Drive me home, la trama del film

Cinema

Al cinema dal 26 settembre, Drive me home è un road movie di grande spessore, con due ottimi attori: Marco D’Amore e Vinicio Marchioni

Simone Catania porta al cinema dal 26 settembre 2019 una profonda analisi sul senso dell'amicizia e non solo. Un road movie originale, in grado di sfruttare al meglio l'alchimia tra i due protagonisti, andando a raccontare due scelte di vita opposte, privando la narrazione di qualsiasi giudizio. Uno stile di vita non prevarica sull'altro e, al tempo stesso, entrambi vengono analizzati nel dettaglio, con Marco D’Amore e Vinicio Marchioni come principali interpreti.

Drive me home, la trama

È inevitabile che tutti noi risultiamo essere il frutto del luogo in cui cresciamo, così come delle esperienze fatte e delle persone incontrate lungo il percorso. Per Antonio e Agostino, rispettivamente interpretati da Vinicio Marchioni e Marco D’Amore, tutto sembrava già essere scritto. I due sono venuti al mondo in un minuscolo paesino della Sicilia. Nascosti tra le montagne, sono stati circondati da adulti per molti anni. Pochi i ragazzi rimasti, e col passare degli anni non faceva che aumentare in loro la spasmodica voglia di scappare via.

Volare lontano per essere qualcuno di totalmente diverso rispetto ai propri genitori. Fuggire per trovarsi. Tema caldo alle nuove generazioni. Casa propria può essere il mondo e per individuare l’area migliore per dare sfogo alle proprie potenzialità è a volte necessario andare lontano. Non è un obbligo o una moda da seguire a ogni costo. É un bisogno, sentito da alcuni ma non da tutti. Nel caso di Antonio e Agostino entrambi hanno preferito dire addio alla Sicilia. Col tempo però si sono persi, per poi ritrovarsi trentenni e totalmente cambiati, modellati in maniera opposta dai rispettivi percorsi.

Antonio fa il cameriere a Londra, dicendo così addio ai confini ben limitati del proprio paesino per ritrovarsi in una metropoli multietnica. Agostino invece è uno spirito libero e per conciliare questo suo bisogno di fare del mondo la propria casa, ha deciso di diventare un camionista. Quando Antonio scopre però che la sua vecchia casa è terminata all’asta, decide di tornare indietro. Sente il richiamo della propria terra e ritrova lungo il percorso proprio quell’amico perso da tempo. Ha così inizio un lungo viaggio per l’Europa, ancora una volta alla ricerca di sé, così come del nostro continente e dunque della nostra storia.

Drive me home, il messaggio

Per quanto inizialmente Antonio e Agostino possano sembrare simili, sospinti dagli stessi ideali, il film svela in realtà come siano una raffigurazione opposta di due tipi d’approccio alla vita. Agostino non si sente oppresso soltanto dal proprio paesino. Trova in realtà tremendamente fastidiosi tutti i limiti che la società odierna impone. Lavorare come camionista vuol dire per lui aggrapparsi a uno stile di vita che va sparendo. Una sorta di cowboy in giro per il mondo, in sella però a un tir e non un cavallo.

Antonio invece parte perché ritiene impossibile trovare risposta in un territorio così limitato e limitante. Ha bisogno di andar via, sbagliare, pentirsi, gioire e godere altrove. Dentro sé però conserva comunque un forte senso d'appartenenza, che la distanza da casa ha soltanto offuscato. Basta un pretesto per far ritorno, per sentirsi completi lì dove si è nati, con la certezza però d’aver scelto quel luogo e non essersi fatti imporre nulla dal destino.

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