4 cose da sapere su Milano Film Festival

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Torna il Milano Film Festival, festival cinematografico che - ogni anno - regala sorprese e rivelazioni. Ecco tutto sulla nuova edizione

Appuntamento fisso sin dal 1995, il Milano Film Festival è il principale evento che la città di Milano dedica al cinema.

In programma nel 2019 dal 4 al 10 ottobre, all’interno del The Space Cinema Odeon, vede Gabriele Salvatores alla conduzione per il secondo anno consecutivo, affiancato da Alessandro Beretta. In giuria, Margherita Buy per la sezione lungometraggi. Ma vediamo tutto quello che c’è da sapere sulla nuova edizione del Milano Film Festival.

Milano Film Festival: la location

Il Milano Film Festival cambia periodo - spostandosi da settembre ad ottobre - e cambia location: dopo il Piccolo Teatro, il Parco Sempione, Base Milano e l'Anteo Palazzo del Cinema, ecco che raggiunge l’iconica sala di The Space Cinema Odeon, costruita negli anni Venti e sita in pieno centro, al fianco del Duomo.

Milano Film Festival: l’apertura con “The Beach Bum”

Il film d’apertura è “The Beach Bum”, del regista cult della scena indie americana Harmony Korine. Matthew McConaughey veste i panni di Moondog, un poeta che trascorre la sua vita tra birra, droghe e donne. Di ritorno dal matrimonio della figlia a Miami, ha un incidente insieme alla ricchissima moglie Minnie, che perde la vita: al testamento, Moondog scopre che questa lo ha privato di tutto, dalla casa alla macchina, sino a che non porterà a termine il suo libro. Dopo un arresto e dodici mesi di riabilitazione, amicizie poco raccomandabili e folli avventure, il libro - dal titolo “The Beach Bum” - viene pubblicato, ed è un enorme successo. Così, Moondog si ritrova ricchissimo (o forse no?).

Milano Film Festival: i concorsi

Due i concorsi del Milano Film Festival: il Concorso Internazionale Lungometraggi e il Concorso Internazionale Cortometraggi. Nella prima categoria concorrono opere come l’horror/thriller “Swallow” di Carlo Mirabella-Davis, che racconta l’ossessione della protagonista nell’ingerire oggetti. “Koko-di Koko-da” di Johannes Nyholm tocca il tema del lutto di un figlio in modo onirico e toccante, “A Certain Kind of Silence” del ceco Michal Hogenauer è un film inquietante ispirato ad una storia vera, quella di una ragazza che finisce vittima di una setta ultra-ortodossa.

I cortometraggi in gara sono dedicati invece alle utopie per realisti, alle fantasie che migliorano la realtà. “Mermaid Island” racconta di una fuga via mare da prostituzione e miseria, in “All on Mardi Gras Day” si combatte la gentrificazione di New Orleans cucendo abiti spettacolari, in “Toomas Beneath the Valley of the Wild Wolves” i problemi di coppia si risolvono all’avverarsi dell’assurdo.

Milano Film Festival: le sezioni speciali

Oltre ai due concorsi, diverse sono le sezioni speciali del Milano Film Festival. “The Outsiders” propone film di autori spesso noti, ma ingiustamente invisibili nelle sale, nuove scommesse e storie affascinanti; “Incontri Italiani” mette in mostra la ricchezza e la vivacità di certo cinema indipendente italiano, proponendo titoli come “La scomparsa di mia madre” di Beniamino Barrese (documentario-ritratto di una madre affascinante e schiva) o il documentario “Selfie” di Agostino Ferrente, auto-ritratto girato con l’iPhone di adolescenti napoletani, dopo la morte tragica di un loro amico.

E poi i documentari ambientalisti di “Other Natures”, i film d’animazione di “Focus Animazione” e quelli dedicati ai bambini di “Milano Film Festivalino”, con corti d’animazione per bambini tra i 4 e i 7 anni e altri per ragazzini dagli 8 ai 12.

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