Graphic novel e cinema, un connubio… perfetto

Cinema
Toni Servillo in 5 è il numero perfetto

Il 29 agosto esce nelle sale 5 è il numero perfetto, film che sarà presentato a Venezia 2019 durante le Giornate degli Autori, diretto da Igort e tratto dal suo omonimo graphic novel cult, con Toni Servillo, Valeria Golino e Carlo Buccirosso. La pellicola non è un caso isolato: ecco i migliori film tratti da “romanzi a fumetti”.

Negli ultimi anni, il successo di una schiera sempre più nutrita di graphic novel ha nobilitato all’occhio del grande pubblico e anche della critica il mondo dei fumetti, un tempo considerato intrattenimento “di serie B”. Questo è stato possibile grazie al lavoro di una serie di autori capaci, che hanno confezionato storie profonde e di spessore, che nulla hanno da invidiare ai grandi romanzi (non è un caso, del resto, che i principali premi letterari affianchino sempre più di frequente graphic novel ai “romanzi veri e propri”).


Un enorme contributo a questo tardivo riconoscimento del media fumetto è arrivato senza dubbio anche dai sempre più frequenti (e sempre più apprezzati, come dimostrano i risultati al box office) adattamenti di queste opere su grande schermo. Uno degli ultimi esempi in questo senso è 5 è il numero perfetto, tratto dal graphic novel cult di Igort e diretto dallo stesso autore (il che dovrebbe essere una garanzia sulla fedeltà all’originale).


In programma a Venezia 2019 nel corso delle Giornate degli Autori, 5 è il numero perfetto uscirà nelle sale italiane giovedì 29 agosto e può contare su un cast formato da veterani come Toni Servillo nei panni del sicario in pensione Peppino Lo Cicero, Valeria Golino nel ruolo della sua amante di vecchia data Rita e Carlo Buccirosso in quelli di Totò o’ Macellaio, amico e complice di Peppino. Il killer, ormai appesa la pistola al chiodo, si trova però costretto ad imbracciare di nuovo l’arma quando gli viene ucciso il figlio. La sua missione di vendetta innescherà una serie di reazioni a catena dagli esiti imprevedibili.


Igort, uno dei personaggi più influenti del fumetto italiano, non è certo solo. Partiamo infatti da un presupposto: non sono solo i graphic novel made in USA a finire su grande schermo. Un esempio recente ce lo ha dato La profezia dell’armadillo di Emanuele Scaringi, con Simone Liberati nei panni dell’autore Michele Rech, meglio noto come Zerocalcare. Ma anche l’apocalittico La terra dei figli di Gipi, un altro grande del fumetto italiano, sta per essere trasposto al cinema da Claudio Cupellini.


Passando invece all’estero, un autore di fumetti di culto come Alan Moore ha visto più volte la propria opera trasposta su grande schermo (pur distanziandosi in ogni occasione da questi adattamenti): è accaduto con V per Vendetta, diretto nel 2005 James McTeigue e con un bravissimo Hugo Weaving nei panni del vendicatore misterioso V (la cui maschera diventerà negli anni a venire una vera e propria icona passepartout di protesta e opposizione), ed è accaduto con il monumentale Watchmen, trasposto nel 2009 su grande schermo da Zack Snyder con un tentativo di fedeltà nei confronti dell’originale che tradisce forse un certo timore reverenziale nei confronti di un’opera di tale impatto sull’immaginario culturale.


Sempre Snyder aveva già diretto, solo due anni prima, 300, adattamento cinematografico dell’omonimo graphic novel di Frank Miller, che racconta l’eroica impresa di Leonida e del suo manipolo di uomini, in grado di opporsi alle Termopili all’intero esercito persiano di Serse. E a proposito di Miller, l’iconico e controverso autore, le cui storie dedicate a Batman hanno ispirato la trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, il fumettista si è anche esposto in prima persona sedendo alla poltrona della regia assieme a Robert Rodriguez per dirigere la trasposizione del suo noir Sin City, con tanto di sequel. A questo si aggiunge il suo, non proprio riuscito, tentativo di portare al cinema l’opera di un suo esimio collega, Will Eisner, con The Spirit.


Un grande cult a fumetti diventato un piccolo cult su pellicola è invece Ghost World, film diretto da Terry Zwigoff e tratto dall’omonima opera di Daniel Clowes, incentrato su due amiche ciniche e disilluse all’ultimo anno di superiori, annoiate dalla vita di provincia. Bravissimi i protagonisti Thora Birch, Scarlett Johansson e Steve Buscemi. Un vero e proprio flop al box office, ma in grado di guadagnarsi un piccolo esercito di estimatori è invece Scott Pilgrim vs the World, il quale prima ancora che un originale e curioso ibrido fra film e videogioco diretto da Edgar Wright, era stato un fumetto di successo dell’autore canadese Bryan Lee O’Malley.


Fra i graphic novel adattati al cinema ci sono anche “insospettabili” come il controverso La vita di Adele, che nasce come opera a fumetti, intitolata Il blu è un colore caldo, dell’autrice francese Julie Maroh, la quale ha però preso le distanze dal film Abdellatif Kechiche, definendolo lontano dallo spirito dell’originale. E anche il gangster movie Era mio padre di Sam Mendes, con Tom Hanks e Paul Newman, è stato tratto da un fumetto, in questo caso di Max Allan Collins.


Di esempi ce ne sono tanti altri: Snowpiercer, A History of Violence, Old Boy, Edge of Tomorrow sono solo alcuni dei tanti titoli che hanno subito un destino simile. E 5 è il numero perfetto non è altro che l’ennesima testimonianza del connubio... per l'appunto perfetto fra fumetto e cinema, il cui incontro è stato così deflagrante da essere destinato a lasciare una traccia duratura nell’immaginario culturale collettivo.

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