C'era una volta ad Hollywood, il film secondo Tarantino

Cinema

Quentin Tarantino, intervistato da Akim Zejjari, racconta il suo 1969 e la fine del sogno della controcultura hippy dopo gli omicidi perpetrati da Charles Manson; spiega cosa ha significato aver diretto due star come Leonardo di Caprio e Brad Pitt. E parla del suo matrimonio con la modella e cantante Daniela Pick e di come, grazie a lei, la sua vita abbia avuto una svolta. L'appuntamento con la versione integrale dell'intervista è per lunedì 16 settembre   su Sky Cinema Uno e Sky Cinema Due, prima di 100x100 Cinema (intorno alle 21.00)

Ci voleva il genio cinematografico di Quentin Tarantino e il suo decimo film Cera una volta ad Hollywood ( dal 19 settembre con la Warner )  per riaccendere i riflettori sulla strage di Bel Air, a Los Angeles, avvenuta 50 anni fa, nella quale una setta di criminali composta dalla gran parte da donne agli ordini di Charles Manson, decise di assassinare tutte le persone presenti in quel momento in una villa di Cielo Drive: l'attrice e proprietaria della casa Sharon Tate, moglie incinta all'ottavo mese di Roman Polanski, Jay Sebring, amico e parrucchiere dell'indimenticabile protagonista del film-cult, Per favore non mordermi sul collo, gli altri ospiti dell'attrice, Abigail Fogler, Wojciech Frykowski, il guardiano della villa Steven Parent. Senza dimenticare che la stessa setta sterminò anche gli abitanti di un'altra villa della collina di Waverly Drive, Rosemary LaBianca e suo marito Leno.

C'era una volta Hollywood, che può essere considerato una vera e propria lettera d'amore per l'Hollywood dell’infanzia dello stesso Tarantino racconta quel 1969 (il regista aveva allora sette anni) in cui tutto quel mondo cambiò. Tre i personaggi principali.  Leonardo DiCaprio che incarna Rick Dalton, un attore di western televisivi di serie b pieno di fragilità, uno che ogni tanto piange e non ha alcuna stima di sé stesso ("pieno di conflitti interiori e autocommiserazione per il fatto di non trovarsi in una posizione migliore", così lo ha definito Tarantino). Di tutt'altra pasta il suo stuntman e amico di lunga data, Cliff Booth (Brad Pitt), che è come la parte mancante di Dalton: "eroe della seconda guerra mondiale nonché' una delle persone più mortali del pianeta. Potrebbe ucciderti con un cucchiaio, un pezzo di carta on un biglietto da visita" sempre secondo quanto ha detto il regista.  A completare il quadro la bellissima Margot Robbie nei panni di Sharon Tate (uccisa proprio nel 1969 dalla setta di Manson) che, guarda caso, è una vicina di villa di Rick Dalton.

C'era una volta Hollywood, a detta dalla critica, risulta essere il film più intimo di Tarantino in quanto a introspezione umana, quello in cui si trovano meno i dialoghi demenziali sul nulla, ma vissuti con smodata passione. Restano invece le tante citazioni, struttura portante di tutto il suo cinema,

Ricordiamo che nel cast troviamo anche Dakota Fanning, Damian Lewis, Tim Roth, Kurt Russel e Micheal Madsen.

 

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