 4 a domenica 6 ottobre)

Le lancette dell’orologio del campanile della chiesa di Hill Valley si fermarono colpite da un fulmine un giorno del lontano 1955, esattamente il 25 novembre. In quel giorno fatidico cominciarono le avventure di Marty e Doc, i due eroi di Ritorno al futuro e anche la fortuna di Robert Bob Zemeckis che, per questo film e i due sequel, sarà per sempre ricordato come uno dei registi più importanti della storia del cinema. La prova sta nel fatto che, a quasi 35 anni dalla sua prima uscita nei cinema nel 1985, ci troviamo di fronte ancora oggi, ad una delle saghe più popolari e fortunate nella storia di Hollywood, pensata fin dall'inizio per avere un seguito e capace di arrestarsi al terzo episodio, diventando di culto proprio per la sua travolgente autoironia.

Come nacque la saga di Ritorno al Futuro

Ritorno al futuro nasce dall'incontro di due ragazzi che amavano il cinema e inseguivano i loro sogni di gloria. Il primo era un aspirante produttore di nome Bob Gale, il secondo era Robert Zemeckis, allora regista quasi sconosciuto, ignorato dal grande pubblico ma seguito dalla critica. Le tante storie, vere o presunte che sono nate attorno alla genesi del film, raccontano come Gale si fosse appassionato dei diari scolastici del padre che leggeva spesso. Zemeckis, sempre a caccia di buone idee per un film, colse lo spunto per fantasticare su una pellicola sui teenager. Ma come farlo in maniera originale? Magari rifacendosi ad un genere abbastanza frequentato in quel periodo dal cinema: quello dei viaggi del tempo in cui al centro della storia c’era l’idea del passato che ritorna e che, se modificato avrebbe cambiato la storia sia in chiave personale sia in quella collettiva. Come prova potremmo citare il film di Francis Ford Coppola Peggy Sue si è sposata ma anche George Lucas con il suo American Graffiti in fondo, anche senza viaggi del tempo, ci faceva esplorare un periodo d’oro della storia americana. Quella ideale degli Happy Days, per intenderci. In questa ricerca di un passato glorioso (forse anche frutto di certa letteratura post 68 che rifuggiva dalla guerra in Vietnam), Gale e Zemeckis cercano la loro idea originale per il loro film, coadiuvati dal Steven Spielberg, qui in veste di produttore. Per la parte di Marty McFly viene scelto (non senza difficoltà) l’idolo di quel periodo, Michael J. Fox affiancato da una "spalla" di travolgente simpatia come Christopher Lloyd, un po' buffone e un po' genio nella parte del Dottor Doc. Insomma, il gioco sembrava fatto e infatti lo fu.

La trama del primo film

Ricordate la trama? Il 17enne Marty McFly non sopporta il grigiore della sua famiglia, il padre frustrato e vessato dal preteso migliore amico, la mamma precocemente spenta e senza sogni, i fratelli falliti anzitempo. Il suo unico amico, lo strampalato inventore Doc lo coinvolge nell'improbabile avventura di una macchina del tempo che, al buon momento, funziona davvero proprio mentre feroci terroristi libici li stanno per ammazzare. E i due si trovano sprofondati nell'America del 1955, quando nessuno poteva immaginare che l'attore di serie B Ronnie Reagan potesse diventare presidente Usa, quando la Pepsi Free non c'era ancora, Johnny B. Good non la suonava ancora nessuno e il rock emetteva i primi vagiti, papà e mamma si incontravano per la prima volta e lui non aveva il coraggio di dichiararsi. Ma a mettere le mani nel passato (anche per evitare pasticci futuri) si rischia di combinare una bella serie di disastri.

Aneddoti e curiosità

Tanti gli aneddoti e le curiosità che continuano a circolare sulla realizzazione del film. Dalla scelta della futuribile DeLorean - DMC12 come macchina del tempo (perché per via delle sue portiere ad ali di gabbiano doveva essere scambiata per un'astronave nella prima scena del 1955, quella in cui Marty si schianta nel fienile della famiglia Peabody) allo sfortunato Eric Stoltz, protagonista sostituito in corsa perché Zemeckis non lo trovava abbastanza autoironico. A Michael J. Fox che aveva già declinato l'offerta perché impegnato nella serie tv Casa Keaton. Quando decise di accettare la parte che gli aveva affidato Zemeckis, dovette, girare tutte le scene del film sempre di notte.

Incassi stellari

Poi il budget low cost. Costato “appena" 19 milioni di dollari, Ritorno al futuro alla fine incassò solo in America la bellezza di 210 milioni di dollari. E così, travolti dal successo tutti i protagonisti accettarono di lanciarsi nel volo senza rete del seguito, ma spesero quattro anni per mettere a punto un perfetto meccanismo a orologeria che proiettava Michael J. Fox e Christopher Lloyd nel futuro (il 2015). Zemeckis aveva però ben chiaro il tragitto che i suoi eroi dovevano compiere prima di andare in pensione. Tanto che, se "Ritorno al futuro 2" vide la luce solo nel 1989, il terzo capitolo (proiettato all'indietro, nel cuore del mito della frontiera e del West del 1885) era nelle sale già nel 1990.

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