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Biennale di Venezia 2019: Pedro Almodovar riceve il Leone d'oro alla carriera

Cinema

Andrea Cominetti

Le parole di Alberto Barbera, direttore della rassegna: "È il più grande e influente regista spagnolo dopo Buñuel

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Se il Festival di Cannes ha premiato il suo ultimo film («Dolor y Gloria», per l’interpretazione del regista depresso Salvador Mallo da parte di un ispiratissimo Antonio Banderas, risultato il miglior attore della manifestazione), la Mostra internazionale d’Arte cinematografica della Biennale di Venezia - in programma dal 28 agosto al 7 settembre - premierà direttamente tutta la sua filmografia.

Dall’account ufficiale della rassegna italiana è stato, infatti, annunciato che sarà il grande regista spagnolo Pedro Almodovar a ricevere il Leone d’oro alla carriera, iniziata nel lontano 1978.

Leone d’oro alla carriera: i ringraziamenti di Pedro Almodovar

“Sono molto emozionato e onorato per questo riconoscimento” ha fatto sapere il cineasta in una nota ufficiale.

“Ho bellissimi ricordi legati alla Mostra di Venezia. Il mio debutto internazionale ha avuto luogo lì nel 1983 con «L’indiscreto fascino del peccato». Era la prima volta che uno dei miei film viaggiava fuori dalla Spagna. È stato il mio battesimo internazionale ed è stata una meravigliosa esperienza, come lo è stata il mio ritorno con «Donne sull'orlo di una crisi di nervi» nel 1988”.

Il regista ha, quindi, ringraziato “dal profondo del cuore per questo premio” e sottolineato limportanza che ha per lui: “Diventerà la mia mascotte, insieme ai due gatti con cui vivo”.

Leone d’oro alla carriera: le parole di Alberto Barbera

Successivamente sono arrivate anche le parole di Alberto Barbera, direttore della Mostra, che ha spiegato le ragioni di questo riconoscimento: “Almodóvar non è solo il più grande e influente regista spagnolo dopo Buñuel, ma l’autore che è stato capace di offrire della Spagna post-franchista il ritratto più articolato, controverso e provocatorio”.

“I temi della trasgressione, del desiderio e dell’identità sono il terreno d’elezione dei suoi lavori, intrisi di corrosivo umorismo e ammantati di uno splendore visivo che conferisce inediti bagliori all’estetica camp e della pop-art a cui si rifà esplicitamente. Il mal d'amore, lo struggimento dell’abbandono, l’incoerenza del desiderio e le lacerazioni della depressione, confluiscono in film a cavallo fra il melodramma e la sua parodia, attingendo a vertici di autenticità emotiva che ne riscattano gli eventuali eccessi formali”.

E infine: “Almodóvar eccelle soprattutto nel dipingere ritratti femminili incredibilmente originali, in virtù della rara empatia che gli consente di rappresentarne la forza, la ricchezza emotiva e le inevitabili debolezze con un’autenticità rara e toccante".