In principio era la lampada magica

Cinema
La prima proiezione del Teatro ottico di Emile Reynaud in un'illustrazione dell'epoca

Da sabato 1 a domenica 9 settembre il canale pop-up 100% ANIMATION dedica la propria programmazione al cinema di animazione, con titoli come Kung Fu Panda 2, Cars 3 e Baby Boss. Ecco, in breve, come è cominciata la storia delle immagini animate.

Negli ultimi anni, molti dei titoli che incassano di più al botteghino e che entrano nei cuori del pubblico sono film d’animazione, con le nuove uscite di Disney/Pixar, Dreamworks e compagnia che diventano dei veri e propri appuntamenti imperdibili nelle sale.


Per celebrare queste opere, da sabato 1 a domenica 9 settembre Sky Cinema dedica un intero canale pop-up, 100% ANIMATION (canale 305), al cinema d’animazione, con una programmazione dedicata ai maggiori successi degli ultimi anni, come Kung Fu Panda e Kung Fu Panda 2, Cars 3, Baby Boss, Oceania, I Puffi: Viaggio nella foresta segreta e molto altro ancora.


Ma come e quando è cominciato tutto quanto? In che modo i primi pionieri sono riusciti a produrre le prime animazioni? Si tratta di una storia complessa e ricca di ramificazioni, ma di seguito ripercorreremo in breve alcune delle tappe fondamentali.


Esperimenti in materia risalgono già ai secoli precedenti, ma in generale il cinema di animazione si fa risalire alla fine del XIX secolo, con l’invenzione da parte del francese Emile Reynaud del cosiddetto teatro ottico, un dispositivo che, grazie a un gioco di specchi, proiettava su un telo delle figure disegnate su dei rulli, con sfondi creati grazie a una lanterna magica. Il macchinario venne inventato nel 1888, ma la prima proiezione in pubblico avvenne solo nel 1892, comunque tre anni prima della celebre proiezione di un film da parte dei fratelli Lumière.


Nei decenni seguenti si sviluppano le prime tecniche di animazione di oggetti e persone fotogramma per fotogramma, con lo sviluppo della cosiddetta stop motion, nota anche come animazione a passo uno: il soggetto viene fotografato più volte mentre compie un movimento, dopodiché i distinti fotogrammi vengono proiettati di seguito, fornendo l’impressione di un effettivo movimento più o meno fluido. Questi procedimenti vennero utilizzati in principio soprattutto per creare effetti speciali nel cinema fantastico di registi come Georges Méliès.


Un altro procedimento utilizzato agli albori del cinema d’animazione prevedeva il ricorso di silhouette nere provviste di articolazioni, che si muovevano su sfondi più o meno complessi. Saranno però innovazioni tecniche come i fogli di celluloide – sottili fogli su cui si disegnano i singoli movimenti di un soggetto, fatti scorrere davanti a una macchina da presa su sfondo fisso – o il rotoscopio – in cui un animatore ricalca le scene proiettate su un vetro traslucido, apportando modifiche per simulare il movimento – a dare vita al cinema d’animazione moderno.


All’attività di pionieri come Emile Cohl o Lotte Reiniger, si aggiungono nei decenni le imprese dei personaggi che cominceranno a produrre cinema d’animazione in maniera seriale, come ad esempio Walt Disney o Hanna & Barbera. E all’interno del panorama mondiale si affermano singole scuole nazionali, come ad esempio quella giapponese, con i suoi popolari anime.


Tutto questo fino alla grande innovazione degli ultimissimi decenni, ovvero l’animazione digitale, che ha rivoluzionato il modo di fare cinema d’animazione, soprattutto grazie al lavoro di studios come la Pixar, che con i suoi lungometraggi è riuscita a conciliare qualità narrativo-stilistica ed esigenze commerciali.

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