Dopo la guerra, il peso di un passato che non passerà mai

Cinema
Giuseppe Battiston in Dopo la guerra

Domenica 17 febbraio, nell’ambito della rassegna Facce da Cult, Giuseppe Battiston è protagonista in prima visione tv su Sky Cinema Cult di un film che racconta le vicissitudini di un ex estremista di sinistra fuggito in Francia, che in seguito a un omicidio si trova al centro di un nuovo caso politico.

Il passato può diventare così pesante, quasi che fosse di piombo, da non passare mai. È così per coloro che volenti o nolenti si trovarono coinvolti nella lotta armata negli anni ’70 e, soprattutto, è così per i loro familiari. È così, di sicuro, per il protagonista di Dopo la guerra, film della regista (al suo esordio su lungometraggio) Annarita Zambrano in prima visione tv domenica 17 febbraio alle 21 su Sky Cinema Cult.

Dopo la guerra va in onda nell’ambito della rassegna Facce da Cult: la faccia in questione è quella del talentuoso Giuseppe Battiston, qui nei panni del protagonista Marco e affiancato sul set da Barbora Bobulova (Anna, sorella di Marco) e dalla giovanissima Charlotte Cétaire, nei panni di Viola, figlia del personaggio principale.

La pellicola prende il via nel 2002, quando a Bologna esplode la protesta contro la nuova riforma del lavoro, che culmina nell’omicidio di un noto giuslavorista. Viene sospettato come mandante Marco, un ex militante di estrema sinistra agli onori delle cronache durante la lotta armata degli anni ’70.

Marco, all’epoca condannato all’ergastolo, si è però rifugiato da anni a Parigi, in Francia, beneficiando della cosiddetta Dottrina Mitterand che permetteva agli accusati di crimini politici di richiedere asilo. La vicenda riapre il dibattito e le polemiche fra l’Italia e i cugini d’oltrAlpe, con la richiesta di estradizione dell’accusato.

Mentre in Italia la famiglia di Marco si ritrova al centro dell’attenzione mediatica, l’ex terrorista, che si è sempre ritenuto una vittima e meritevole di amnistia, decide di fuggire in Sud America assieme alla figlia Viola, vittima involontaria delle scelte passate del genitore.

Dopo la guerra affronta un periodo storico complesso, le cui ferite sono tutt’oggi aperte. E lo fa prendendo spunto da vicende note, come l’omicidio del giuslavorista Marco Biagi e le fughe all’estero di ex militanti del calibro – e qui siamo nell’ambito dell’attualità strettissima – di Cesare Battisti.

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